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Gli uomini che vinsero un impero

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    Capitolo 36: Apostasia in Galazia

    Paolo, mentre soggiornava in Corinto, ebbe ragione di essere seriamente preoccupato per alcune delle chiese già fondate. A causa dell’influsso dei falsi insegnanti sorti fra i credenti di Gerusalemme, divisioni, eresie e sensualità stavano rapidamente guadagnando terreno fra i convertiti della Galazia. Questi falsi insegnanti stavano mescolando le tradizioni giudaiche con le verità del Vangelo. Essi, ignorando la decisione del concilio generale tenutosi a Gerusalemme, imponevano ai Gentili convertiti l’osservanza della legge cerimoniale.UVI 240.1

    La situazione era critica. Il male che era stato introdotto minacciava di distruggere rapidamente le chiese in Galazia.UVI 240.2

    Paolo era ferito al cuore e la sua anima era agitata per questa aperta apostasia da parte di coloro che egli aveva fedelmente istruito nei princìpi del Vangelo. Egli scrisse immediatamente ai credenti sviati, esponendo le false teorie che avevano accettato e rimproverando con grande severità quelli che si stavano allontanando dalla fede. Dopo avere salutato i galati con le seguenti parole: “Grazie a voi e pace da Dio Padre e dal Signor nostro Gesù Cristo”, egli scrisse loro queste frasi di severo rimprovero:UVI 240.3

    “Io mi maraviglio che così presto voi passiate da Colui che vi ha chiamati mediante la grazia di Cristo, a un altro vangelo. Il quale poi non è un altro vangelo; ma ci sono alcuni che vi turbano e vogliono sovvertire l’Evangelo di Cristo. Ma quand’anche noi, quand’anche un angelo dal cielo vi annunziasse un vangelo diverso da quello che v’abbiamo annunziato, sia egli anatema”. Galati 1:3, 6-8 (Luzzi). Gli insegnamenti di Paolo erano stati in armonia con le Scritture e lo Spirito Santo aveva testimoniato ai suoi sforzi; perciò avvertì i suoi fratelli di non ascoltare alcuna cosa che contraddicesse le verità da lui insegnate.UVI 240.4

    L’apostolo esortò i credenti della Galazia a considerare attentamente la loro prima esperienza nella vita cristiana. “O Galati insensati — esclamò — chi v’ha ammaliati, voi, dinanzi agli occhi dei quali Gesù Cristo crocifisso è stato ritratto al vivo? Questo soltanto desidero saper da voi: Avete voi ricevuto lo Spirito per la via delle opere della legge o per la predicazione della fede? Siete voi così insensati? Dopo aver cominciato con lo Spirito, volete ora raggiungere la perfezione con la carne? Avete voi sofferto tante cose invano? Se pure è proprio invano. Colui dunque che vi somministra lo Spirito ed opera fra voi de’ miracoli, lo fa Egli per la via delle opere della legge o per la predicazione della fede?” Galati 3:1-5 (Luzzi).UVI 240.5

    Così Paolo presentò i credenti della Galazia davanti al tribunale della loro stessa coscienza e cercò di impedire l’allontanamento dalla verità. Confidando in Dio per la salvezza e rifiutando di riconoscere le dottrine degli insegnanti apostati, l’apostolo si sforzò di far comprendere ai convertiti che erano stati grossolanamente ingannati, ma che se fossero ritornati alla loro fede iniziale nel Vangelo, essi avrebbero ancora potuto annientare il piano di Satana. Egli si schierò con fermezza dalla parte della verità e della giustizia. La fede e la certezza che lui aveva nel messaggio che portava, aiutò molti di quelli che avevano perso la fede a ritornare a seguire le orme del Salvatore.UVI 241.1

    Quanto differente fu la maniera con la quale Paolo scrisse alla chiesa di Corinto da quella con la quale si rivolse ai galati! Egli rimproverò i primi con cautela e tenerezza, e i secondi con aspre parole di riprensione. I corinzi erano stati sopraffatti dalla tentazione. Essi erano stati confusi e ingannati da ingegnosi sofismi di insegnanti che presentavano errori come fossero verità. Insegnare loro come distinguere il falso dal vero, richiese prudenza e pazienza. Se Paolo avesse avuto fretta o avesse agito con severità, avrebbe distrutto il suo influsso su molti di quelli che lui desiderava aiutare.UVI 241.2

    Nelle chiese della Galazia, la falsa dottrina stava soppiantando il messaggio del Vangelo. Cristo, il vero fondamento della fede, fu virtualmente rinnegato per le tramontate cerimonie del giudaismo. L’apostolo comprese che per salvare i galati dai pericolosi influssi che li minacciavano, bisognava prendere delle misure drastiche e dare degli avvertimenti che scuotessero la loro coscienza.UVI 241.3

    Una importante lezione che ogni ministro di Cristo deve imparare, è quella di adattare i propri sforzi alla condizione di quelli che lui intende aiutare. Tenerezza, pazienza, decisione e fermezza sono ugualmente necessari, ma devono essere esercitati con approfondita discriminazione. Trattare saggiamente con differenti tipi di mentalità, sotto varie circostanze e condizioni, è un lavoro che richiede saggezza e un discernimento illuminato e santificato dallo Spirito di Dio.UVI 241.4

    Nella sua lettera ai galati, Paolo riassunse brevemente i principali avvenimenti connessi con la propria conversione e con la sua prima esperienza cristiana. In questo modo egli cercò di mostrare che era stato guidato a vedere e comprendere le grandi verità del Vangelo attraverso una speciale manifestazione della potenza divina. Per mezzo dell’istruzione ricevuta da Dio, Paolo fu guidato ad avvertire e ammonire i galati in maniera così decisa. Egli scrisse senza esitazione e senza dubbi, con la certezza e la convinzione che derivano da una conoscenza completa della verità. Indicò chiaramente la differenza esistente tra l’essere istruiti dall’uomo e il ricevere istruzione direttamente da Cristo.UVI 241.5

    L’apostolo esortò i galati a lasciare le false guide dalle quali erano stati sviati, e a ritornare a quella fede che era stata accompagnata dall’indiscutibile evidenza dell’approvazione divina. Gli uomini che avevano tentato di distoglierli dalla loro fede nel Vangelo erano degli ipocriti, impuri nel cuore e corrotti nella vita. La loro religione era formata da un numero di cerimonie, attraverso l’osservanza delle quali essi pretendevano di ottenere il favore di Dio. Costoro non avevano alcun desiderio di un Vangelo che richiedeva ubbidienza alla parola: “Se uno non è nato di nuovo non può vedere il regno di Dio”. Giovanni 3:3 (Luzzi). Essi pensavano che una religione basata su questa dottrina richiedesse un sacrificio troppo grande, così si aggrappavano ai loro errori, ingannando se stessi e gli altri.UVI 242.1

    La sostituzione della santità del cuore e della vita con la partecipazione formale alle cerimonie religiose è ancora gradita all’anima inconvertita, come lo era a quei giorni. Oggi come allora, ci sono false guide spirituali, le cui dottrine vengono ascoltate da molti con bramosia. è lo scopo ben studiato di Satana quello di deviare le menti dalla speranza di salvezza per mezzo della fede in Cristo e dall’ubbidienza alla legge di Dio. In ogni tempo il nemico per eccellenza adatta le sue tentazioni ai pregiudizi o alle inclinazioni di coloro che cerca di ingannare. Nel periodo apostolico egli guidò i giudei a esaltare la legge cerimoniale e a rigettare Cristo; al presente, con la pretesa di onorare Cristo, induce molti di coloro che si dicono cristiani a gettare infamia sulla legge morale e a insegnare che questi precetti possono essere trasgrediti con impunità. Ogni servitore di Dio ha il dovere di affrontare con fermezza e decisione questi pervertitori della fede, esponendo senza timore i loro errori con l’ausilio delle Sacre Scritture.UVI 242.2

    Nel tentativo di riottenere la fiducia dei fratelli galati, Paolo difese abilmente la sua posizione di apostolato di Cristo. Egli dichiarò di essere apostolo, “non dagli uomini né per mezzo d’alcun uomo, ma per mezzo di Gesù Cristo e di Dio Padre che l’ha risuscitato dai morti”. Galati 1:1 (Luzzi). Il suo mandato non dipendeva dagli uomini ma dalla più alta autorità celeste. La sua posizione era stata riconosciuta dal concilio generale di Gerusalemme, alle cui decisioni Paolo si attenne in tutti i suoi sforzi fra i Gentili.UVI 242.3

    Non fu per esaltare se stesso ma per magnificare la grazia di Dio che l’apostolo presentò a quelli che stavano negando il suo apostolato la prova che lui non era “in nulla da meno di cotesti sommi apostoli”. 2 Corinzi 11:5 (Luzzi). Quelli che cercarono di sminuire la sua chiamata e il suo operato stavano lottando contro Cristo, la cui grazia e potenza venivano manifestate attraverso Paolo. L’apostolo fu costretto dall’opposizione dei suoi nemici a una condotta decisa per mantenere la sua posizione e la sua autorità.UVI 243.1

    Paolo supplicò quelli che una volta avevano conosciuto nella loro vita la potenza di Dio, a ritornare al loro primo amore per la verità evangelica. Con indiscutibili argomenti, egli presentò i privilegi di essere uomini e donne liberi in Cristo, per mezzo della cui grazia espiatrice, tutti coloro che si sottomettono completamente alla sua volontà sono rivestiti dell’abito della sua giustizia. Ogni anima che voleva essere salvata doveva avere una genuina, personale esperienza nelle cose di Dio.UVI 243.2

    Le ferventi parole di supplica dell’apostolo non rimasero senza frutto. Lo Spirito Santo operò con grande potenza, e molti di coloro che si erano sviati in strani sentieri, ritornarono alla loro primitiva fede nel Vangelo. Da allora essi furono saldi nella libertà perché Cristo li aveva liberati. Nella loro vita furono rivelati i frutti dello Spirito: “Amore, allegrezza, pace, longanimità, benignità, bontà, fedeltà, dolcezza, temperanza”. Galati 5:22 (Luzzi). Il nome di Dio fu glorificato e molti furono aggiunti al numero dei credenti in quella regione.UVI 243.3

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