Capitolo 73: Decime e offerte
La missione della chiesa del Cristo è salvare i peccatori, far conoscere l’amore di Dio agli uomini e condurli al Cristo grazie alla potenza di questo amore. Il messaggio della verità per la nostra epoca deve essere trasmesso anche negli angoli più bui della terra; quest’opera può cominciare nel nostro paese. I discepoli di Gesù non devono vivere una vita caratterizzata dall’egoismo: essi, grazie al suo Spirito, devono lavorare in armonia con le sue direttive.TT1 248.1
La freddezza e l’incredulità del nostro tempo sono provocate dall’amore per il mondo e dalle preoccupazioni della vita che separano il nostro spirito da Dio. L’acqua della vita dev’essere in noi e diventare una fonte che continuerà a sgorgare fino all’eternità. Dobbiamo rivelare ciò che Dio ha realizzato dentro di noi. Se il cristiano vuole godere della luce della vita, deve impegnarsi per condurre altri alla conoscenza della verità. La sua vita deve essere caratterizzata da una attività intensa e da sacrifici in favore del prossimo. Allora le persone non si lamenteranno più per la tristezza dell’esistenza.TT1 248.2
Gli angeli sono sempre impegnati per la felicità degli altri. Questa è la fonte della loro gioia. Quello che uomini egoisti potrebbero considerare un servizio umiliante, perché si tratta di aiutare esseri miserabili e inferiori, sia per carattere sia per posizione sociale, è un’opera che viene svolta da angeli puri e irreprensibili. Lo spirito dell’amore altruistico del Cristo è lo spirito che caratterizza il cielo e costituisce la vera essenza delle gioie celesti.TT1 248.3
Coloro che non provano nessun piacere particolare nel cercare di essere una benedizione per gli altri, nel lavorare, anche a costo di sacrifici, in vista del loro bene, non possono avere né lo spirito del Cristo né lo spirito del cielo perché essi dimostrano di non essere in sintonia con l’opera degli angeli e quindi non possono beneficiare di quella benedizione che infonde nell’animo una profonda gioia. Il Cristo disse: “Io vi dico che così vi sarà in cielo più allegrezza per un solo peccatore che si ravvede, che per novantanove giusti i quali non han bisogno di ravvedimento”. Luca 15:7. Se gli angeli gioiscono vedendo i peccatori pentirsi, quale gioia proveranno i peccatori salvati dal sacrificio del Cristo nel vedere, grazie a loro, altri peccatori pentirsi e rivolgersi a Gesù? Lavorando in sintonia con il Cristo e con gli angeli proveremo una gioia che non può essere sperimentata in nessun’altra occasione.TT1 248.4
Se comprendiamo l’importanza dell’opera del Cristo sulla croce, capiremo anche il dovere assoluto di rinunciare a noi stessi per comunicare ad altri il suo messaggio e offrire una parte dei nostri beni per la proclamazione del messaggio del Vangelo. Se siamo in contatto con il cielo saremo impegnati con gli angeli in un’opera comune.TT1 248.5
L’obiettivo di coloro che sono legati alle realtà terrene è quello di accumulare il più possibile le ricchezze effimere di questa vita. L’amore per il denaro è il principio fondamentale della loro esistenza. Ma la vera gioia non scaturisce dalle ricchezze, dall’avidità, ma dalla capacità di accontentarsi, da quell’amore che porta alla rinuncia. Migliaia di persone trascorrono la loro vita cercando di soddisfare le proprie passioni mentre il loro cuore è colmo di preoccupazioni. Sono vittime dell’egoismo e scontente degli sforzi inutili che hanno fatto per soddisfare i propri desideri. Sui loro volti si legge l’infelicità e interiormente sono vuote, incapaci di realizzare qualcosa di positivo.TT1 249.1
Nella misura in cui l’amore del Cristo riempie il nostro cuore e guida la nostra vita, supereremo l’avidità, l’egoismo, l’amore per le comodità e proveremo una grande gioia nel compiere la volontà del Cristo, di cui affermiamo di essere i discepoli. La nostra felicità sarà, allora, proporzionata alle nostre opere disinteressate ispirate dall’amore del Figlio di Dio.TT1 249.2
La sapienza divina ha stabilito, nel piano della salvezza, la legge della causa e dell’effetto che implica una doppia benedizione per l’opera di assistenza in tutte le sue ramificazioni. Colui che offre ai disagiati è una benedizione per loro ed egli stesso è benedetto in misura ancora più grande. Dio avrebbe potuto realizzare il piano della salvezza senza l’aiuto dell’uomo, ma sapeva che essi non avrebbero potuto essere felici senza partecipare a questa grande opera. Essa li avrebbe portati a sviluppare spirito di sacrificio e amore per il prossimo.TT1 249.3
Affinché l’uomo potesse godere delle benedizioni che derivano dalla generosità, il nostro Redentore elaborò un piano che prevedeva la cooperazione degli uomini come suoi collaboratori. Per una serie di circostanze che rendono possibili iniziative in favore del prossimo, egli concede all’uomo i mezzi migliori per sviluppare le attività di beneficenza, per abituarlo ad aiutare coloro che sono in difficoltà e per continuare la sua opera. Egli considera i poveri come suoi rappresentanti. Attraverso le necessità del povero, un mondo in rovina ci chiede quei mezzi e quell’influsso necessari alla presentazione della verità di cui gli uomini hanno un estremo bisogno. Quando rispondiamo a questi inviti, tramite il nostro lavoro e la nostra generosità in favore degli altri, diventiamo simili a colui che per amor nostro è diventato povero. Donando, siamo una benedizione per gli altri ed entriamo in possesso delle vere ricchezze.TT1 249.4