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Consigli sull’ economato cristiano

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    Capitolo 25: Responsabilità dell’uomo a cui era stato affidato un solo talento

    Alcuni avendo ricevuto un solo talento, si scusano perché non sono stati favoriti come gli altri ai quali ne sono stati affidati molti. Come l’amministratore infedele, essi seppelliscono il talento perché temono di dover rendere conto a Dio di quello che ha affidato loro. Si impegnano nel mondo degli affari, ma investono poco, se non addirittura nulla, in favore dell’opera di Dio. Essi si aspettano che quelli che hanno ricevuto molti talenti li investano nell’opera del Signore, mentre essi ritengono di non essere responsabili del suo successo e del suo sviluppo. (...)CEC 84.2

    Molti, pur professando di amare la chiesa, si comportano in questo modo. Essi ingannano se stessi, perché Satana li ha accecati. Derubando Dio, derubano se stessi. A causa della loro avidità, del loro cuore malvagio e incredulo, perdono le ricchezze celesti. Disponendo di un solo talento, hanno paura di impegnarlo nell’opera di Dio e così lo seppelliscono. In questo modo si sentono sollevati della loro responsabilità. Pur desiderando veder progredire l’opera credono di non essere chiamati alla rinuncia e alla collaborazione tramite l’impegno personale e i loro beni, anche se di scarsa entità. (...)CEC 84.3

    Tutti hanno ricevuto dei talenti

    Tutti, a qualsiasi livello sociale, ricchi e poveri, hanno ricevuto dei talenti dal Maestro; alcuni ne hanno ricevuti di più, altri meno, secondo le loro capacità. Dio benedirà coloro che lavorano con sincerità, amore e diligenza. Il loro impegno sarà fruttuoso: permetterà a molti di entrare nel regno dei cieli e di assicurarsi così un tesoro eterno. Tutti sono amministratori ai quali sono stati affidati i beni del cielo. La quantità di talenti è proporzionata alle capacità di ognuno.CEC 84.4

    Dio affida a ogni uomo un compito e si aspetta dei risultati in proporzione alla sue responsabilità. All’uomo che ha ricevuto un solo talento non chiede il ricavato dell’investimento di dieci talenti. Non pensa che il povero possa offrire quanto il ricco. Non si aspetta da una persona debole e sofferente la forza e l’energia di cui può disporre una persona sana. Anche un solo talento, utilizzato nel modo migliore, sarà accettato da Dio “secondo quello che un uomo ha e non secondo quello che egli non ha”. 2 Corinzi 8:12.CEC 84.5

    Dio ci definisce “servitori” perché ci chiama a compiere un determinato lavoro e ad assumere delle responsabilità. Egli ci ha prestato un capitale da investire. Esso non ci appartiene e quindi il Signore è dispiaciuto se spendiamo come vogliamo i suoi beni. Noi siamo responsabili dell’uso e dell’abuso di ciò che Dio ha messo a nostra disposizione. Se il capitale che il Signore ci ha affidato non viene utilizzato o viene seppellito sotto terra, anche se si tratta di un solo talento dovremo render conto al Signore. Egli non reclama i nostri beni, ma i suoi e con gli interessi.CEC 85.1

    Ogni talento che ritorna a Dio viene registrato. Gli investimenti e gli incarichi affidati ai collaboratori di Dio non saranno privi di importanza. Ogni persona verrà valutata individualmente e invitata a rendere conto dei suoi talenti per verificare se li ha fatti fruttare o li ha sprecati. La ricompensa accordata sarà proporzionata ai talenti utilizzati. Nello stesso modo la punizione sarà in rapporto ai talenti sprecati. — The Review and Herald, 23 febbraio 1886.CEC 85.2

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