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Il gran conflitto

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    Capitolo 15: La Bibbia e la Rivoluzione francese

    Nel XVI secolo la Riforma, con una Bibbia aperta in mano, aveva bussato alla porta di tutte le nazioni d’Europa. Alcune la ricevettero con gioia, quale messaggera del cielo, mentre altre, influenzate dal papato, le chiusero la porta in faccia, impedendo così che il messaggio biblico esercitasse la sua azione benefica. In uno di questi paesi la luce venne in seguito soffocata dalle tenebre: dopo secoli di lotta fra verità ed errore, alla fine il male ebbe il sopravvento e la verità fu respinta. “E il giudizio è questo: che la luce è venuta nel mondo, e gli uomini hanno amato le tenebre più che la luce...” Giovanni 3:19. Quella nazione raccolse gli amari frutti di ciò che aveva seminato. Quel popolo che aveva disprezzato il dono della grazia celeste, perse la protezione divina. Il male, ormai senza freni, si sviluppò e il mondo si rese conto delle conseguenze del rifiuto della verità.GC 211.1

    La guerra secolare della Francia nei confronti della Parola di Dio sfociò nelle scene della Rivoluzione. Questa terribile vicenda fu il logico risultato della soppressione della Bibbia da parte di Roma1Per quanto riguarda le grandi conseguenze derivate dal rifiuto della Bibbia e della religione biblica, cfr. H. von Sybel, History of the French Revolution, vol. 5, cap. 1, parr. 3-7; H.T. Buckle, History of Civilization in England, New York, 1895, vol. 1, capp. 8, 12, 14, 364-366, 369-371, 437, 540, 541, 550; Blackwood’s Magazine, novembre, 1833, vol. 34, n. 215, 739; J.G. Lorimer, An Historical Sketch of the Protestant Church in France, cap. 8, parr. 6, 7. e fornì la prova più eloquente, che il mondo avesse mai avuto, dei risultati che una nazione può ottenere dopo un millennio trascorso alla scuola del papato.GC 211.2

    La soppressione delle Sacre Scritture durante il periodo della supremazia papale era stata predetta dai profeti e l’Apocalisse aveva preannunciato le terribili conseguenze che sarebbero derivate, specialmente per la Francia, dal dominio dell’ “uomo di peccato”.GC 211.3

    Così disse l’angelo del Signore: “...e questi calpesteranno la santa città per quarantadue mesi. E io darò ai miei due testimoni di profetare, ed essi profeteranno per milleduecentosessanta giorni, vestiti di cilicio... E quando avranno compiuta la loro testimonianza, la bestia che sale dall’abisso muoverà loro guerra e li vincerà e li ucciderà. E i loro corpi morti giaceranno sulla piazza della gran città, che spiritualmente si chiama Sodoma ed Egitto, dove anche il Signor loro è stato crocifisso... E gli abitanti della terra si rallegreranno di loro e faranno festa e si manderanno regali gli uni agli altri, perché questi due profeti avranno tormentati gli abitanti della terra. E in capo ai tre giorni e mezzo uno spirito di vita procedente da Dio entrò in loro, ed essi si drizzarono in piè e grande spavento cadde su quelli che li videro”. Apocalisse 11:2-11.GC 211.4

    I periodi profetici qui indicati “42 mesi” e “1.260 giorni” si riferiscono a una stessa realtà: indicano, cioè, il periodo durante il quale la chiesa del Cristo avrebbe subìto l’oppressione di Roma. I 1.260 anni della supremazia papale iniziarono nel 538 d.C. e finirono nel 1798. Quell’anno un esercito francese penetrò in Roma, fece prigioniero il papa e lo condusse in esilio a Valenza dove morì. Sebbene venisse subito eletto un nuovo pontefice, il papato non fu più in grado di ristabilire la sua antica potenza.GC 212.1

    La persecuzione della chiesa non durò per tutto il periodo dei 1.260 anni, perché Dio nella sua misericordia nei confronti del popolo abbreviò il tempo della prova. Nel predire la “grande tribolazione” che la chiesa avrebbe sperimentato il Salvatore dichiarò: “E se quei giorni non fossero stati abbreviati, nessuno scamperebbe; ma, a cagion degli eletti, que’ giorni saranno abbreviati”. Matteo 24:22. Grazie alla Riforma, la persecuzione finì prima del 1798.GC 212.2

    A proposito dei due testimoni, il profeta dichiara: “Questi sono i due olivi e i due candelabri che stanno nel cospetto del Signore della terra”. Apocalisse 11:4. “La tua parola” dice il salmista “è una lampada al mio piè ed una luce sul mio sentiero”. Salmi 119:105. I due testimoni rappresentano le Scritture dell’Antico e del Nuovo Testamento. Entrambe sono testimoni importanti dell’origine e della perpetuità della legge di Dio e del piano della salvezza. I tipi, i sacrifici e le profezie dell’Antico Testamento indicano il Salvatore che doveva venire; i vangeli e le epistole del Nuovo Testamento, a loro volta, parlano del Salvatore venuto esattamente nel modo predetto dai tipi e dai profeti.GC 212.3

    “...Ed essi profeteranno per milleduecentosessanta giorni, vestiti di cilicio”. Apocalisse 11:3. Per quasi tutto il periodo, i due messaggeri di Dio rimasero nell’oscurità, in quanto il potere papale si sforzava di nascondere al popolo la Parola della verità e di presentare falsi testimoni che ne contraddicessero la testimonianza.2Il concilio di Tolosa, che fu convocato al tempo della crociata contro gli albigesi, decretò: “Noi proibiamo ai laici di possedere copie dell’Antico e del Nuovo Testamento... Noi proibiamo loro, nella maniera più severa, di possedere i libri suddetti nella lingua del popolo... I capi dei distretti scoveranno gli eretici nelle loro abitazioni, nelle tane, nelle foreste; anche i loro rifugi sotterranei dovranno essere completamente eliminati” (Concil. Tolosanum, Pope Gregory IX, Anno chr. 1229, canoni 14 e 12). “Questa peste (la Bibbia) si è talmente diffusa che alcuni si sono addirittura fatti i loro sacerdoti e anche degli evangelisti che hanno distorto e distrutto la verità del Vangelo e fatto dei nuovi vangeli come sostegno delle loro idee... (essi sanno che) la predicazione e la spiegazione della Bibbia è assolutamente vietata ai laici” (Acts of Inquisition, Ph. Van Limborch, History of the Inquisition, cap. 8). Il concilio di Tarragona (1234) decretò: “Nessuno può possedere i libri dell’Antico e del Nuovo Testamento in lingua romanza. Se qualcuno li possiede, dovrà consegnarli al vescovo locale entro otto giorni dalla promulgazione del presente decreto, perché siano dati alle fiamme ed egli, chierico o laico che sia, non venga considerato con sospetto fino a quando ogni sospetto non sia chiarito” (D. Lortsch, Histoire de la Bible en France, 1910, 14). Al concilio di Costanza (1415) Wycliffe fu condannato, dopo la sua morte, da Arundel, arcivescovo di Canterbury, che lo definì: “Spregevole sostenitore di quella dannata eresia, che ha inventato una nuova traduzione delle Scritture nella sua lingua materna”. L’opposizione alla Bibbia da parte della Chiesa Cattolica Romana è continuata attraverso i secoli ed è aumentata all’epoca della fondazione delle Società bibliche. L’ 8 dicembre 1866 papa Pio IX nella sua enciclica Quanta cura pubblicò un sillabo che sotto dieci titoli o capitolati elencava 80 errori. Sotto il titolo IV erano indicati: “Socialismo, comunismo, società segrete, società bibliche... Pesti di questo genere devono essere distrutte con ogni mezzo possibile”. Quando la Bibbia fu proibita dalle autorità civili e religiose; quando la sua testimonianza fu falsificata e l’impegno di uomini e demoni mirava a distogliere da essa la mente delle persone; quando chi amava la verità era perseguitato, tradito, torturato, sepolto in orribili celle, martirizzato per la sua fede o costretto a fuggire sui monti e a rifugiarsi nelle caverne fu allora che i fedeli testimoni “profetarono vestiti di sacco”. In questo modo essi resero la loro testimonianza nell’arco dei 1.260 anni. Anche nelle epoche più buie ci furono uomini fedeli che amarono la Parola di Dio e onorarono l’Altissimo. A questi fedeli servitori fu data la saggezza, la forza e l’autorità necessarie per proclamare la verità.GC 212.4

    “E se alcuno li vuole offendere, esce dalla lor bocca un fuoco che divora i loro nemici; e se alcuno li vuole offendere bisogna ch’ei sia ucciso in questa maniera”. Apocalisse 11:5. Gli uomini non possono calpestare impunemente la Parola di Dio. Il significato di questa terribile denuncia viene espresso nel capitolo conclusivo dell’Apocalisse: “Io lo dichiaro a ognuno che ode le parole della profezia di questo libro: Se alcuno vi aggiunge qualcosa, Dio aggiungerà ai suoi mali le piaghe descritte in questo libro; e se alcuno toglie qualcosa dalle parole del libro di questa profezia, Iddio gli torrà la sua parte dell’albero della vita e della città santa, delle cose scritte in questo libro”. Apocalisse 22:18, 19.GC 213.1

    Questi sono gli avvertimenti dati da Dio per mettere gli uomini in guardia contro la tendenza di modificare in qualche modo ciò che egli ha rivelato e ordinato; essi si applicano a tutti coloro che con il loro influsso inducono gli uomini a considerare con leggerezza la legge di Dio. Queste solenni dichiarazioni dovrebbero far tremare quanti affermano che, in fondo, ubbidire o meno alla legge di Dio non ha importanza. Chiunque metta la propria opinione al di sopra della rivelazione divina, chiunque cerchi di mutare il chiaro significato della Scrittura per adattarlo ai propri interessi o per conformarsi al mondo, si addossa una tremenda responsabilità. La Parola scritta, la legge di Dio, sarà il criterio che servirà a valutare il carattere di ognuno e condannerà tutti coloro che saranno stati trovati mancanti.GC 213.2

    “E quando avranno compiuta [traduzione letterale, staranno per compiere, ndt] la loro testimonianza, la bestia che sale dall’abisso muoverà loro guerra e li vincerà e li ucciderà”. Apocalisse 11:7. Il periodo durante il quale i due testimoni avrebbero trasmesso il loro messaggio vestiti di sacco doveva finire nel 1798. Verso la fine della loro attività, esercitata nell’ombra, essi sarebbero stati contrastati dal potere rappresentato dalla “bestia che sale dall’abisso”. In molte nazioni europee per secoli le autorità civili ed ecclesiastiche erano state sotto il controllo di Satana il quale, per conseguire i suoi fini, si serviva del papato. Ora si assiste a una nuova manifestazione della potenza satanica.GC 213.3

    Con il pretesto di una particolare venerazione per la Bibbia, Roma aveva conservato il libro di Dio in una lingua sconosciuta, nascondendolo così al popolo. Ma ecco sopraggiungere un’altra potenza, la bestia che sale dall’abisso, per combattere apertamente contro la Parola di Dio.GC 213.4

    La “grande città”, nelle cui strade furono uccisi i due testimoni e nelle quali giacquero i loro corpi morti, è chiamata spiritualmente Egitto. Di tutte le nazioni ricordate nel racconto biblico, l’Egitto è quella che più delle altre negò l’esistenza di Dio e rifiutò di ubbidire ai suoi ordini. Nessun sovrano si ribellò con tanta audacia contro l’autorità come il faraone d’Egitto. Quando Mosè gli trasmise il messaggio di Dio, egli disse con orgoglio: “...Chi è l’Eterno ch’io debba ubbidire alla sua voce e lasciar andare Israele? Io non conosco l’Eterno, e non lascerò affatto andare Israele!” Esodo 5:2. Questo è ateismo. La nazione, rappresentata dall’Egitto, doveva anch’essa rifiutare di riconoscere i diritti del Dio vivente e manifestare un identico spirito di incredulità e di sfida. La “grande città” è anche paragonata spiritualmente a Sodoma. La corruzione di Sodoma, che calpestò la legge di Dio, si espresse specialmente nella sua lussuria. Questo peccato doveva essere la caratteristica della nazione che avrebbe adempiuto questa profezia.GC 213.5

    Dalle parole del profeta appare chiaro che poco prima del 1798 una potenza di origine satanica si sarebbe presentata per combattere contro la Bibbia. Nel paese dove i due testimoni dovevano essere ridotti al silenzio si sarebbe manifestato l’ateismo di faraone e la lussuria di Sodoma.GC 214.1

    Questa profezia si è adempiuta in maniera impressionante nella storia della Francia. Durante la Rivoluzione, nel 1793, “per la prima volta il mondo udì un’assemblea di uomini, nati e cresciuti in paesi civili, che si arrogava il diritto di governare una delle più nobili nazioni europee, alzare la voce per rinnegare unanimemente la più solenne verità che l’uomo possa conoscere: la fede e l’adorazione della Deità”.3W. Scott, Life of Napoleon, vol. 1, cap. 17. “Fra tutte le nazioni del mondo delle quali si posseggono dati storici autentici, la Francia è l’unica che abbia osato schierarsi in aperta ribellione contro l’Autore dell’universo. È vero che bestemmiatori e atei sono sempre esistiti e tuttora esistono ancora in Inghilterra, in Germania, in Spagna e altrove; però è altrettanto vero che la Francia ci offre la visione di uno stato che con un decreto della sua assemblea legislativa affermò la non esistenza di Dio e vide la maggioranza della sua popolazione, nella capitale e nelle altre città, accogliere l’annuncio con gioia e con danze”.4Blackwood’s Magazine, novembre, 1870.GC 214.2

    La Francia, inoltre, manifestò anche le caratteristiche di Sodoma. Durante la Rivoluzione ci furono immoralità e corruzione simili a quelle che provocarono la distruzione di questa città. Lo stesso storico, nel narrare i fatti di quell’epoca, presenta l’ateismo e la depravazione della Francia come la profezia aveva indicato: “In stretta relazione con queste leggi contrarie alla religione, vi era quella che sminuiva il matrimonio. L’impegno più sacro che possa esistere fra due esseri umani, e la cui validità è indispensabile per l’equilibrio della società, era considerato alla stregua di un semplice contratto civile, di carattere transitorio, che ognuno dei due contraenti poteva stipulare o sciogliere a suo piacimento... Se dei nemici della società si fossero imposti il compito di attuare un sistema per distruggere tutto ciò che è bello, venerabile e duraturo nella vita domestica, perpetuandolo di generazione in generazione, non avrebbero potuto escogitare un piano più efficace di quello consistente nel porre il matrimonio a un livello così basso. Sophie Arnoult, attrice famosa per la sua intelligenza, definì il matrimonio repubblicano “Il sacramento dell’adulterio”.5W. Scott, op. cit., vol. 1, cap. 17.GC 214.3

    “Dove anche il Signor loro è stato crocifisso”. Questa profezia si adempì in Francia. In nessun altro paese infatti si manifestò un’ostilità simile nei confronti del Cristo. In nessun altro paese la verità incontrò un’opposizione così amara e crudele. Nella sua persecuzione contro i testimoni del Vangelo, la Francia crocifisse Cristo nella persona dei suoi discepoli.GC 215.1

    Nel corso dei secoli il sangue dei santi è stato sparso abbondantemente. Mentre i valdesi morivano sulle Alpi per “la Parola di Dio e la testimonianza di Gesù”, anche i loro fratelli, gli albigesi di Francia proclamavano la verità. Ai tempi della Riforma, gli ugonotti erano stati uccisi dopo orribili torture. Il re e i nobili, le donne dell’aristocrazia, le fragili e delicate fanciulle, orgoglio e vanto della nazione, erano stati testimoni dell’agonia dei martiri di Gesù. I coraggiosi ugonotti avevano sparso il loro sangue battendosi per quei sacri diritti. I protestanti erano stati considerati dei fuorilegge: sulle loro teste gravava una taglia ed erano braccati come belve feroci.GC 215.2

    I pochi discendenti degli antichi cristiani che ancora esistevano in Francia nel XVIII secolo, noti con il nome di “Chiesa del deserto”, conservavano la fede dei padri. Quando di notte si avventuravano lungo i pendii dei monti o si dirigevano verso qualche luogo appartato per riunirsi e adorare Dio, venivano perseguitati dai soldati del re, arrestati e condannati al carcere a vita. I francesi più onesti, i più nobili e intelligenti furono incatenati fra ladri e assassini, dopo essere stati oggetto di terribili torture.6Cfr. J.A. Wylie, The History of Protestantism, vol. 22, cap. 6. Altri, trattati meno crudelmente, furono uccisi a sangue freddo mentre, inermi e inoffensivi, pregavano in ginocchio. Centinaia di vecchi, donne e fanciulli innocenti vennero uccisi e abbandonati là dove si erano riuniti per celebrare il loro culto. Percorrendo i monti e i boschi, dove in generale i protestanti si radunavano, non era raro incontrare “ogni quattro passi dei cadaveri stesi al suolo oppure appesi agli alberi”. Il paese, devastato dalla spada, dalla scure e dal rogo, “diventò un vasto e desolato deserto”. “Queste atrocità, lo si noti bene... non furono perpetrate nel buio medioevo, ma all’epoca di Luigi XIV, epoca in cui si esaltava la scienza, fiorivano le lettere e i teologi della corte e della capitale, dotti ed eloquenti, ostentavano grazia, mansuetudine e carità”.7J.A. Wylie, op. cit., vol. 22, cap. 7.GC 215.3

    Ma la pagina più nera e più orribile che sia mai stata scritta nel corso dei secoli è quella relativa al massacro della notte di San Bartolomeo. Il mondo ricorda ancora, con brividi di orrore, le scene di quella infida e crudele carneficina. Il re di Francia, istigato dal clero romano, approvò quell’eccidio spaventoso. Una campana, suonando a morto in piena notte, diede il segnale della strage. Migliaia di protestanti che dormivano tranquilli, fiduciosi dell’impegno preso dal re, furono catturati e, senza potersi difendere, trucidati a sangue freddo.GC 216.1

    Come Cristo era stato l’invisibile condottiero d’Israele dalla schiavitù dell’Egitto alla libertà in terra di Canaan, così Satana fu il capo invisibile che diresse questa spaventosa opera di sterminio. A Parigi la strage durò sette giorni, i primi tre caratterizzati da un furore inconcepibile. Essa non si limitò alla sola capitale. Per ordine speciale del sovrano fu estesa a tutte le province e a tutte le città dove c’erano dei protestanti. Non ci fu rispetto alcuno né per il sesso né per l’età. Non furono risparmiati né gli anziani né i neonati. Nobili e plebei, vecchi e giovani, madri e figli vennero uccisi senza nessuna discriminazione. In tutta la Francia il massacro durò due mesi e i morti, il fior fiore della nazione, furono settantamila.GC 216.2

    “Quando la notizia della strage giunse a Roma, l’esultanza del clero non conobbe limiti. Il cardinale di Lorena ricompensò il messaggero con un dono di mille corone; il cannone di Castel Sant’Angelo tuonò in segno di giubilo; le campane suonarono a stormo; innumerevoli fiaccolate mutarono la notte in giorno; papa Gregorio XIII, scortato dai cardinali e da altri dignitari ecclesiastici, si recò in processione alla chiesa di San Luigi, dove il cardinale di Lorena cantò il Te Deum... Fu coniata una medaglia a ricordo del massacro e in Vaticano si possono ancora vedere tre affreschi del Vasari: uno raffigura l’uccisione dell’ammiraglio di Coligny; uno il re che con il suo consiglio organizza la strage; uno che riproduce il massacro stesso. Gregorio inviò a Carlo, re di Francia, la rosa d’oro e quattro mesi più tardi... ascoltò, con vivo interesse, il sermone di un sacerdote francese... che illustrava quel giorno “pieno di gioia e di felicità”, in cui il “santissimo padre”, ricevuta la notizia, si era recato solennemente alla chiesa di San Luigi per ringraziare Dio”.8H. White, The Massacre of St. Bartholomew, cap. 14, par. 34.GC 216.3

    Lo stesso spirito malvagio che aveva spinto alla strage di San Bartolomeo, presidiò anche le scene della Rivoluzione. Gesù Cristo fu dichiarato “impostore”. Il grido degli atei: “Schiacciate l’infame!” alludeva al Cristo. Bestemmia e depravazione procedevano di pari passo, tanto che gli uomini più abietti, veri mostri di vizio e di perfidia, venivano esaltati e onorati. In tutto ciò non si faceva che tributare un solenne omaggio a Satana, mentre il Cristo per le sue caratteristiche di verità, purezza e amore, veniva nuovamente crocifisso.GC 216.4

    “La bestia che sale dall’abisso muoverà loro guerra, li vincerà e li ucciderà”. Il potere ateo che durante la Rivoluzione e il regno del Terrore dominò la Francia, fece una guerra senza precedenti a Dio e alla sua santa Parola. L’adorazione della divinità fu abolita dall’assemblea nazionale. Gli esemplari della Sacra Scrittura furono raccolti e dati pubblicamente alle fiamme fra grandi manifestazioni di disprezzo. La legge di Dio fu rigettata e le istituzioni bibliche vennero abolite. Al giorno di riposo settimanale si sostituì la decade: ogni decimo giorno era consacrato alla gozzoviglia e alla bestemmia. Furono vietati il battesimo e la comunione; le iscrizioni funerarie sulle tombe definivano la morte come un sonno eterno.GC 217.1

    Il rispetto del Signore, che è il principio della sapienza, fu definito principio della pazzia. Venne inoltre abolito ogni culto, salvo quello della libertà e della patria. “Il vescovo di Parigi ebbe il ruolo principale in questa farsa che può essere definita la più impudente e la più scandalosa che sia mai stata recitata da una rappresentanza nazionale... In piena processione, egli dichiarò davanti alla Convenzione che la religione, insegnata per tanti anni, era un’invenzione dei preti, senza nessuna base né nella storia né nella sacra verità. In termini espliciti e solenni, egli negò l’esistenza della Deità al cui culto era stato un tempo consacrato e affermò che d’ora innanzi si sarebbe votato al culto della libertà, dell’uguaglianza, della virtù e della moralità. Ciò detto, depose le insegne sacerdotali e ricevette un abbraccio fraterno da parte del presidente della Convenzione nazionale. Numerosi sacerdoti apostati imitarono il suo esempio”.9W. Scott, op. cit., vol. 1, cap. 17.GC 217.2

    “E gli abitanti della terra si rallegreranno di loro e faranno festa e si manderanno regali gli uni agli altri, perché questi due profeti avranno tormentati gli abitanti della terra”. Apocalisse 11:10. La Francia aveva ridotto al silenzio la voce ammonitrice dei due testimoni di Dio. La Parola di Dio era morta per le strade e quelli che odiavano le restrizioni e le esigenze della legge di Dio giubilavano. Gli uomini sfidavano pubblicamente il Re del cielo: “...Com’è possibile che Dio sappia ogni cosa, che vi sia conoscenza nell’Altissimo?” Salmi 73:11.GC 217.3

    Con una sfrontatezza blasfema, che superava i limiti del credibile, uno dei sacerdoti del nuovo ordine dichiarò: “Dio, se esisti, rivendica il tuo nome che viene così ingiuriato. Io ti sfido! Tu taci e non osi scagliare i tuoi fulmini. Chi, dopo questo, potrà ancora credere alla tua esistenza?”10Lacretelle, “History”, 2:309, in A. Alison, in History of Europe, vol. 1, cap. 10.GC 217.4

    Sembrano le parole di faraone: “Chi è l’Eterno, ch’io debba ubbidire alla sua voce? Io non conosco l’Eterno”.GC 218.1

    “Lo stolto ha detto nel suo cuore: Non c’è Dio!...” Salmi 14:1. Il Signore, parlando di quanti cercano di pervertire la sua verità, dice: “...la loro stoltezza sarà manifesta a tutti...” 2 Timoteo 3:9. La Francia, dopo aver rinunciato al culto del Dio vivente, “l’Alto e l’Eccelso che abita l’eternità” scivolò nella più abietta idolatria, celebrando il culto alla dea Ragione nella persona di una donna corrotta. E questo accadde nell’assemblea rappresentativa della nazione e da parte delle autorità civili e legislative. Ricorda lo storico: “Le porte della Convenzione si spalancarono per lasciar entrare un gruppo di musicisti seguiti, in solenne processione, dai membri del Consiglio municipale i quali cantavano un inno in onore della libertà e scortavano l’oggetto del loro futuro culto: una donna velata che essi chiamavano dea Ragione. Introdotta nella sala, solennemente liberata dal velo che la copriva, ella prese posto alla destra del presidente. A questa donna, una ballerina dell’Opera considerata come il “migliore emblema” della Ragione, la Convenzione nazionale di Francia tributò un pubblico omaggio.GC 218.2

    Questo rito sacrilego e ridicolo ebbe un seguito. L’insediamento della dea Ragione fu rinnovato e imitato in tutte quelle regioni francesi che ci tenevano a dimostrarsi all’altezza della Rivoluzione”.11W. Scott, op. cit., vol. 1, cap. 17.GC 218.3

    L’oratore che espose il culto della Ragione disse: “Legislatori! Il fanatismo ha ceduto il posto alla ragione: i suoi occhi velati non potevano resistere al fulgore della luce. Oggi una immensa folla si è riunita sotto queste volte gotiche che per la prima volta hanno sentito echeggiare la verità. Qui i francesi hanno celebrato il solo, vero culto: quello della Libertà e della Ragione. Qui noi abbiamo formulato voti per la prosperità delle armi della Repubblica; qui abbiamo rinunciato agli idoli inanimati per la Ragione che è un’immagine animata, capolavoro della natura”.12M.A. Thiers, History of the French Revolution, 2:370, 371.GC 218.4

    Quando la dea fu presentata alla convenzione, l’oratore la prese per mano e rivolto all’assemblea, disse: “Mortali! Cessate di tremare davanti ai tuoni impotenti di un Dio creato dai vostri timori! D’ora innanzi voi non riconoscerete altra divinità che la Ragione. Io ve ne offro l’immagine più nobile e più pura. Se volete avere degli idoli, ebbene sacrificate solo a uno come questo!... Cadi, di fronte all’augusto Senato della Libertà, o velo della Ragione!...GC 218.5

    La dea, dopo essere stata abbracciata dal presidente, fu fatta salire su un magnifico carro e condotta, in mezzo a una immensa folla osannante, alla cattedrale di Notre Dame per sostituire la divinità. Qui fu insediata sopra l’altare maggiore e ricevette l’adorazione dei presenti”.13A. Alison, History of Europe from the Commencement of the French Revolution in 1789 to the Restoration of the Bourbons in 1815, vol. 1, cap. 10.GC 219.1

    Poco tempo dopo, la Bibbia fu bruciata pubblicamente. La “Società popolare dei musei” entrò in municipio gridando “Viva la Ragione!” e sbandierando in cima a un’asta i resti ancora fumanti di vari libri: breviari, messali, Antico e Nuovo Testamento “che espiavano in un immenso falò” dichiarò il presidente “tutte le follie che avevano fatto commettere al genere umano”.14“Journal de Paris”, 1793, n. 318, citato da Buchez-Roux, Collection of Parliamentary History, 30:200, 201.GC 219.2

    L’ateismo completava l’opera iniziata dal papato. La politica di Roma aveva determinato le condizioni sociali, politiche e religiose che provocarono la rovina della Francia. Degli scrittori, alludendo agli orrori della Rivoluzione, dicono che simili eccessi vanno attribuiti al trono e alla chiesa.15Per una breve ma attendibile introduzione alla storia della Rivoluzione francese, cfr. L. Gershoy, The French Revolution, 1932; L. Lefevre, The Coming of the French Revolution, Princeton, 1947; H. von Sybel, History of French Revolution, 1869, 4 voll. Il Moniteur officielera l’organo governativo, al tempo della Rivoluzione, che conteneva un resoconto delle delibere delle assemblee e i testi integrali dei documenti. Esso è stato ristampato. Cfr. A. Aulard, Christianity and the French Revolution, Londra, 1927 (la narrazione riguarda tutto il 1802 e si tratta di uno studio eccellente); W.H. Jervis, The Gallican Church and the Revolution, Londra, 1882: un’opera molto accurata di un anglicano che manifesta una certa preferenza per il cattolicesimo. Circa il rapporto fra stato e chiesa in Francia durante la Rivoluzione, cfr. H.H. Walsh, The Concordate of 1801: a Study on Nationalism in Relation to Church and State, Londra, 1933; Ch. Ledre, L’Eglise de France sous la Révolution, Parigi, 1949. Alcuni studi contemporanei sul significato religioso della Rivoluzione sono: G. Chais de Sourcesol, Le Livre des Manifestes, Avignone, 1800, nel quale l’autore cerca di stabilire le cause del sollevamento e del suo significato religioso; J. Bicheno, The Signs of the Times, Londra, 1794; J. Winthrop, A Systematic Arrangement of Several Scripture Prophecies Relating to Antichrist With Their Application to the Course of History, Boston, 1795; Lathrop, The Prophecy of Daniel Relating to the Time of the End, Springfield, Massachussets, 1811. Per la chiesa durante la Rivoluzione, cfr. W.M. Sloan, The French Revolution and Religious Reform, 1901; P.F. La Gorce, Histoire Réligieuse de la Révolution, Paris, 1909. Circa le relazioni con il papato, cfr. G. Bourgin, La France et Rome de 1788-1797, Paris, 1808, basato su archivi segreti del Vaticano; A. Latreille, L’Eglise Catholique et la Révolution, Paris, 1950, particolarmente interessante per i dati su Pio VI e la crisi religiosa 1775-1799. Per i protestanti durante la Rivoluzione, cfr. E. de Pressensé, The Reign of Terror, Cincinnati, 1869. Per correttezza e giustizia dobbiamo dire che in realtà essi vanno imputati alla chiesa. Il papato, purtroppo, aveva istigato le menti dei re contro la Riforma, definita nemica del trono, elemento di discordia, pericolosa per la pace e la buona armonia del paese. Fu Roma, perciò, a ispirare le crudeltà più inaudite e la peggiore oppressione da parte della monarchia.GC 219.3

    Lo spirito di libertà, invece, si affermava grazie alla Bibbia. Ovunque veniva accolto il Vangelo, le menti si risvegliavano, gli uomini spezzavano le catene che li avevano tenuti così a lungo schiavi dell’ignoranza, del vizio e della superstizione e cominciavano a pensare e ad agire da uomini. I sovrani se ne resero conto e tremarono per il despotismo di cui si erano resi colpevoli.GC 219.4

    Roma, però, non trascurò di alimentare i loro timori. Parlando al reggente di Francia, nel 1525, il papa disse: “Questa mania [il protestantesimo] non solo confonde e distrugge la religione, ma risulta pericolosa anche per principati, leggi, ordini religiosi e classi sociali”.16G. De Félice, History of the Protestants of France, vol. 1, cap. 2, par. 8. Alcuni anni più tardi, un nunzio pontificio avvertì il re di Francia: “Sire, non si lasci ingannare: i protestanti sconvolgeranno ogni ordine civile e religioso... Il trono corre lo stesso pericolo dell’altare... L’introduzione di una nuova religione dovrà necessariamente produrre un nuovo governo”.17J.H. Merle d’Aubigné, History of the Reformation in Europe in the Time of Calvin, vol. 1, cap. 36. I teologi facevano leva sui pregiudizi della gente affermando che la dottrina protestante “porta gli uomini alla follia, deruba i re dell’affetto dei loro sudditi e devasta sia la chiesa sia lo stato”. Fu così che Roma riuscì a sollevare la Francia contro la Riforma. La spada della persecuzione fu sguainata in Francia, per la prima volta, per sostenere il trono, proteggere la nobiltà e mantenere le leggi”.18J.A. Wylie, The History of Protestantism, vol. 3, cap. 4.GC 219.5

    I capi di governo non si rendevano conto delle conseguenze di questa loro politica. Gli insegnamenti della Bibbia avrebbero inculcato nelle menti e nei cuori del popolo i princìpi di giustizia, di temperanza, di verità, di equità e di benevolenza che stanno alla base della prosperità nazionale. “La giustizia innalza una nazione...” Proverbi 14:34. “...Il trono è reso stabile con la giustizia”. Proverbi 16:12. “Il frutto della giustizia sarà la pace, e l’effetto della giustizia, tranquillità e sicurezza per sempre”. Isaia 32:17. Chi ubbidisce alla legge divina, automaticamente rispetta le leggi del paese e le osserva. Chi teme Dio onorerà il re nell’esercizio della sua autorità giusta e legittima. Purtroppo, la Francia mise al bando la Bibbia ed esiliò i suoi discepoli. Secolo dopo secolo molti uomini onesti, coscienziosi, ricchi di forza intellettuale e morale, che avevano il coraggio delle proprie opinioni e la fede che permette di sopportare qualunque cosa per amore della verità, furono incatenati sulle galere, arsi sul rogo, lasciati marcire in orride celle. Altre migliaia trovarono scampo nella fuga e la cosa durò per oltre 250 anni dopo l’inizio della Riforma.GC 220.1

    “Non c’è stata forse una sola generazione in Francia, durante questo lungo periodo di tempo, che non abbia visto i discepoli del Vangelo scappare davanti alla violenza dei loro persecutori. Fuggirono portando con sé le arti, i mestieri (in cui eccellevano), l’intelligenza che li caratterizzava, l’ordine a cui erano abituati e andarono ad arricchire i paesi che offrirono loro asilo, a scapito di quello che li aveva messi al bando. Se durante questi tre secoli le abili mani di questi esuli avessero coltivato la loro terra; se i loro talenti fossero serviti a incrementare le industrie; se il loro genio creativo e la loro capacità di analisi avessero arricchito la letteratura e le scienze; se la loro ben nota saggezza avesse guidato i consigli, se la loro equità avesse redatto le leggi; se la religione del Vangelo avesse rafforzato la mente e guidato la coscienza del popolo, la Francia avrebbe avuto un avvenire glorioso! Attualmente sarebbe un paese grande, prospero, felice, un vero modello per i popoli!GC 220.2

    Purtroppo, un cieco e assurdo fanatismo cacciò dalla Francia i maestri della virtù, i veri sostenitori dell’ordine e del trono. Agli uomini, che avrebbero potuto dare alla Francia fama e gloria si diceva: “Potete scegliere: o il rogo o l’esilio!” Il paese conobbe così una rovina totale: non c’erano più coscienze da opprimere, religioni da trascinare sul rogo, patriottismi da mandare in esilio. La conseguenza fu la Rivoluzione con tutti i suoi orrori.GC 220.3

    Con la partenza degli ugonotti, la Francia conobbe un declino generale. Fiorenti città industriali caddero a poco a poco in decadenza; zone fertili finirono per piombare in uno stato di quasi totale abbandono; a un periodo di progresso seguì il marasma intellettuale e il collasso morale. Parigi fu trasformata in una vera e propria “casa di beneficenza”. Si stima, infatti, che all’inizio della Rivoluzione duecentomila poveri venissero mantenuti con i sussidi della casa reale. Solo i gesuiti prosperavano in questa nazione, ormai in preda alla crisi, e dominavano con vera tirannia nelle scuole, nelle chiese, nelle prigioni e nelle galere”.19J.A. Wylie, op. cit., vol. 13, cap. 20.GC 221.1

    Il Vangelo avrebbe dato alla Francia la soluzione di quei problemi di ordine sociale e politico che mettevano a dura prova il clero, il re, i legislatori e avrebbero finito per portare il paese all’anarchia e alla rovina. Sotto il dominio della chiesa di Roma, il popolo aveva dimenticato l’altruismo e l’amor fraterno. Il ricco non veniva rimproverato per l’oppressione del povero e il povero era totalmente abbandonato alla servitù e alla degradazione. In tal modo l’egoismo dei ricchi e dei potenti andò gradatamente aumentando fino a diventare addirittura oppressivo. Per secoli l’avidità e la dissipazione dei nobili si erano concretizzate in sistematiche estorsioni dei contadini. Le conseguenze erano evidenti: i poveri odiavano i ricchi ed essi sfruttavano i poveri.GC 221.2

    In molte province le terre appartenevano ai nobili e le classi lavoratrici erano semplici coloni, in balia dei loro padroni, costretti a sottomettersi alle loro spropositate richieste. La responsabilità del mantenimento dello stato e della chiesa ricadeva sulle classi medie e inferiori le quali erano oggetto di imposte da parte delle autorità civili e religiose. “Il beneplacito dei nobili era considerato legge suprema; se gli agricoltori morivano di fame, in fondo nessuno se ne curava... Agli interessi dei proprietari veniva accordata la priorità assoluta, per cui ogni altra considerazione passava in secondo piano. La vita degli agricoltori era fatta di incessante lavoro e di immutabile povertà. Le loro rimostranze venivano accolte con insolente sarcasmo. Perfino le corti di giustizia davano invariabilmente ragione ai nobili, in quanto gli stessi giudici si lasciavano corrompere e assecondavano i capricci degli aristocratici in virtù di questo sistema di corruzione generale... Del denaro strappato al popolo mediante le imposte, solo una parte affluiva nelle casse reali o vescovili; il resto veniva sprecato. Coloro che riducevano alla miseria i loro simili erano esenti da tasse e per legge o per consuetudine avevano accesso a tutte le cariche dello stato. Le classi privilegiate contavano circa centocinquantamila membri e per provvedere alla loro prodigalità, milioni di persone erano condannate a una vita di stenti che sembrava non dovesse conoscere nessuna via di uscita”.20Sulle condizioni sociali che prevalevano in Francia prima della Rivoluzione, cfr. H. von Holst, Lowell Lectures on the French Revolution, lett. 1; Taine, Ancien Régime;A. Young, Travels in France.GC 221.3

    La corte viveva nel lusso e nella dissipazione. La sfiducia esistente nel popolo nei confronti dei governanti faceva in modo che ogni provvedimento del governo fosse accolto con diffidenza. Per comprendere meglio è necessario ricordare che prima della Rivoluzione, per oltre mezzo secolo, il trono era stato occupato da Luigi XV, noto per la sua debolezza, la sua frivolezza e la sua sensualità. Con un’aristocrazia depravata e crudele, con una popolazione ignorante e ridotta alla miseria, lo stato si trovava in serie difficoltà economiche. I sudditi erano esasperati e non era necessario essere profeti per prevedere una catastrofe a breve scadenza. Agli avvertimenti dei consiglieri, il re rispondeva: “Cercate di fare in modo che le cose vadano avanti finché io vivo: dopo la mia morte sarà quel che sarà”. Invano si cercava di mettere in risalto la necessità di una riforma: egli si rendeva conto dei problemi che affliggevano la nazione, però gli mancavano le forze e il coraggio di porvi rimedio. La famosa frase del sovrano: “Dopo di me il diluvio!”, definiva molto bene il futuro che attendeva la Francia.GC 222.1

    Sfruttando la gelosia dei re e delle classi dirigenti, Roma aveva indotto gli uni e le altre a tenere il popolo in uno stato di servitù, sapendo che in tal modo lo stato si sarebbe indebolito. Tutto questo, essa pensava, avrebbe contribuito a rafforzare ancora di più la sua autorità sulle nazioni. Con una politica lungimirante, Roma sapeva che per poter soggiogare i popoli bisogna incatenare le anime e il mezzo più efficace è privarli della libertà. La degradazione morale, derivante da tale politica, era mille volte più terribile delle sofferenze fisiche che provocava. Privati della Bibbia, vittime di un insegnamento che era un miscuglio di bigottismo e fanatismo, il popolo viveva nell’ignoranza e nella superstizione, in preda al vizio e incapace di autogovernarsi.GC 222.2

    Le conseguenze però furono diverse da quelle previste da Roma. Ben presto apparve evidente che le masse, anziché rimanere ciecamente sottomesse ai dogmi della chiesa, diventavano sempre più incredule e rivoluzionarie. Il cattolicesimo romano era considerato clericalismo e il clero, a sua volta, un mezzo per incentivare l’oppressione e un alleato degli oppressori. L’unico dio e la sola religione conosciuti erano il dio e l’insegnamento di Roma, la cui avarizia e ingordigia erano ritenuti i frutti legittimi del Vangelo e finivano quindi con l’essere rifiutati da tutti.GC 222.3

    La chiesa di Roma aveva snaturato il carattere di Dio e travisato le sue esigenze, tanto che gli uomini avevano finito con il rigettare la Bibbia e il suo Autore. Essa esigeva una fede cieca nei suoi dogmi, con la pretesa che essi fossero in armonia con le Scritture. Per reazione, Voltaire e i suoi collaboratori avevano rigettato la Parola di Dio e diffondevano ovunque il seme dell’incredulità. Roma aveva schiacciato il popolo sotto il suo tallone di ferro e ora le masse, degradate e abbrutite, assetate di libertà, rifiutavano ogni freno. Furenti per avere tanto a lungo reso omaggio a un vero e proprio inganno, non volevano più saperne né della verità né della falsità. Scambiando la licenziosità per libertà, schiavi del vizio, esultavano della loro presunta indipendenza.GC 222.4

    All’inizio della Rivoluzione, per concessione reale il popolo aveva ottenuto, agli Stati generali, una rappresentanza numericamente superiore a quella del clero e della nobiltà insieme. In tal modo, il piatto della bilancia del potere aveva finito per pendere dalla sua parte. Il popolo, però, non era preparato a farne un uso saggio e moderato. Desiderando vendicarsi dei torti subìti, decise di intraprendere la ricostruzione della società. Questo popolo, inasprito dall’amaro ricordo delle ingiustizie subite, decise di cancellare quella misera realtà che si era progressivamente affermata e di vendicarsi di coloro che erano stati considerati responsabili delle sofferenze subite. In tal modo gli oppressi, applicando le lezioni apprese sotto la tirannia, divennero a loro volta gli oppressori di coloro che li avevano precedentemente soggiogati.GC 223.1

    La Francia raccolse nel sangue ciò che aveva seminato e le conseguenze della sua sottomissione al giogo romano furono terribili. Proprio là, dove a causa dell’influsso di Roma, era stato acceso il primo rogo all’inizio della Riforma, la Rivoluzione vi innalzò la prima ghigliottina. Sullo stesso luogo in cui nel XVI secolo erano stati arsi i primi martiri della fede protestante, si ebbero le prime vittime ghigliottinate del XVIII secolo. Nel rifiutare il Vangelo, che avrebbe assicurato la sua salvezza, la Francia aveva aperto la porta all’incredulità e alla rovina. Dopo aver disprezzato la legge di Dio, ci si rese conto che le leggi umane non potevano tenere a freno l’ondata delle passioni popolari e la nazione precipitò nella ribellione e nell’anarchia. La guerra alla Bibbia inaugurò un’era che il mondo tuttora ricorda con il nome di regno del Terrore. Nelle famiglie, ma anche negli animi, non regnava più la pace e la felicità; nessuno si sentiva al sicuro, perché il trionfatore di oggi poteva essere domani sospettato e condannato a morte. La violenza e la lussuria dominavano incontrastate.GC 223.2

    Il re, il clero e la nobiltà furono costretti a subire le atrocità di un popolo impazzito. La decapitazione del re servì solo a stimolare ancor più la sete di vendetta dei francesi e così coloro che ne avevano decretata la morte furono anch’essi ghigliottinati. Una spaventosa carneficina eliminò tutti coloro che erano sospettati di ostilità nei confronti della Rivoluzione. Le prigioni erano affollate, tanto che in un certo momento i carcerati furono più di duecentomila. Le città del regno erano teatro di scene orribili. I vari partiti rivoluzionari si combattevano fra loro e la Francia finì per diventare un immenso campo di battaglia fra masse in continua lotta, sospinte dal furore delle loro violente passioni. “A Parigi i tumulti si susseguivano e i cittadini erano suddivisi in tante fazioni che sembravano avere come unico scopo quello di annientarsi a vicenda”. Al culmine di questa situazione angosciosa, il paese fu coinvolto in una lunga e disastrosa guerra contro le grandi potenze europee. “La nazione era sull’orlo del fallimento. Gli eserciti reclamavano la loro paga arretrata; i parigini erano ridotti alla fame e le province devastate da bande di briganti. Sembrava che la civiltà dovesse estinguersi, vittima dell’anarchia e della depravazione”.GC 223.3

    Il popolo aveva assimilato fin troppo bene le lezioni di crudeltà e di tortura che Roma aveva impartito con tanta diligenza; ora, che era giunto il giorno della retribuzione, non erano più i discepoli del Cristo a essere gettati in prigione o trascinati sul patibolo, in quanto ormai da tempo erano morti e se n’erano andati in esilio, ma toccava a Roma subire la terribile violenza di coloro che aveva addestrato al crimine. “L’esempio di persecuzione offerto dal clero francese, per tanti secoli, si ritorceva su di esso con inaudito rigore: i patiboli erano arrossati dal sangue dei preti. Le galere e le carceri, un tempo gremite di ugonotti, erano ora piene dei loro persecutori. Incatenati al banco, affaticandosi sui remi, i membri del clero romano sperimentavano tutta la severità delle pene che un tempo essi avevano inflitte ai buoni eretici”.21Per ulteriori dati sugli effetti della Rivoluzione francese, cfr. T.H. Gill, The Papal Drama, vol. 10; E. de Pressensé, The Church and the French Revolution, vol. 3, cap. 1.GC 224.1

    “Vennero poi i giorni in cui il più barbaro dei tribunali applicò il più barbaro dei codici; i giorni in cui nessuno poteva salutare il proprio vicino o pronunciare le proprie preghiere... senza correre il rischio di essere accusato di delitto capitale; i giorni in cui le spie erano sempre in agguato a ogni angolo, mentre la ghigliottina era all’opera fin dal mattino; i giorni in cui le fogne di Parigi vomitavano fiumi di sangue nella Senna...GC 224.2

    Mentre quotidianamente i carri carichi di vittime percorrevano le vie di Parigi, i proconsoli mandati dal Comitato di Salute Pubblica nei vari dipartimenti dimostravano una crudeltà mai sperimentata nemmeno nella capitale. La lama della ghigliottina saliva e scendeva troppo lentamente per completare la sua opera di sterminio; lunghe file di prigionieri, quindi, venivano falciati dalla mitraglia, mentre per gli annegamenti in massa si ricorreva a imbarcazioni con il fondo forato. Lione diventò un deserto; ad Arras fu negata ai prigionieri perfino la misericordia di una morte rapida. Lungo la Loira, da Saumur al mare, folti gruppi di corvi e di avvoltoi si cibavano di cadaveri nudi, orrendamente confusi in spasmodici abbracci. Non esisteva misericordia né per il sesso né per l’età. Ragazzi e ragazze al di sotto dei diciassette anni furono immolati a centinaia. I giacobini si lanciavano l’uno all’altro, con la punta aguzza delle loro picche, i neonati strappati al seno materno”.22Cfr. M.A. Thiers, History of the French Revotution, New York, 1890, trad. da F. Shoberl, 3:42-44, 62-74, 106; F.A. Mignet, History of the French Revolution, Boston, 1894, cap. 9, par. 1; A. Alison, History of Europe, 1789-1815, New York, 1872, vol. 1. cap. 14, 293-312. Nella spazio di dieci anni, intere folle perirono di morte violenta.GC 224.3

    Tutto questo rientrava nel piano di Satana e negli scopi da lui perseguiti nel corso dei secoli. La sua politica si basa sull’inganno e il suo obiettivo è opprimere il genere umano sotto il peso della sofferenza; deformare e contaminare l’opera di Dio, contrastare il piano divino caratterizzato dalla bontà e dall’amore. Con le sue arti seduttrici, egli riesce a confondere le menti degli uomini e a provocare il risentimento nei confronti di Dio, che viene ritenuto responsabile di quello che accade, come se ciò fosse il risultato naturale del piano creativo dell’Altissimo. Quando poi coloro che sono stati avviliti e abbrutiti dal suo potere crudele conquistano la libertà, egli li spinge a commettere eccessi e atrocità che i tiranni e gli oppressori definiscono conseguenza della libertà.GC 225.1

    Quando l’errore è svelato sotto una qualsiasi delle sue forme, Satana ricorre ad altri inganni, affinché le folle lo accettino con lo stesso favore di prima. Vedendo che la chiesa di Roma era stata smascherata e quindi, non poteva più indurre il mondo a trasgredire le leggi divine, Satana fece credere che la religione fosse un inganno e la Bibbia una favola. Le masse, allora, rigettarono le leggi divine e si abbandonarono a una malvagità sfrenata.GC 225.2

    L’errore fatale che attirò sulla Francia tante calamità derivò dall’ignoranza di questa grande verità: la vera libertà si trova nell’ubbidienza alla legge di Dio. “Oh fossi tu pur attento ai miei comandamenti! La tua pace sarebbe come un fiume, e la tua giustizia, come le onde del mare... Non v’è pace per gli empi, dice l’Eterno”. Isaia 48:18, 22. “...ma chi m’ascolta se ne starà al sicuro, sarà tranquillo, senza paura d’alcun male”. Proverbi 1:33.GC 225.3

    Gli atei, gli increduli e gli apostati respingono e contrastano la legge di Dio, ma i risultati dimostrano che il benessere umano dipende dall’ubbidienza agli statuti divini. Coloro che non leggono le lezioni insegnate nella Parola di Dio le leggeranno, poi, nella storia dell’umanità.GC 225.4

    Quando Satana si serviva della chiesa di Roma per distogliere gli uomini dall’ubbidienza a Dio, agiva nell’ombra affinché la sua opera nascosta, la degradazione e la miseria morale non fossero riconosciute come frutto della trasgressione. La sua potenza, però, era ostacolata dallo Spirito di Dio e così egli non riuscì a realizzare i suoi propositi. La gente non seppe risalire dagli effetti alla causa e quindi non riuscì a scoprire quale fosse la fonte dei suoi mali. Alla Rivoluzione, invece, la legge di Dio venne apertamente posta al bando dall’Assemblea nazionale e durante il regno del Terrore ognuno poté stabilire il rapporto che intercorreva tra la causa e gli effetti.GC 226.1

    Quando la Francia rigettò Dio pubblicamente e mise al bando la Bibbia, gli empi esultarono perché avevano raggiunto il loro scopo: un regno senza le restrizioni della legge divina. “Siccome la sentenza contro una mala azione non si eseguisce prontamente, il cuore dei figliuoli degli uomini è pieno della voglia di fare il male”. Ecclesiaste 8:11. La trasgressione di una legge giusta non può che provocare disordini e rovina e il castigo, anche se non segue immediatamente la trasgressione, è certo. Secoli di apostasia e di crimini avevano accumulato “un tesoro d’ira per il giorno della retribuzione” e quando la malvagità giunse al colmo, gli schernitori di Dio si accorsero, troppo tardi, che era pericoloso mettere a dura prova la pazienza dell’Eterno. Gli effetti della potenza dello Spirito di Dio, che arginava l’azione crudele di Satana, furono parzialmente sospesi e così, colui che si compiace delle sventure degli uomini, ebbe la possibilità di intervenire a suo piacimento. Chi aveva scelto la ribellione ne raccolse il frutto e nel paese si verificarono delitti troppo orribili per poterli descrivere. Dalle province devastate e dalle città in rovina saliva un grido disperato. La Francia fu scossa come da un terremoto. Religione, legge, ordine sociale, famiglia, stato, chiesa: tutto fu distrutto da colui che si era schierato contro le leggi dell’Onnipotente. Giustamente l’autore dei Proverbi aveva detto: “...l’empio cade per la sua empietà”. “Quantunque il peccatore faccia cento volte il male e pur prolunghi i suoi giorni, pure io so che il bene è per quelli che temono Dio, che provan timore nel suo cospetto”. Proverbi 11:5. “Il bene non sarà per l’empio”. Ecclesiaste 8:12. “Poiché hanno odiato la scienza e non hanno scelto il timor dell’Eterno... si pasceranno del frutto della loro condotta, e saranno saziati dei loro propri consigli”. Proverbi 1:29, 31.GC 226.2

    Sebbene ridotti al silenzio, dal potere blasfemo che “sale dall’abisso”, i testimoni di Dio non dovevano rimanere a lungo silenziosi. “E in capo ai tre giorni e mezzo, uno spirito di vita procedente da Dio entrò in loro, ed essi si drizzarono in piè e grande spavento cadde su quelli che li videro”. Apocalisse 11:11. Nel 1793, l’assemblea francese emanò un decreto che aboliva la religione cristiana e metteva al bando la Bibbia. Tre anni e mezzo più tardi, una delibera della stessa assemblea nazionale annullò tale decreto, dichiarando che le Sacre Scritture erano tollerate. Il mondo, terrorizzato dagli effetti del rifiuto della Parola di Dio, riconosceva la necessità della fede in Dio e nella sua Parola come fondamento della virtù e della moralità. Sta scritto: “Chi hai tu insultato e oltraggiato? Contro chi hai tu alzata la voce e levati in alto gli occhi tuoi? Contro il Santo d’Israele”. Isaia 37:23. “Perciò, ecco... questa volta farò loro conoscere la mia mano e la mia potenza; e sapranno che il mio nome è l’Eterno”. Geremia 16:21.GC 226.3

    Riguardo ai due testimoni, il profeta aggiunge: “Ed essi udirono una gran voce dal cielo che diceva loro: Salite qua. Ed essi salirono al cielo nella nuvola, e i loro nemici li videro”. Apocalisse 11:12. Da quando la Francia ha fatto guerra ai due testimoni di Dio, essi sono stati onorati più di prima. Nel 1804 nacque la Società Biblica Britannica e Forestiera, seguita poi da altre organizzazioni simili in tutta l’Europa. Nel 1816 fu fondata la Società Biblica Americana. Quando venne organizzata la Società Biblica Britannica, le Sacre Scritture erano stampate solo in cinquanta lingue; oggi possono essere lette in centinaia e centinaia di lingue e dialetti.23Nel 1804, secondo W. Canton, della Società Biblica Britannica e Forestiera, tenendo conto di ogni versione e di ogni paese, “tutte le Bibbie esistenti nel mondo, manoscritte o stampate, arrivavano a non più di quattro milioni di esemplari... Le varie lingue nelle quali queste Bibbie erano scritte, comprese quelle superate, come ad esempio la Moeso-Gotica di Ulfila e l’Anglo-Sassone di Beda, erano circa una cinquantina” (What is the Bible Societyvers. riv. 1904, 23). La Società Biblica Americana e la Società Biblica Britannica e Forestiera fra il 1815 e il 1970 avevano distribuito oltre un miliardo e mezzo di esemplari fra Bibbie, Nuovi Testamenti e loro porzioni. Ma il ritmo di diffusione è ulteriormente cresciuto. Alla fine del 1995 la Bibbia risulta tradotta in 2.096 lingue.GC 227.1

    Nel corso dei cinquant’anni che precedettero il 1792, non ci si era occupati delle missioni estere. Non era stata fondata nessuna nuova organizzazione e poche chiese si impegnavano per la diffusione del cristianesimo in terra pagana. Verso la fine del XVIII secolo si verificò un notevole cambiamento. Gli uomini, non soddisfatti del razionalismo, si rendevano conto della necessità di una rivelazione divina e di una religione. Da allora l’opera delle missioni si sviluppò a un ritmo senza precedenti.24L’attività missionaria della chiesa dei primi secoli non ha trovato riscontro fino ai tempi moderni. Essa virtualmente cessò con l’anno 1000, sostituita dalle campagne militari delle crociate. L’era della Riforma vide poche iniziative missionarie all’estero, salvo quella dei primi gesuiti. Il risveglio pietistico produsse alcuni missionari. L’opera della chiesa morava nel XVIII secolo fu notevole e vi furono alcune società missionarie formate dagli inglesi per l’opera nell’America del nord. Il grande risveglio dell’attività missionaria all’estero inizia verso l’anno 1800, al “tempo della fine”. Daniele 12:4. Nel 1792 fu formata la Società Missionaria Battista che mandò W. Carey in India. Nel 1795 venne organizzata la Società Missionaria di Londra e un’altra seguì nel 1799 che diventò, nel 1812, Società Missionaria della chiesa. Poco più tardi nacque la Società Missionaria Americana. Negli Stati Uniti il Comitato Missionario delle Missioni estere fu costituito nel 1812 e quello stesso anno mandò Adoniram Judson a Calcutta. Judson si stabilì in Birmania l’anno dopo. Nel 1814 nacque l’Unione Missionaria Battista Americana e nel 1837 fu formato il Comitato Presbiteriano delle Missioni Estere. Nel 1800... la stragrande maggioranza dei cristiani erano discendenti di coloro che erano stati condotti al Cristo prima del 1500... Nel XIX secolo ci fu una nuova espansione del cristianesimo, ma non si penetrò per la prima volta in molti grandi paesi o continenti, come era invece accaduto nei tre secoli precedenti. Sarebbe stato impossibile, del resto, poiché in tutte le più grandi, popolose e civili nazioni del mondo — se si esclude l’Australia — il cristianesimo era stato introdotto prima del 1800. Ora si verificava una nuova penetrazione in regioni e fra popoli già raggiunti, per attuare una diffusione del cristianesimo senza precedenti sia nelle vecchie sia nelle nuove terre, per compiere nuove conquiste del cristianesimo nella maggior parte di questi paesi, isole e tribù. Nel XIX secolo la diffusione del cristianesimo fu dovuta principalmente a una rinnovata esplosione della vita religiosa, frutto di un vigoroso impulso cristiano. Mai, in nessun altro periodo, l’impulso cristiano aveva dato origine a tanti nuovi movimenti. Mai esso aveva avuto un così forte influsso sui popoli dell’Europa occidentale. Fu grazie a questo grande risveglio che sorsero le varie iniziative missionarie che durante il XIX secolo aumentarono la potenza e l’influsso del cristianesimo” (K. Scott Latourette, A History of the Expansion of Christianity, vol. 4, The Great Century d.C. 1800 — d.C. 1914, Harper and Brothers, New York, 1941, 2-4).GC 227.2

    I progressi effettuati nel campo della stampa diedero un nuovo impulso alla diffusione della Bibbia. Le nuove facilitazioni nelle comunicazioni fra i vari paesi, la scomparsa delle vecchie barriere di pregiudizi e di esclusivismo nazionalistico, la caduta del potere temporale dei pontefici romani spalancarono le porte alla Parola di Dio. Sono anni ormai che la Bibbia viene venduta senza alcuna restrizione per le vie di Roma ed è sempre più diffusa nei vari paesi del mondo.GC 227.3

    Lo scettico Voltaire una volta disse, con baldanzosa presunzione: “Sono stanco di sentire che dodici uomini hanno stabilito la religione cristiana. Dimostrerò che un solo uomo è sufficiente per abbatterla” . Voltaire è morto da circa due secoli [morì nel 1778] e da allora milioni di uomini hanno fatto, come lui, guerra alla Bibbia. Tutti i loro tentativi sono risultati vani. Se al tempo di Voltaire si contavano forse cento copie della Bibbia, oggi ce ne sono diecimila; ma che dico? Centomila! Ecco le parole di un riformatore: “La Bibbia è un’incudine che ha consumato molti martelli!” Il Signore afferma: “Nessun’arma fabbricata contro di te riuscirà; e ogni lingua che sorgerà in giudizio contro di te, tu la condannerai...” Isaia 54:17.GC 227.4

    “...La parola del nostro Dio sussiste in eterno”. Isaia 40:8. “Le opere delle sue mani sono verità e giustizia; tutti i suoi precetti sono fermi, stabili in sempiterno, fatti con verità e con dirittura”. Salmi 111:7, 8. Tutto ciò che si fonda sull’autorità dell’uomo sarà annullato, mentre la roccia dell’immutabile Parola di Dio sussisterà eternamente.GC 228.1

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