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I tesori delle testimionianze 1

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    Capitolo 95: Una lezione di umiltà

    Gesù, l’amato Salvatore, ha trasmesso a tutti lezioni di umiltà, ma in modo particolare ai pastori. Nella sua umiliazione, quando stava per concludersi la sua opera terrena e stava per tornare al Padre, nella sua potenza e gloria, impartì ai discepoli una lezione sull’importanza dell’umiltà. Mentre essi discutevano fra loro per stabilire chi dovesse essere il maggiore nel regno promesso, Gesù prese un asciugamano, come un servo, e lavò i piedi di coloro che lo chiamavano Signore e Maestro.TT1 348.1

    La sua opera era quasi compiuta: doveva trasmettere ancora alcuni insegnamenti. Affinché gli apostoli non dimenticassero mai l’umiltà del puro e immacolato Agnello di Dio, colui che si offriva in sacrificio per l’uomo decaduto si umiliò per lavare loro i piedi. Farà del bene a tutti, farà del bene a voi pastori rileggere spesso il racconto delle scene conclusive della vita del nostro Redentore. Provati come lui da varie tentazioni, noi tutti possiamo trarne insegnamenti della massima importanza.TT1 348.2

    Sarebbe un’ottima cosa trascorrere ogni giorno un’ora di meditazione sulla vita del Cristo, da Betlemme al Golgota. Dobbiamo rivederla punto per punto e lasciare che la nostra immaginazione ne afferri ogni scena e si soffermi, in particolare, su quelle conclusive della sua vita terrena. Così, contemplando i suoi insegnamenti, le sue sofferenze e il suo sacrificio infinito, compiuto per redimere l’umanità, possiamo rafforzare la nostra fede, ravvivare il nostro amore ed essere più profondamente compenetrati dallo Spirito che sostenne il nostro Salvatore.TT1 348.3

    Se vogliamo essere salvati dobbiamo imparare che cos’è il pentimento e la fede ai piedi della croce. Il Cristo si umiliò per sottrarci alla distruzione eterna e accettò di subire scherno, insulti e violenze per proteggerci. Sono state le nostre trasgressioni che hanno intessuto un fitto velo di tenebre intorno al suo spirito e che gli hanno strappato quel grido. Egli si sentiva abbandonato da Dio. Sopportò le nostre sofferenze, fu colpito a causa dei nostri peccati, si offrì come vittima espiatoria perché potessimo essere giustificati, davanti a Dio, grazie a lui. Tutto ciò che di nobile e di generoso esiste nell’uomo si risveglierà nella contemplazione del Cristo sulla croce.TT1 348.4

    Desidero vedere i nostri pastori soffermarsi di più sull’esperienza della croce del Cristo: i loro cuori saranno commossi e conquistati dall’incomparabile amore che spinse Gesù al sacrificio infinito. Se, in rapporto con il messaggio della salvezza, i nostri pastori si soffermassero maggiormente sull’importanza di una religiosità pratica, parlando con il cuore pervaso dallo spirito della verità, vedremmo un maggior numero di uomini schierarsi dalla parte della salvezza; i loro cuori sarebbero conquistati alla croce del Cristo, dall’infinita generosità e misericordia del Figlio di Dio che ha sofferto per l’uomo. Questi argomenti di vitale importanza, in rapporto con le dottrine della nostra fede, potrebbero esercitare effetti positivi sulle persone, ma è necessario che chi insegna sperimenti l’amore del Cristo.TT1 348.5

    La grande esperienza della croce convincerà di peccato. Il grande amore di Dio per i peccatori, espresso nel dono del Figlio che ha sopportato l’infamia e la morte per riscattarli affinché ottenessero la vita eterna, deve essere oggetto di studio per tutta la vita. Io vi invito a studiare nuovamente l’esperienza della croce del Cristo. Se tutti gli orgogliosi e i superbi, che cercano l’approvazione umana o particolari onori da parte dei loro simili, confrontassero il valore della più eccelsa gloria terrena con il valore del Figlio di Dio, disprezzato e maltrattato proprio da coloro che veniva a redimere, come apparirebbero insignificanti tutti gli onori che l’uomo, così limitato, può offrire!TT1 349.1

    *****

    La Parola di Dio stabilisce chiari doveri, la cui osservanza manterrà il popolo di Dio umile e lontano dal mondo e dall’apostasia. è necessario partecipare più spesso alla lavanda dei piedi e alla Santa Cena. Gesù ci ha dato un esempio e ci ha detto di fare ciò che egli stesso ha fatto. Io vidi che il suo esempio deve essere seguito fedelmente; ma i fratelli e le sorelle non si sono sempre comportati come avrebbero dovuto durante la lavanda dei piedi e ne è derivata una certa confusione. Questa cerimonia deve essere introdotta nelle nuove località con attenzione e saggezza, soprattutto in quei luoghi in cui la gente non ha una certa conoscenza dell’esempio e dell’insegnamento del Cristo su questo punto e ha dei pregiudizi nei nostri confronti. Molte persone oneste, in seguito all’influsso di uomini di cui avevano una grande fiducia, hanno seri pregiudizi nei confronti di questo esplicito dovere ed è quindi necessario che questo soggetto venga presentato loro a tempo debito e nel modo dovuto.1Questo invito, a celebrare “più spesso” i riti e a uniformare la celebrazione stessa per eliminare la “confusione” che caratterizzava alcune comunità, fu rivolto nel 1853 e determinò l’attuale celebrazione trimestrale del servizio di comunione nelle Chiese Avventiste del 7° Giorno.Early Writings, 116, 117 (1854).TT1 349.2

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