Le responsabilità del povero
Alcuni sono desiderosi di dare in proporzione a ciò che posseggono e sanno che Dio non chiede loro nient’altro, perché non hanno molto denaro. Essi non hanno delle entrate sufficienti per poter risparmiare, dopo aver provveduto a soddisfare i bisogni della famiglia. Vi sono, però, molti che potrebbero rivolgere a se stessi la domanda: “Offro in base a ciò che posseggo?” Dio desidera che vengano utilizzate le facoltà del corpo e della mente. Alcuni non hanno sfruttato al massimo le possibilità concesse loro da Dio. Il lavoro è il retaggio del peccato dell’uomo. Il benessere fisico, mentale e morale dell’uomo implica che egli impegni la sua vita in un lavoro utile. L’apostolo esortava: “...non siate pigri...” Romani 12:11. Nessuno, povero o ricco che sia, può glorificare Dio con una vita indolente. Tutto il capitale di cui dispongono molti uomini poveri si riduce al tempo e all’energia fisica che spesso vengono sprecati nell’amore per la comodità e nella pigrizia, tanto che essi non hanno nulla da presentare a Dio sotto forma di decime e offerte. Se alcuni cristiani mancano di quella saggezza che permette di lavorare adeguatamente e utilizzare le proprie energie fisiche e mentali, devono avere l’umiltà sufficiente per accettare i consigli e i suggerimenti dei fratelli il cui buon senso potrà sopperire alle loro lacune. Molti sono contenti di non impegnarsi per il bene del prossimo e per l’opera di Dio, anche se in realtà potrebbero fare molto se solo lo volessero. Essi sono responsabili, nei confronti di Dio, del loro patrimonio di energie fisiche, così come lo sono i ricchi per il loro, quello economico.TT1 260.4
Alcuni di coloro che dovrebbero portare del denaro al tesoro di Dio, in realtà ne beneficiano. Alcuni che ora sono poveri avrebbero potuto migliorare la loro condizione grazie a un uso giudizioso del tempo, non impegnandosi in speculazioni per guadagnare del denaro in modo più facile rispetto a un lavoro paziente e perseverante. Se coloro che non hanno riportato dei successi nella vita desiderassero lasciarsi guidare, potrebbero imparare a rinunciare ed economizzare e avrebbero così la soddisfazione di esercitare la generosità invece di esserne l’oggetto. Molti sono pigri e se facessero tutto quello che sono in grado di fare sperimenterebbero la grande benedizione che si ottiene aiutando gli altri e si accorgerebbero che “più felice cosa è il dare che il ricevere”.TT1 261.1
La generosità, se ben orientata, agisce sulle facoltà mentali e morali dell’uomo e lo motiva a compiere le azioni più nobili sia per aiutare i bisognosi sia per sviluppare l’opera di Dio. Se coloro che dispongono di capitali si rendessero conto di essere responsabili nei confronti di Dio per il denaro che spendono, i loro presunti bisogni diminuirebbero. Se la loro coscienza fosse sensibile si renderebbero conto dei loro errori ogni volta che cedono alle passioni, all’orgoglio, alla vanità, all’amore per i divertimenti e allo spreco del denaro del Signore che avrebbe dovuto essere consacrato alla sua opera. Chi dilapida le ricchezze dell’Eterno, un giorno dovrà rendere conto al Maestro del proprio comportamento.TT1 261.2