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Gli uomini che vinsero un impero

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    Capitolo 27: Efeso

    Mentre Apollo stava predicando a Corinto, Paolo adempì la sua promessa di ritornare a Efeso. Egli aveva fatto una breve visita a Gerusalemme e aveva trascorso un certo tempo ad Antiochia, il luogo della sua prima missione. Poi viaggiò attraverso l’Asia Minore, “percorrendo di luogo in luogo il paese della Galazia e la Frigia”, visitando le chiese che lui stesso aveva fondato e rafforzando la fede dei credenti. Atti 18:23 (Luzzi).UVI 177.1

    Al tempo degli apostoli, la parte occidentale dell’Asia minore era conosciuta come la provincia romana dell’Asia. Efeso, la capitale, era un grande centro commerciale. Il suo porto era affollato di navi e le sue strade erano frequentate da gente di ogni paese. Come Corinto, sembrava essere un campo promettente per la diffusione dell’Evangelo.UVI 177.2

    I giudei, che erano dispersi in tutte le terre civilizzate, stavano generalmente aspettando l’avvento del Messia. Quando Giovanni Battista predicava, molti durante le loro visite a Gerusalemme per le festività annuali, si erano recati sulle rive del Giordano ad ascoltarlo. Là avevano sentito proclamare Gesù come il Messia. Essi avevano sparso la notizia in tutte le parti del mondo. In questo modo Dio aveva preparato la via per l’opera degli apostoli.UVI 177.3

    Arrivato a Efeso, Paolo trovò dodici fratelli che, come Apollo, erano stati discepoli di Giovanni Battista, e come lui avevano acquisito una certa conoscenza della missione di Cristo. Questi fratelli non avevano l’abilità di Apollo, ma con la stessa sincerità e fede stavano cercando di spargere la conoscenza che avevano ricevuto.UVI 177.4

    Questi fratelli non sapevano nulla della missione dello Spirito Santo. Quando Paolo chiese loro se avevano ricevuto lo Spirito Santo, essi risposero: “Non abbiamo neppur sentito dire che ci sia lo Spirito Santo. Ed egli disse loro: Di che battesimo siete dunque stati battezzati? Ed essi risposero: Del battesimo di Giovanni”. Atti 19:2, 3 (Luzzi).UVI 177.5

    Allora l’apostolo spiegò loro le grandi verità che sono il fondamento della speranza cristiana. Parlò di Cristo, della sua vita e della sua crudele e ignobile morte. Egli disse loro come il Signore aveva rotto le catene della morte ed era risorto annientando il suo potere. Ripeté il mandato che il Salvatore aveva affidato ai suoi discepoli: “Ogni potestà m’è stata data in cielo e sulla terra. Andate dunque, ammaestrate tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo”. Matteo 28:18, 19 (Luzzi). Inoltre disse loro della promessa di Cristo di mandare il Consolatore. Per mezzo della sua potenza si sarebbero compiuti grandi segni e prodigi; e descrisse il modo straordinario in cui questa promessa era stata adempiuta nel giorno della Pentecoste.UVI 177.6

    I fratelli ascoltarono le parole di Paolo con profondo interesse, con gratitudine e sorprendente gioia. Per fede si appropriarono della meravigliosa verità del sacrificio espiatorio di Cristo, e lo accettarono come loro Redentore. Essi furono battezzati nel nome di Gesù; e come Paolo “ebbe loro imposto le mani”, ricevettero anche il battesimo dello Spirito Santo che li rese capaci di parlare le lingue di altre nazioni e di profetizzare. Così furono qualificati per lavorare come missionari in Efeso e nelle vicinanze e a recarsi anche in altri luoghi per proclamare il Vangelo in tutta l’Asia minore.UVI 178.1

    Questi uomini ottennero l’esperienza che li qualificò per essere degli operai nel campo affidato loro, perché nutrivano uno spirito umile e pronto a imparare. Il loro esempio presenta ai cristiani una lezione di grande valore. Molte persone fanno poco progresso nella vita spirituale perché sono troppo autosufficienti e non sentono il bisogno di imparare. Esse sono contente di una conoscenza superficiale della Parola di Dio. Non desiderano cambiare la loro fede né praticarla e perciò non fanno alcun sforzo per ottenere maggior luce.UVI 178.2

    Se i seguaci di Cristo fossero più interessati alla ricerca della vera sapienza, verrebbero a conoscenza di aspetti della verità del tutto sconosciuti. Colui che si consacra completamente a Dio sarà guidato dalla mano divina. Egli può essere semplice e apparentemente senza talenti; ma se con cuore umile e fiducioso ubbidisce a ogni rivelazione del volere di Dio, le sue forze saranno purificate, nobilitate e riattivate, e le sue capacità aumentate. Quando farà tesoro delle lezioni della sapienza divina, gli sarà affidata una sacra missione; ed egli sarà capace di fare della sua vita un onore a Dio e una benedizione al mondo. “La dichiarazione delle tue parole illumina; dà intelletto ai semplici”. Salmi 119:130 (Luzzi).UVI 178.3

    Oggi, ci sono molti che ignorano l’opera che lo Spirito Santo compie sul cuore, come lo ignoravano quei credenti di Efeso; tuttavia non c’è verità più chiaramente insegnata nella Parola di Dio. Profeti e apostoli hanno trattato questo soggetto. Cristo stesso richiama la nostra attenzione sull’azione che il suo Spirito compie nel sostenere la vita spirituale dando come illustrazione la crescita delle piante. La linfa della vite, ascendendo dalle radici e diffondendosi nei rami, sostiene la crescita e produce fiori e frutti. Nello stesso modo la forza vitale dello Spirito, procedendo dal Salvatore, pervade l’anima e rinnova le motivazioni e gli affetti. Inoltre rende i pensieri sottomessi al volore di Dio e abilita il ricevitore a produrre preziosi frutti e azioni che riveleranno un carattere santificato.UVI 178.4

    L’Autore di questa vita spirituale è invisibile, e l’esatta maniera in cui questa vita è impartita e sostenuta non può essere spiegata dalla filosofia umana. Tuttavia, le operazioni della Spirito sono sempre in armonia con la Parola scritta. Come è nel mondo naturale così è in quello spirituale. La vita naturale è preservata momento dopo momento dalla potenza divina; tuttavia non è sostenuta da un miracolo diretto, bensì attraverso l’uso di benedizioni poste alla nostra portata. Allo stesso modo la vita spirituale è sostenuta dall’uso di quei mezzi che la Provvidenza ha fornito agli uomini. Affinché il seguace di Cristo possa crescere “allo stato d’uomini fatti, all’altezza della statura perfetta di Cristo”, deve nutrirsi del pane della vita e bere all’acqua della salvezza. Efesini 4:13 (Luzzi). Egli deve vigilare, pregare e lavorare, seguendo in ogni caso le istruzioni di Dio contenute nella sua Parola.UVI 179.1

    Un’altra lezione ci viene data attraverso l’esperienza di quei giudei convertiti. Quando essi ricevettero il battesimo di Giovanni non avevano completamente compreso la missione di Gesù come Colui che porta i nostri peccati. Essi sostenevano seri errori. Ma quando ricevettero una luce più chiara e accettarono Cristo come loro Redentore, progredirono nelle loro esperienze fino a giungere a cambiare idea circa i loro doveri e le loro vite. Come simbolo di questo cambiamento e come riconoscimento della loro fede in Cristo, furono ribattezzati nel nome di Gesù.UVI 179.2

    Paolo, come era solito fare, aveva cominciato il suo lavoro a Efeso predicando nella sinagoga dei giudei. Lì continuò a lavorare per tre mesi, “discorrendo con parole persuasive delle cose relative al regno di Dio”. All’inizio fu ricevuto favorevolmente, ma, come in altri luoghi, ben presto fu violentemente ostacolato. “Alcuni s’indurivano e rifiutavano di credere, dicendo male della nuova Via dinanzi alla moltitudine”. Atti 19:8, 9 (Luzzi). Dato che questi persistevano nel rifiutare il Vangelo, l’apostolo cessò di predicare nella sinagoga.UVI 179.3

    Lo Spirito di Dio aveva collaborato nell’opera che Paolo aveva intrapresa in favore dei suoi connazionali. Tutto il possibile era stato fatto per convincere quanti desideravano onestamente conoscere la verità. Ma molti permisero di farsi condizionare dal pregiudizio e dall’incredulità e rifiutarono di cedere alla convincente evidenza degli argomenti esposti da Paolo. Temendo che la fede dei credenti fosse messa in pericolo dalla continua associazione con questi oppositori della verità, Paolo si separò da loro, e raccolse i discepoli in un gruppo distinto, continuando la sua pubblica istruzione nella scuola di Tiranno, un insegnante di una certa notorietà.UVI 179.4

    L’apostolo vide che “una larga porta” si stava aprendo dinanzi a lui sebbene vi fossero “molti avversari”. 1 Corinzi 16:9 (Luzzi). Efeso non era solo la più bella ma anche la più corrotta delle città dell’Asia. Superstizione e piacere sensuale predominavano su tutta la sua popolazione. Criminali di ogni tipo trovavano rifugio all’ombra dei suoi templi, dove fiorivano i vizi più degradanti.UVI 180.1

    Efeso era un centro famoso per il culto di Diana. La fama del magnifico tempio di “Diana degli Efesini” era sparsa attraverso tutta l’Asia e il mondo. Il suo insuperabile splendore era l’orgoglio, non solo della città, ma di tutta la nazione. La tradizione dichiarava che l’idolo nel tempio era caduto dal cielo. Su di esso erano iscritti dei caratteri simbolici, i quali, si credeva, possedessero grande potenza. Libri erano stati scritti dagli efesini per spiegare il significato e l’uso di questi simboli.UVI 180.2

    Tra quelli che studiavano approfonditamente questi libri costosi, c’erano molti maghi, i quali esercitavano un potente influsso sulle menti dei superstiziosi adoratori dell’idolo situato nel tempio.UVI 180.3

    A Efeso, Paolo ricevette segni speciali del favore divino. La potenza di Dio accompagnò le sue opere, e molti furono guariti da infermità fisiche. “Iddio faceva de’ miracoli straordinari per le mani di Paolo; al punto che si portavano sui malati degli asciugatoi e de’ grembiuli che erano stati sul suo corpo, e le malattie si partivano da loro, e gli spiriti maligni se ne uscivano”. Atti 19:11, 12 (Luzzi). Queste manifestazioni di sovrumana potenza erano superiori a tutte quelle che si erano viste a Efeso. Esse non potevano essere imitate dall’abilità del prestigiatore né dagli incantesimi del mago. Mentre i miracoli venivano compiuti nel nome di Gesù di Nazareth, la gente ebbe l’opportunità di vedere che il Dio del cielo era più potente degli stregoni che adoravano la dea Diana. In questo modo il Signore esaltò il suo servitore dinanzi agli idolatri e lo innalzò oltre il più potente e favorito dei maghi.UVI 180.4

    Colui al quale tutti gli spiriti maligni si devono sottoporre, Colui che ha dato ai suoi servitori autorità su di essi, stava per portare una grande vergogna e sconfitta su coloro che disprezzavano e profanavano il suo santo nome. La stregoneria era stata proibita dalla legge mosaica, pena la morte, tuttavia ogni tanto dei giudei apostati l’avevano praticata segretamente. Al tempo della visita di Paolo a Efeso, c’erano nella città “alcuni degli esorcisti giudei” che, vedendo i miracoli compiuti dall’apostolo, “tentarono anch’essi di invocare il nome del Signor Gesù su quelli che avevano degli spiriti maligni”. Un tentativo di questo tipo fu fatto da “sette figliuoli di un certo Sceva, Giudeo, capo sacerdote”. Avendo trovato un uomo posseduto da un demone essi rivolgendosi a lui, dissero: “Io vi scongiuro, per quel Gesù che Paolo predica”. Ma “lo spirito maligno, rispondendo, disse loro: Gesù, lo conosco, e Paolo so chi è; ma voi chi siete? E l’uomo che avea lo spirito maligno si avventò su due di loro; li sopraffece, e fe’ loro tal violenza, che se ne fuggirono da quella casa, nudi e feriti”. Atti 19:13-16 (Luzzi).UVI 180.5

    Questa fu l’inconfutabile prova della santità del nome di Cristo e del pericolo che corrono quelli che lo invocano senza aver fede nella divinità e nella missione del Salvatore. “E tutti furon presi da spavento, e il nome del Signor Gesù era magnificato”. Atti 19:17 (Luzzi).UVI 181.1

    Fatti precedentemente celati furono ora portati alla luce. Alcuni fra i credenti non avevano completamente rinunciato alle loro superstizioni. E in una certa misura avevano continuato a praticare la magia. Ora, convinti del proprio peccato, “molti di coloro che aveano creduto, venivano a confessare e a dichiarare le cose che aveano fatte”. Questa buona opera si estese anche ad alcuni degli stregoni; e un “buon numero di quelli che aveano esercitato le arti magiche, portarono i loro libri assieme, e li arsero in presenza di tutti; e calcolatone il prezzo, trovarono che ascendeva a cinquantamila dramme d’argento. Così la parola di Dio cresceva prepotentemente e si rafforzava”. Atti 19:18-20 (Luzzi).UVI 181.2

    Gli efesini convertiti, bruciando i loro libri di magia, mostravano che tutte le cose nelle quali prima trovavano piacere, erano ora un abominio. Per mezzo della magia essi avevano offeso Dio e rischiato di non essere salvati; e fu proprio contro la magia che ora manifestavano tale indignazione. Questa era la prova migliore dell’autenticità della loro conversione.UVI 181.3

    Queste pratiche di divinazione contenevano regole e formule di comunicazione con gli spiriti maligni. Esse costituivano la regola del culto a Satana per sollecitare il suo aiuto e per ottenere informazioni da lui. Se i discepoli avessero conservato questi libri si sarebbero esposti alla tentazione; mentre se li avessero venduti avrebbero posto la tentazione nella vita di altri. Essi avevano rinunciato al regno delle tenebre ed erano disposti a fare qualsiasi sacrificio pur di distruggere il suo potere. Così la verità trionfò sul pregiudizio umano e sull’amore per il denaro.UVI 181.4

    Una grande vittoria fu così ottenuta nella vera roccaforte della superstizione per mezzo della manifestazione della potenza di Cristo. L’eco di quegli avvenimenti aveva avuto un effetto che sorprese lo stesso Paolo. La notizia da Efeso circolò altrove, e un forte impeto fu dato alla causa di Cristo. Queste scene durarono nella memoria degli uomini per lungo tempo dopo la morte di Paolo. Molte persone si convertirono al Vangelo a motivo di quei fatti.UVI 181.5

    Scioccamente si suppone che nella civilizzazione del ventesimo secolo non esista quella superstizione pagana. Ma la Parola di Dio e la chiara evidenza dei fatti dimostrano che la magia è praticata in questi tempi come lo era ai giorni degli antichi stregoni. Il vecchio sistema di magia è in realtà lo stesso di quello che è ora conosciuto come spiritualismo moderno. Satana sta trovando accesso in migliaia di menti, presentandosi sotto le sembianze di amici defunti. Le Scritture dichiarano che “i morti non sanno nulla”. Ecclesiaste 9:5 (Luzzi). I loro pensieri, il loro amore, il loro odio, sono scomparsi. I morti non hanno comunione con i viventi. Ma Satana, fedele al suo primo inganno, impiega questo metodo per poter ottenere il controllo delle menti.UVI 182.1

    Molti malati, molte persone che hanno perduto qualche caro e molti curiosi stanno comunicando con spiriti maligni per mezzo dello spiritismo. Tutti coloro che si avventurano in questo si trovano in una posizione pericolosa. La Parola della verità dichiara come Dio li considera. Nei tempi antichi Egli pronunciò un severo giudizio su un re che aveva interpellato un oracolo pagano, per ricevere consiglio. “È forse perché non v’è Dio in Israele che voi andate a consultare Baal-Zebub, dio di Ekron?. Perciò, così dice l’Eterno: “Tu non scenderai dal letto sul quale sei salito, ma per certo morrai”. 2 Re 1:3, 4 (Luzzi).UVI 182.2

    Gli stregoni pagani erano ispirati dallo stesso spirito che oggi ispira i medium, i chiaroveggenti e tutte quelle persone che predicono il futuro. Le mistiche voci che parlarono a Ekron e a Efeso stanno ancora ingannando, con le loro bugiarde parole, i figli degli uomini. Se il velo che è sui nostri occhi fosse sollevato potremmo vedere angeli malvagi impegnare tutte le loro arti per ingannare e distruggere. Satana sta usando la sua potenza ingannatrice ovunque venga esercitato un influsso che conduce gli uomini a dimenticare Dio. Quando gli uomini cedono al suo potere, ben presto si rendono conto che la mente è stregata da pensieri e immagini che sono fonte di inquietudine. L’ammonizione che Paolo diede alla chiesa di Efeso dovrebbe essere presa in considerazione dal popolo di Dio oggi: “Non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre; anzi, piuttosto riprendetele!” Efesini 5:11 (Luzzi).UVI 182.3

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