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I tesori delle testimionianze 3

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    Capitolo 68: Unità in Cristo Gesù

    Mentre partecipavo al Consiglio della Conferenza Generale, nel settembre del 1904, la mia mente si interessò profondamente del’unità che deve caratterizzare la nostra opera. Non fui in grado di assistere a tutte le sedute, però durante la notte passarono davanti a me varie scene e sentii che avevo un messaggio per il nostro popolo in molti paesiTT3 246.1

    Il mio cuore è addolorato quando vede che con tali meravigliosi incentivi a sviluppare al massimo le nostre forze e le nostre capacità, noi ci acconsentiamo di essere dei nani nel’opera di Cristo. E’ desiderio di Dio che tutti i suoi operai crescano fino a raggiungere la statura perfetta di uomini e donne in Cristo. Dove c’è vitalità, c’è crescita e la crescita testimonia della vitalità. Le parole e le opere recano una vivente testimonianza di quello che il cristianesimo fa per i seguaci di Gesù.TT3 246.2

    Quando voi svolgete l’opera che vi è stata assegnata, senza discutere e senza criticare, essa sarà accompagnata da una libertà, da una luce e da una potenza che daranno reputazione e influenza alle istituzioni e alle iniziative con le quali siete collegati.TT3 246.3

    Ricordate che non occuperete mai una posizione vantaggiosa se siete agitati e se vi assumete l’incarico di correggere ogni anima che si avvicina a voi. Se cedete alla tentazione di criticare gli altri, di additare gli altrui sbagli, di demolire quello che essi stanno facendo potete essere certi che non riuscirete a svolgere la vostra parte nel miglior modo possibile.TT3 246.4

    Il nostro è un tempo in cui ogni uomo che occupa una posizione di responsabilità e ogni membro di chiesa dovrebbero mettere ogni aspetto del loro lavoro in intimo accordo con gli insegnamenti della Parola di Dio. Si dovrebbe chiedere al Signore di essere resi simili a lui per quanto riguarda il nostro parlare e il nostro agire. Noi dovremmo mostrare al mondo le caratteristiche che contraddistinguono la vera chiesa di Dio.TT3 246.5

    Dalla sua elevata posizione Cristo, il Re della gloria, la Maestà del cielo, vide la condizione degli uomini. Ebbe pietà degli esseri umani nella loro debolezza e nel loro stato di peccato e venne su questa terra per rivelare quello che Dio è per gli uomini. Lasciando le corti regali e rivestendo la sua divinità con l’umanità, Egli stesso venne nel mondo per esercitare in nostro favore un carattere perfetto. Egli non scelse la sua dimora fra i grandi della terra: nacque nella povertà, da genitori umili e visse nel disprezzato villaggio di Nazareth. Non appena fu abbastanza grande da maneggiare gli arnesi, partecipò alla responsabilità di provvedere alla famiglia.TT3 246.6

    Cristo si umiliò per stare alla testa del’umanità, affrontando le tentazioni e sopportando le prove che l’umanità deve affrontare e sostenere. Egli dovrà conoscere ciò che l’uomo aveva subito da parte di Satana per poter sapere come soccorrere quanti sono tentati.TT3 246.7

    Cristo è stato fatto nostro Giudice. Il Padre non è il Giudice, giudici non sono gli angeli. Colui che prese su di sé l’umanità e che visse in questo mondo una vita perfetta deve giudicarci, perché Egli solo può essere nostro Giudice. Fratelli, non vogliamo ricordarlo? Ministri non volete rammentarlo? Non volete ricordarlo anche voi, padri e madri? Cristo prese la nostra umanità per poter essere il nostro Giudice. Nessuno di voi è stato nominato giudice degli altri. Tutto quello che potete fare è di disciplinare il vostro giudizio. Nel nome di Cristo vi scongiuro di prestare ascolto al’ingiunzione che Egli vi fa di mai occupare il seggio del giudizio. Giorno dopo giorno questo messaggio è echeggiato alle mie orecchie: “Scendi dal seggio del giudizio! Scendine umilmente”.TT3 246.8

    Mai come oggi c’è stato un tempo in cui sia stato tanto importante rinunciare al proprio io per prendere ogni giorno la croce. Quanta rinuncia siamo disposti a praticare?TT3 247.1

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