Loading...
Larger font
Smaller font
Copy
Print
Contents

I tesori delle testimionianze 3

 - Contents
  • Results
  • Related
  • Featured
No results found for: "".
  • Weighted Relevancy
  • Content Sequence
  • Relevancy
  • Earliest First
  • Latest First
    Larger font
    Smaller font
    Copy
    Print
    Contents

    Capitolo 16: Fuori dalle città

    Coloro che debbono occuparsi della scelta di un luogo dove sistemare i nostri ospedali dovrebbero studiare attentamente la natura e lo scopo della nostra opera sanitaria e ricordare che essi si stanno operando per la restaurazione del’immagine di Dio nell’uomo. In una mano devono avere i rimedi per il sollievo della sofferenza fisica, e nel’altra l’Evangelo che rialza le anime oppresse dal peccato. Così essi lavoreranno come veri missionari medici e potranno gettare in molti cuori il seme della verità.TT3 68.1

    Nello scegliere il luogo dove sorgeranno i nostri ospedali non devono aver posto né l’egoismo, né l’ambizione personale. Cristo venne in questo mondo per insegnarci a vivere e a lavorare. Impariamo da lui a non scegliere per i nostri ospedali dei luoghi che piacciono a noi, ma quelli che meglio si adattano alla nostra opera.TT3 68.2

    Dalla luce che mi è stata data circa l’opera medico-missionaria, risulta che noi abbiamo perduto dei grandi vantaggi per non esserci resi conto della necessità di cambiare i nostri piani per quel che riguarda la posizione degli ospedali. Il Signore vuole che essi siano situati fuori città, in campagna, in luoghi attraenti. In mezzo alla natura — che è il giardino di Dio — gli ammalati troveranno sempre qualcosa che varrà a distogliere la loro attenzione da se stessi e a volgere il loro pensiero a Dio.TT3 68.3

    Mi è stato detto che gli ammalati vanno curati lungi dal tumulto delle città, lungi dal traffico — tram e altri mezzi di trasporto — cittadino. Quelli che vengono nei nostri ospedali, provenienti da zone rurali, apprezzeranno un lungo silenzioso dove potranno essere, fra l’altro, più rapidamente influenzati dallo Spirito di Dio.TT3 68.4

    Il giardino di Eden, dimora dei nostri progenitori, era bellissimo. Da ogni parte l’occhio prendeva piacere a guardare i graziosi arbusti e i delicati fiori. In esso vi erano alberi di ogni tipo, molti dei quali carichi di frutti. Sui loro rami gli uccelli cinguettavano allegramente. Adamo ed Eva, nella loro innocenza, erano rallegrati dalle visioni e dai canti del’Eden. Anche oggi, sebbene il peccato abbia gettato la sua ombra sulla terra, Dio desidera che i suoi figli trovino piacere nel contemplare la natura creata. Perciò, sistemare i nostri ospedali in uno scenario naturale significa attenersi al suo piano. Più questo piano viene fedelmente seguito, tanto più Egli opererà per alleviare la sofferenza del’umanità. Per le nostre istituzioni scolastiche e sanitarie dovrebbero essere scelti dei luoghi dove, lontano dalle dense nubi di peccato che gravano sulle grandi città, si può levare il Sole di giustizia, recando “la guarigione sulle sue ali”. Malachia 4:2.TT3 68.5

    I dirigenti della nostra opera devono insegnare alla gente che gli ospedali vanno situati in un ambiente piacevole, in luoghi non disturbati dal’agitazione della città; dove, grazie a un saggio insegnamento, i pazienti possono orientare i loro pensieri verso Dio. Io ho ripetutamente descritto questi luoghi ma a quanto pare nessuno mi ha ascoltato. Di recente, e in modo particolarmente chiaro e convincente, mi è stato fatto vedere il vantaggio che deriva dal situare le nostre istituzioni — specialmente scuole e ospedali — fuori città.TT3 68.6

    Perché i nostri medici sono così ansiosi di stabilirsi in città? L’atmosfera delle città è inquinata. In esse i pazienti che hanno delle tendenze malsane da vincere non possono essere aiutati adeguatamente. Per gli ammalati, vittime del’alcol, i bar di una città rappresentano una continua tentazione. Mettere i nostri ospedali là dove sono circondati dal’empietà, significa voler neutralizzare gli sforzi fatti per la guarigione dei pazienti.TT3 69.1

    In futuro le condizioni di vita in città diverranno sempre più sgradevoli e l’influenza del’ambiente cittadino risulterà totalmente sfavorevole al compimento del’opera che i nostri ospedali sono chiamati a svolgere.TT3 69.2

    Dal punto di vista della salute, il fumo e la polvere delle città sono nocivi. I malati, che per buona parte del giorno sono chiusi fra quattro mura, spesso finiscono col sentirsi prigionieri in camera loro. Quando guardano fuori della finestra non vedono altro che case. Quelli poi che sono addirittura confinati nelle loro stanze sono facilmente portati a meditare sulle loro sofferenze e sui loro malanni. Talvolta un malato può essere avvelenato dal suo stesso respiro.TT3 69.3

    Vi sono altre controindicazioni che sconsigliano di costruire delle istituzioni mediche di una certa importanza in città.TT3 69.4

    Perché privare i pazienti del beneficio salutare che deriva dalla vita al’aria aperta? Dio mi ha fatto capire che se i malati vengono incoraggiati a lasciare le loro camere e a trascorrere un po’ di tempo al’aria aperta, coltivando i fiori o svolgendo qualche leggera attività che sia anche gradita le loro menti saranno distolte dal pensare al proprio stato. La loro attenzione sia diretta a qualcosa che può contribuire alla loro guarigione. L’esercizio al’aria aperta dovrebbe essere prescritto come una vera e propria cura. Più i pazienti potranno essere tenuti fuori, meno avranno bisogno di cure. Più l’ambiente sarà gradevole più essi diventeranno fiduciosi. Circondateli delle cose più belle della natura, metteteli là dove essi possano vedere i fiori crescere e udire il canto degli uccelli. Chiusi nelle loro camere, invece, per quanto esse possano essere belle ed elegantemente arredate, si sentiranno di cattivo umore e diventeranno malinconici. Date loro il vantaggio della vita al’aperto e sparirà ogni loro inquietudine. Essi ne trarranno un beneficio fisico e psichico.TT3 69.5

    “Fuori dalle città!” è il mio messaggio. I nostri medici da tempo avrebbero dovuto essere più sensibili su questo punto. Io spero, prego e credo che essi vorranno capire l’importanza di stabilire i nostri ospedali in campagna.TT3 69.6

    È vicino il tempo in cui le grandi città saranno colpite dai castighi di Dio. Presto saranno terribilmente scosse. Per quanto grandi e forti possano essere i loro palazzi, e anche se sono stati presi dei provvedimenti antiincendio, basterà che Dio stenda la sua mano perché nel volgere di pochi minuti o di poche ore non rimanga più che un ammasso di rovine.TT3 69.7

    Le città corrotte del nostro mondo saranno spazzate via dal vento della distruzione. Nelle calamità che oggi colpiscono degli immensi edifici e dei vasti settori delle città, Dio ci fa vedere quello che avverrà su tutta la terra. Gesù disse: “Imparate dal fico questa similitudine: Quando già i suoi rami si fanno teneri e mettono le foglie, voi sapete che l’estate è vicina. Così anche voi, quando vedrete tutte queste cose, sappiate che Egli è vicino, proprio alle porte”. Matteo 24:32, 33.TT3 69.8

    Per anni mi è stata data una luce speciale: noi non dobbiamo concentrare il nostro lavoro nelle città. L’agitazione e la confusione che vi regnano, le condizioni provocate dai sindacati e dagli scioperi, sono di ostacolo alla nostra opera. Gli uomini cercano di trascinare gli appartenenti ai vari sindacati sotto il controllo di certe confederazioni. Questo non è il piano di Dio: è quello di una potenza che noi non dobbiamo seguire in nessun caso. La Parola di Dio si va adempiendo: gli empi si stanno legando essi stessi in fasci che poi saranno arsi1Le lotte sindacali nel territorio nordamericano furono caratterizzate, in quegli anni, da scontri violenti con la forza pubblica e con bande di delinquenti prezzolati dal padronato. La stampa avventista prese posizione contro il carattere violento di queste lotte, ponendolo in contrasto con il valore cristiano della non-violenza. Dal canto suo Ellen White annunciò la crisi di questo tipo di organizzazione sindacale. Di lì a qualche decennio, l’AFL (American Federation of Labor), la maggiore confederazione sindacale nordamericana comincerà il suo declino. Ci pare utile segnalare, a questo proposito, un significativo saggio di Robert C. Kistler: Adventists and Labor Unions in the United States, Review & Herald, Washington — Hagerstown, 1984 (ndr)..TT3 69.9

    Noi, ora, dobbiamo utilizzare tutte le capacità che ci sono state affidate per dare al mondo l’ultimo avvertimento. In questa opera noi dobbiamo conservare i caratteri che contraddistinguono il movimento avventista. Non dobbiamo aderire a società segrete o a sindacati, dobbiamo restare liberi, guardando del continuo a Cristo per ricevere da lui le necessarie istruzioni. Ogni nostra iniziativa dovrebbe essere accompagnata dalla consapevolezza del’importanza del’opera che il Signore ci ha affidato.TT3 70.1

    Mi è stato rivelato che le città saranno piene di confusione, di violenza e di criminalità e che tutte queste cose andranno aumentando di intensità sino alla fine della storia di questo mondo.TT3 70.2

    Larger font
    Smaller font
    Copy
    Print
    Contents