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I tesori delle testimionianze 3

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    Un motivo per il servizio

    Recentemente mi sono svegliata, durante la notte, e ho avuto una visione delle sofferenze di Cristo per gli uomini. Vidi il suo sacrificio, il disprezzo e la derisione da lui subiti da parte degli empi, la sua agonia nel Giardino del Getsemani, il tradimento di Giuda e la sua crocifissione.TT3 216.2

    Vidi Cristo in mezzo a un folto gruppo di persone. Egli cercava di inculcare nelle loro menti i suoi insegnamenti, ma veniva disprezzato e respinto da loro. Eppure gli uomini lo disprezzavano. Tale scena mi procurò una grande tristezza. Gridai a Dio: “Che ne sarà di questa gente? Nessuno di loro vorrà rinunciare al’alta opinione che ha di sé per cercare il Signore come fa un piccolo fanciullo? Nessuno si umilierà davanti a Dio, pentendosi e confessando le proprie colpe?”.TT3 216.3

    Mi fu presentata l’agonia di Gesù nel Giardino del Getsemani, quando il calice misterioso vacillava nella mano del Redentore. “Padre, se è possibile — Egli pregava — passi oltre da me questo calice!” Matteo 26:39. Mentre pregava il Padre, delle grosse gocce di sangue cadevano dal suo volto al suolo. Le forze delle tenebre erano raccolte intorno al Salvatore per scoraggiarlo.TT3 216.4

    Rialzatosi dal suolo si diresse verso il luogo dove aveva lasciato i suoi discepoli, dopo aver loro detto di vegliare e di pregare con lui per non essere vinti dalla tentazione. Voleva vedere se essi comprendevano la sua agonia, perché aveva bisogno di simpatia umana. Li trovò addormentati. Tre volte andò da loro e ogni volta li trovò che dormivano.TT3 216.5

    Tre volte il Salvatore pregò: “Padre, se è possibile, passi oltre da me questo calice”. Fu là che il destino di un mondo perduto oscillò sulla bilancia. Se Gesù avesse rifiutato di bere il calice ne sarebbe derivata la rovina eterna del genere umano. Ma un angelo dal cielo fortificò il Figliolo di Dio perché accettasse il calice e ne bevesse l’amaro dolore.TT3 216.6

    Pochi si rendono conto che tutto ciò fu fatto per ognuno di loro! Quanto sono pochi quelli che dicono: “Egli è morto per me, affinché io potessi formarmi un carattere per la vita eterna”.TT3 216.7

    Mentre queste cose mi venivano presentate così vividamente, pensai: “Io non potrò mai esporre interamente questo argomento alla gente”. Io vi ho dato solo una pallida idea di quello che mi fu presentato. Ho ripensato a quel calice tremante nelle mani di Cristo e mi sono resa conto che Egli avrebbe potuto rifiutare di berlo e lasciare che il mondo perisse nel suo peccato. Bisogna che ogni energia della mia vita sia consacrata al’opera di conquista delle anime per lui.TT3 216.8

    Cristo venne sulla terra a soffrire e a morire affinché noi potessimo diventare collaboratori di Dio, per mezzo del’esercizio della fede in lui e l’appropriazione dei suoi meriti. Il Salvatore voleva che dopo la sua ascesa al cielo per diventare intercessore dell’uomo, i suoi seguaci proseguissero l’opera da lui cominciata. L’agente umano non vorrà mostrare un particolare interesse nel dare la luce del messaggio evangelico a coloro che sono nelle tenebre? Alcuni sono disposti ad andare fino agli estremi limiti del mondo per recare la luce della verità agli uomini; ma Dio chiede che ogni persona che conosce la verità cerchi di condurne altre al’amore della verità stessa. Se noi non siamo disposti a fare delle rinunce per salvare le anime che stanno per perire, come potremo essere ritenuti degni di entrare nella città di Dio?TT3 216.9

    C’è un ’opera individuale che deve essere fatta da ciascuno di noi. Io so che molti fra voi si pongono nella giusta relazione con Cristo. Il loro unico pensiero è di presentare il messaggio della verità alla gente del mondo. Tali persone sono sempre pronte a offrire i loro servizi. Però il mio cuore soffre quando vedo tanti altri che si accontentano di un ’esperienza di poco valore, un ’esperienza che non costa loro nulla. La loro vita dice che per essi Cristo è morto invano.TT3 217.1

    Non vi sarà posto per voi nel Regno di Dio, se non pensate che è un onore essere partecipi delle sofferenze di Cristo e non provate tristezza per coloro che stanno per perire, se non siete disposti a sacrificare per il compimento del’opera i mezzi che potete procurarvi. Noi dobbiamo essere sempre partecipi delle sofferenze e della rinuncia di Cristo. Bisogna che lo Spirito di Dio riposi su noi e ci guidi del continuo al sacrificio.TT3 217.2

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