Capitolo 8: Davanti al sinedrio
La croce, strumento di vergogna e tortura, ha portato speranza e salvezza al mondo. I discepoli erano uomini semplici, senza ricchezze, senza armi tranne la Parola di Dio; tuttavia, fortificati da Cristo, avanzavano predicando la storia meravigliosa della sua vita: dalla nascita alla morte. Essi raccontavano di come avessero superato tutte le difficoltà. Sebbene fossero privi di onori e di riconoscimenti mondani, si dimostrarono dei veri e propri eroi della fede. Dalle loro labbra uscivano parole di eloquenza divina che sconvolsero il mondo.UVI 49.1
In Gerusalemme, dove esisteva il più profondo pregiudizio e le più confuse idee circa Colui che era stato crocifisso come un malfattore, i discepoli continuavano a predicare con franchezza le parole di vita, presentando ai giudei l’opera e la missione di Cristo, la sua crocifissione, la sua risurrezione e ascensione al cielo. I sacerdoti e i capi del popolo ascoltavano con stupore la chiara e coraggiosa testimonianza degli apostoli. La potenza del Salvatore risorto era sui discepoli e il loro lavoro, accompagnato da segni e miracoli, ogni giorno aumentava il numero dei convertiti. La gente portava i suoi malati lungo le strade dove i discepoli dovevano passare, “Li mettevano su lettucci e giacigli, affinché, quando Pietro passava, l’ombra sua almeno ne adombrasse qualcuno”. Atti 5:15 (Luzzi). Qui erano portate anche persone afflitte da spiriti immondi. La folla si raccoglieva intorno a loro e quelli che erano guariti innalzavano lodi a Dio, glorificando il nome del Redentore.UVI 49.2
I sacerdoti e i capi del popolo videro che Cristo era innalzato al di sopra di loro. Ora, i sadducei che non credevano nella risurrezione, udivano gli apostoli dichiarare che Cristo era risorto dai morti, e ne furono molto irritati, perché consapevoli che, se agli apostoli fosse stato permesso di predicare del Salvatore risorto e di operare miracoli nel suo nome, la dottrina che affermava l’inesistenza della risurrezione sarebbe stata rigettata da tutti, e la setta dei sadducei si sarebbe presto estinta. I farisei erano furiosi perché sentivano che l’insegnamento dei discepoli tendeva a distruggere le cerimonie giudaiche, e a rendere inutile le offerte sacrificali.UVI 49.3
Fino a questo momento tutti gli sforzi di sopprimere il nuovo insegnamento erano stati vani; ma ora entrambi, sadducei e farisei, decisero che il lavoro dei discepoli doveva essere fermato, perché stava dimostrando che essi erano colpevoli della morte di Gesù. Pieni di indignazione, i sacerdoti, con un’azione violenta, arrestarono Pietro e Giovanni, e li rinchiusero entrambi nella stessa prigione.UVI 49.4
I capi della nazione ebraica avevano chiaramente fallito lo scopo che Dio aveva prefisso per il popolo eletto. Il Signore li aveva fatti depositari della verità, ma essi si erano dimostrati infedeli al compito loro affidato, e Dio scelse altri per compiere la sua opera. Nella loro cecità, questi dirigenti mostrarono pienamente ciò che essi chiamavano giusta indignazione contro coloro che avevano abbandonato le loro care dottrine. Non ammisero neppure la minima possibilità di aver erroneamente compreso la Parola, o di avere male interpretato e applicato le Scritture. Essi agivano come uomini che hanno perso la ragione. Quali diritti hanno questi insegnanti — essi dissero — alcuni dei quali sono semplici pescatori, di presentare idee contrarie alle dottrine che noi abbiamo insegnato al popolo? Avendo deciso di sopprimere l’insegnamento di queste idee, essi imprigionarono gli uomini che le presentavano.UVI 50.1
I discepoli non furono impauriti o scoraggiati da questo tattamento. Lo Spirito Santo riportò alla loro mente le parole dette da Gesù: “Il servitore non è da più del suo signore. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma tutto questo ve lo faranno a cagion del mio nome, perché non conoscono Colui che m’ha mandato”. “Vi espelleranno dalle sinagoghe: anzi l’ora viene che chiunque v’ucciderà, crederà di offrir servigio a Dio”. “Ma io v’ho dette queste cose, affinché quando sia giunta l’ora in cui avverranno, vi ricordiate che ve l’ho dette”. Giovanni 15:20, 21; 16:2, 4 (Luzzi).UVI 50.2
L’Iddio del cielo, l’onnipotente sovrano dell’universo, prese la faccenda dell’imprigionamento dei discepoli nelle sue stesse mani. Degli uomini stavano lottando contro la sua opera. L’angelo del Signore, nella notte, aprì le porte della prigione, e disse ai discepoli: “Andate, presentatevi nel tempio e quivi annunziate al popolo tutte le parole di questa Vita”. Atti 5:20 (Luzzi). Quest’ordine era esattamente il contrario di quello dato dai capi giudei. Gli apostoli pensarono forse, noi non possiamo fare questo fino a che non avremo consultato i magistrati e ricevuto il loro permesso? No; Dio aveva detto: “Andate!” ed essi ubbidirono. “Entrarono sullo schiarir del giorno nel tempio e insegnavano”. Atti 5:21 (Luzzi).UVI 50.3
Quando Pietro e Giovanni si incontrarono con i credenti, riferirono che un angelo li aveva guidati direttamente tra la squadra di soldati che faceva la guardia alla prigione e che li aveva esortati a riprendere il lavoro che era stato interrotto. I fratelli furono meravigliati e pieni di gioia.UVI 50.4
Nel frattempo il sommo sacerdote e quelli che erano con lui “convocarono il Sinedrio e tutti gli anziani dei figliuoli d’Israele”. Atti 5:21 (Luzzi). I sacerdoti e i capi del popolo avevano tramato di incolpare i discepoli di insurrezione, dell’assassinio di Anania e Saffira e di cospirazione contro l’autorità dei sacerdoti. Speravano, così, di incitare la massa a prendere il caso nelle loro mani e a trattare i discepoli come avevano trattato Gesù. Essi si rendevano conto che molti, che non avevano accettato gli insegnamenti di Cristo, erano però stanchi dell’arbitrario comportamento delle autorità giudee e ansiosi di qualche cambiamento. I sacerdoti temevano che se queste persone insoddisfatte avessero accettato le verità proclamate dagli apostoli, e avessero riconosciuto Gesù come il Messia, l’ira dell’intero popolo si sarebbe scagliata contro i capi religiosi, i quali sarebbero stati costretti a rispondere dell’assassinio di Cristo. Essi decisero così di prendere misure forti per prevenire tutto ciò.UVI 51.1
Quando questi chiesero che i prigionieri fossero portati dinanzi a loro, con grande stupore si accorsero che erano spariti, anche se le porte della prigione erano state trovate intatte e i soldati avevano fatto la guardia senza mai allontanarsi da quel luogo.UVI 51.2
Seguì subito un altro rapporto: “Ecco, gli uomini che voi metteste in prigione sono nel tempio, e stanno quivi ammaestrando il popolo. Allora il capitano del tempio, con le guardie, andò e li menò via, non però con violenza, perché temevano d’esser lapidati dal popolo”. Atti 5:25, 26 (Luzzi).UVI 51.3
Sebbene gli apostoli fossero stati liberati miracolosamente dalla prigione, non furono però esenti da esame e punizione. Cristo, quando era con loro aveva detto: “Badate a voi stessi! Vi daranno in man dei tribunali”. Marco 13:9 (Luzzi). Mandando un angelo a liberarli, Dio aveva dato a loro un segno del suo amore e la certezza della sua presenza. Era iniziato però il tempo in cui essi avrebbero dovuto soffrire per amore di Colui del quale stavano predicando il Vangelo.UVI 51.4
Nella storia dei profeti e degli apostoli ci sono nobili esempi di lealtà a Dio. I testimoni di Cristo hanno sopportato la prigione, la tortura e la morte stessa, piuttosto che trasgredire gli ordini di Dio. L’esempio lasciato da Pietro è eroico tanto quanto ogni altro esempio che abbia riguardato la proclamazione del Vangelo. Affrontando per la seconda volta quegli uomini decisi ad annientarli, i discepoli non li temettero e non esitarono a testimoniare della loro fede. E quando il sommo sacerdote disse: “Noi vi abbiamo del tutto vietato di insegnare in cotesto nome; ed ecco avete riempita Gerusalemme della vostra dottrina, e volete trarci addosso il sangue di cotesto uomo”, Pietro rispose: “Bisogna ubbidire a Dio anziché agli uomini”. Atti 5:28, 29 (Luzzi). Fu un angelo dal cielo che li liberò dalla prigione e ordinò loro di insegnare nel tempio. Seguendo queste istruzioni, essi ubbidirono a un ordine divino, e questo dovevano continuare a fare, a qualsiasi costo.UVI 51.5
Allorché lo spirito d’ispirazione si posò sui discepoli, gli accusati diventarono accusatori, e incolparono dell’assassinio di Cristo quelli che componevano il concilio. “L’Iddio de’ nostri padri ha risuscitato Gesù, che voi uccideste appendendolo al legno. Esso ha Iddio esaltato con la sua destra, costituendolo Principe e Salvatore, per dare ravvedimento a Israele, e remissione dei peccati. E noi siam testimoni di queste cose; e anche lo Spirito Santo, che Dio ha dato a coloro che gli ubbidiscono”. Atti 5:30-32 (Luzzi).UVI 52.1
I giudei si infuriarono così tanto nell’udire queste parole che decisero di giudicarli a modo loro. Senza ulteriore processo e senza l’autorità degli ufficiali romani condannarono a morte i prigionieri. Ormai colpevoli del sangue di Cristo, essi erano impazienti di sporcarsi le mani con il sangue dei suoi discepoli.UVI 52.2
Nel concilio ci fu un uomo che riconobbe la voce di Dio nelle parole pronunciate dai discepoli. Costui era Gamaliele, un fariseo di buona reputazione, uomo colto e di posizione elevata. Il suo chiaro intelletto vide che le violente azioni che i sacerdoti tramavano avrebbero recato terribili conseguenze. Prima di rivolgersi ai presenti, egli chiese che i prigionieri fossero allontanati. Lui conosceva bene gli elementi con i quali doveva trattare, e sapeva che niente avrebbe fatto esitare gli assassini di Cristo a procedere nel loro intento.UVI 52.3
Gamaliele parlò con grande ponderatezza e calma, dicendo: “Uomini Israeliti, badate bene, circa questi uomini, a quel che state per fare. Poiché, prima d’ora, sorse Teuda, dicendosi esser qualche gran cosa; e presso a lui si raccolsero intorno a quattrocento uomini; ed egli fu ucciso; e tutti quelli che gli aveano prestata fede, furono sbandati e ridotti a nulla. Dopo costui, sorse Giuda il Galileo, a’ dì del censimento, e si trascinò dietro della gente; anch’egli perì, e tutti coloro che gli aveano prestata fede furon dispersi. E adesso io vi dico: Non vi occupate di questi uomini, e lasciateli stare; perché, se questo disegno o quest’opera è dagli uomini, sarà distrutta; ma se è da Dio, voi non li potrete distruggere, se non volete trovarvi a combattere anche contro Dio”. Atti 5:35-39 (Luzzi).UVI 52.4
I sacerdoti compresero la ragionevolezza di queste idee, e furono obbligati a essere d’accordo con Gamaliele. Tuttavia non era facile eliminare il loro pregiudizio e il loro odio. Con riluttanza, dopo aver picchiato i discepoli e dopo averli nuovamente avvertiti di non predicare più nel nome di Gesù a rischio di mettere in pericolo la loro vita, li rilasciarono. “Ed essi se ne andarono dalla presenza del Sinedrio, rallegrandosi d’essere stati reputati degni di esser vituperati per il nome di Gesù. E ogni giorno, nel tempio e per le case, non ristavano d’insegnare e di annunziare la buona novella che Gesù è il Cristo”. Atti 5:41, 42 (Luzzi).UVI 52.5
Poco prima della sua crocifissione, Cristo li fece eredi della sua pace. “Io vi lascio pace — Egli disse — vi do la mia pace. Io non vi do come il mondo dà. Il vostro cuore non sia turbato e non si sgomenti”. Giovanni 14:27 (Luzzi). Questa non è la pace che si ottiene conformandosi al mondo. Cristo mai acquistò la pace attraverso il compromesso con il male. La pace che Cristo lasciò ai suoi discepoli è una pace interiore più che esteriore, e una pace che rimane con i suoi testimoni anche di fronte a lotte e difficoltà.UVI 53.1
Cristo, parlando di se stesso, disse: “Non pensate ch’io sia venuto a metter pace sulla terra; non sono venuto a metter pace, ma spada”. Matteo 10:34 (Luzzi). Il Principe della pace fu, malgrado le sue buone intenzioni, una causa di divisione. Colui che venne a proclamare la buona novella, a portare speranza e gioia ai cuori umani, ha acceso una controversia che brucia profondamente e che genera intense passioni nel cuore umano. Egli avverte i suoi seguaci: “Nel mondo avrete dolori”. Giovanni 16:33. “Vi metteranno le mani addosso e vi perseguiteranno, dandovi in man delle sinagoghe e mettendovi in prigione, traendovi dinanzi a re e governatori, a cagion del mio nome”. “Voi sarete traditi perfino da genitori, da fratelli, da parenti e da amici; faranno morire parecchi di voi”. Luca 21:12, 16 (Luzzi).UVI 53.2
Questa profezia si è adempiuta in maniera evidente. I seguaci di Gesù hanno subìto ogni tipo di offesa, biasimo e crudeltà che Satana poteva istigare nel cuore umano. Avverranno ancora queste cose, perché l’uomo naturale è tuttora avverso alla legge di Dio, e non si sottomette alla sua volontà così come è espressa nei comandamenti. Oggi, il mondo non è più in armonia con i princìpi di Cristo di quanto lo fosse ai giorni degli apostoli. Lo stesso odio che generò il grido: “Crocifiggilo! Crocifiggilo!”, lo stesso odio che provocò la persecuzione dei discepoli, ancora opera nei figli della disubbidienza. Lo stesso spirito che, nel Medioevo, consegnò uomini e donne alla prigione, all’esilio e alla morte, che concepì la raffinata tortura dell’Inquisizione, che ideò ed eseguì il massacro di San Bartolomeo, che alimentò i roghi di Smithfield, è ancora al lavoro con malvagia energia nei cuori non rigenerati dallo Spirito. La storia è sempre stata caratterizzata dalla lotta tra la verità e l’errore. La proclamazione del Vangelo ha fatto dei progressi, nonostante abbia incontrato una forte opposizione e sia stata esposta a pericoli, penurie e sofferenze.UVI 53.3
Quale forza sostenne coloro che nel passato sono stati perseguitati per amore di Cristo? Fu l’unione con Dio, l’unione con lo Spirito Santo, l’unione con Cristo. Biasimo e persecuzione hanno separato molti credenti dai loro amici, tuttavia queste cose non possono averli separati dall’amore di Cristo. Mai un’anima provata è più profondamente amata dal Salvatore di quando questa soffre per amore della verità. “Io l’amerò — disse Gesù — e mi manifesterò a lui”. Giovanni 14:21 (Luzzi). Cristo è al fianco del credente, quando per amore della verità affronta le sbarre dei tribunali terreni. Quando egli è confinato dentro le mura di una prigione, Cristo si manifesta a lui, e lo conforta con il suo amore. Quando egli subisce la morte per amore di Cristo, il Salvatore gli dice: loro possono uccidere il corpo ma non distruggere l’anima. “Fatevi animo, io ho vinto il mondo”. Giovanni 16:33 (Luzzi). “Tu, non temere, perché io son teco; non ti smarrire, perché io sono il tuo Dio; io ti fortifico, io ti soccorro, io ti sostengo con la destra della mia giustizia”. Isaia 41:10 (Luzzi).UVI 54.1
“Quelli che confidano nell’Eterno sono come il monte di Sion, che non può essere smosso, ma dimora in perpetuo. Gerusalemme è circondata dai monti; e così l’Eterno circonda il suo popolo, da ora in perpetuo”. Salmi 125:1-3 (Luzzi). “Egli redimerà l’anima loro dall’oppressione e dalla violenza, e il loro sangue sarà prezioso agli occhi suoi”. Salmi 72:14 (Luzzi).UVI 54.2
“L’Eterno degli eserciti li proteggerà; ... L’Eterno, il loro Dio, li salverà, in quel giorno, come il gregge del suo popolo; poiché saranno come pietre d’un diadema, che rifulgeranno sulla sua terra”. Zaccaria 9:15, 16 (Luzzi).UVI 54.3