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Il gran conflitto

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    Capitolo 26: Una riforma indispensabile

    Isaia predisse l’opera di riforma del sabato che doveva essere compiuta negli ultimi giorni: “Così parla l’Eterno: “Rispettate il diritto, e fate ciò ch’è giusto; poiché la mia salvezza sta per venire, e la mia giustizia sta per essere rivelata. Beato l’uomo che fa così, e il figliuol dell’uomo che s’attiene a questo, che osserva il sabato astenendosi dal profanarlo, che trattiene la mano dal fare qualsiasi male!”.. E anche gli stranieri che si sono uniti all’Eterno per servirlo, per amare il nome dell’Eterno, per esser suoi servi, tutti quelli che osserveranno il sabato astenendosi dal profanarlo e s’atterranno al mio patto, io li condurrò sul mio monte santo, e li rallegrerò nella mia casa d’orazione...” Isaia 56:1, 2, 6, 7.GC 353.1

    Queste parole si applicano all’era cristiana, come lo dimostra il contesto: “Il Signore, l’Eterno, che raccoglie gli esuli d’Israele, dice: Io ne raccoglierò intorno a lui anche degli altri, oltre a quelli de’ suoi che son già raccolti”. Isaia 56:8. Questo è l’appello rivolto ai pagani tramite il Vangelo. E su coloro che onoreranno il sabato sarà pronunciata una benedizione. Perciò l’obbligo dell’osservanza del quarto comandamento va oltre l’epoca della crocifissione, della risurrezione e dell’ascensione del Cristo: raggiunge il tempo in cui i suoi messaggeri annunceranno la buona novella a tutte le nazioni.GC 353.2

    Il Signore, tramite lo stesso profeta, ordina: “Chiudi questa testimonianza, suggella questa legge fra i miei discepoli”. Isaia 8:16. Il sigillo della legge di Dio si trova nel quarto comandamento, l’unico dei dieci che evidenzia sia il nome sia il titolo del Legislatore. Esso dichiara che Dio è il Creatore dei cieli e della terra e indica il suo diritto al rispetto e all’adorazione al di sopra di chiunque altro. Senza questo precetto non c’è nulla nel decalogo che indichi da quale autorità emana la legge. Quando il sabato fu cambiato dal potere papale, il sigillo fu tolto dalla legge. I discepoli di Gesù, perciò, sono invitati a ristabilire questo sigillo esaltando il giorno di riposo del quarto comandamento, ridandogli il suo posto legittimo come memoriale del Creatore e segno della sua autorità.GC 353.3

    “Alla legge! Alla testimonianza!” Mentre pullulano dottrine e teorie in contrasto fra loro, la legge di Dio rimane una norma infallibile per verificare le opinioni, le dottrine e le teorie. Dice il profeta: “Se il popolo non parla così, non vi sarà per lui alcuna aurora!” Isaia 8:20.GC 353.4

    Echeggia l’ordine: “Grida a piena gola, non ti rattenere, alza la tua voce a guisa di tromba, e dichiara al mio popolo le sue trasgressioni, e alla casa di Giacobbe i suoi peccati!” Isaia 58:1. Non si tratta degli empi, ma di coloro che il Signore definisce “mio popolo”, che deve essere rimproverato per le sue trasgressioni. Egli dice ancora: “Mi cercano ogni giorno, prendon piacere a conoscer le mie vie; come una nazione che avesse praticato la giustizia e non avesse abbandonato la legge del suo Dio...” Isaia 58:2. Viene messa in evidenza una categoria di persone che si ritengono giuste e sembrano manifestare un grande interesse per collaborare con Dio, ma il duro e solenne rimprovero di colui che investiga i cuori dimostra che essi hanno calpestato i precetti divini.GC 354.1

    Il profeta precisa il comandamento che hanno rifiutato: “...tu rialzerai le fondamenta gettate da molte età, e sarai chiamato “il riparatore delle brecce”, “il restauratore de’ sentieri per rendere abitabile il paese”. Se tu trattieni il piè per non violare il sabato facendo i tuoi affari nel mio santo giorno; se chiami il sabato una delizia, e venerabile ciò ch’è sacro all’Eterno, e se onori quel giorno anziché seguir le tue vie e fare i tuoi affari e discuter le tue cause, allora troverai la tua delizia nell’Eterno”. Isaia 58:12-14. Questa profezia si applica anche al nostro tempo. La breccia fu fatta nella legge di Dio quando il sabato venne cambiato dal potere romano. Ma è venuto il tempo in cui quell’istituzione divina dev’essere restaurata. La breccia deve essere riparata e le fondamenta gettate molto tempo fa devono essere rialzate.GC 354.2

    Santificato dall’esempio e dalla benedizione del Creatore, il sabato fu osservato da Adamo nel suo stato di innocenza nell’Eden; poi da Adamo caduto, ma pentito, quando fu espulso da quella terra felice; fu osservato dai patriarchi: da Abele al giusto Noè, da Abramo a Giacobbe. Quando il popolo eletto si trovava schiavo in Egitto, molti, in mezzo all’idolatria generale, persero la conoscenza della legge di Dio; ma quando il Signore liberò Israele, proclamò la sua legge davanti alla folla riunita ai piedi del Sinai perché tutti potessero conoscere la sua volontà, temerlo e ubbidirgli per sempre.GC 354.3

    Da quel giorno, fino a oggi, la conoscenza della legge di Dio e il quarto comandamento sono noti, rispettati e osservati sulla terra. Nonostante “l’uomo del peccato” sia riuscito a calpestare il santo giorno di Dio, vi sono sempre stati uomini fedeli che lo hanno osservato. Dopo la Riforma, in ogni generazione, ci sono stati degli osservatori del settimo giorno. Nonostante il disprezzo e la persecuzione, è stata resa una testimonianza costante alla validità perpetua della legge di Dio e all’obbligo sacro dell’osservanza del sabato della creazione.GC 354.4

    Queste verità, presentate in Apocalisse 14 in rapporto con il Vangelo eterno, distingueranno la chiesa del Cristo al tempo del suo ritorno, perché queste sono le parole che seguono il triplice messaggio: “Qui è la costanza dei santi che osservano i comandamenti di Dio e la fede in Gesù”. Questo è l’ultimo messaggio che sarà predicato prima della venuta del Signore. Subito dopo la sua proclamazione, il profeta vide il Figlio dell’uomo venire in gloria per raccogliere la messe della terra.GC 355.1

    Coloro che ricevettero la chiara comprensione delle dottrine del santuario e dell’immutabilità della legge di Dio provarono gioia e meraviglia nel vedere la bellezza e l’armonia del sistema di verità che si dischiudeva davanti alla loro mente. Essi desideravano che queste conoscenze, che apparivano loro così preziose, fossero trasmesse a tutti i cristiani e immaginavano che sarebbero state accettate con entusiasmo. Ma queste verità, che li avrebbero messi in contrasto con il mondo, non furono bene accolte da molti di coloro che si dichiaravano discepoli del Cristo. L’osservanza del quarto comandamento imponeva un sacrificio che la maggior parte di loro non era disposta a fare.GC 355.2

    Quando fu presentata la riforma del giorno di riposo, molti ragionando secondo il punto di vista della società in cui vivevano affermarono: “Noi abbiamo sempre osservato la domenica come i nostri padri e molti uomini pii l’hanno osservata e sono morti serenamente. Se avevano ragione loro abbiamo ragione anche noi. L’osservanza di questo nuovo giorno di riposo ci metterebbe in disaccordo con il mondo e quindi non potremmo esercitare più nessun influsso. Che cosa possono sperare di fare un piccolo gruppo di osservatori del settimo giorno contro tutto il mondo che osserva la domenica?” Con argomentazioni dello stesso genere gli ebrei cercarono di giustificare il loro rifiuto del Cristo. I loro padri erano stati benedetti da Dio presentandogli dei sacrifici. I figli non avrebbero potuto ottenere la salvezza nello stesso modo? Al tempo di Lutero i sostenitori del papato dicevano che i veri cristiani erano morti nella fede cattolica, quindi quella religione era sufficiente per assicurare la salvezza. Questo ragionamento costituiva un ostacolo e impediva ogni progresso nella fede e nella vita religiosa.GC 355.3

    Molti sostenevano che l’osservanza della domenica fosse una dottrina secolare e universale della chiesa. Contro questa argomentazione si poteva dimostrare che il sabato e la sua osservanza erano ancora più antichi e diffusi: erano infatti antichi quanto il mondo e avevano l’approvazione degli angeli e di Dio. Quando furono poste le fondamenta della terra, quando le stelle del mattino cantavano e i figli di Dio giubilavano allora fu istituito il giorno di riposo. Cfr. Giobbe 38:6, 7; Genesi 2:1-3. Questa istituzione ha diritto al nostro rispetto, perché non fu stabilita da un’autorità umana né si basa su tradizioni umane. Essa è stata stabilita dall’Eterno e ordinata tramite la sua stessa parola.GC 355.4

    Quando la riforma del sabato fu presentata pubblicamente, alcuni noti pastori falsarono la Parola di Dio interpretandola in modo da calmare le coscienze inquiete. Coloro che non studiavano le Scritture personalmente, si accontentarono di accettare conclusioni conformi ai propri desideri. Si tentò di confutare la verità con argomentazioni e sofismi tramite le tradizioni dei Padri e l’autorità della chiesa. Per sostenere la validità del quarto comandamento i suoi difensori ricorsero alla Bibbia. Uomini semplici, utilizzando solo la Parola di Dio, riuscirono a resistere agli attacchi dei teologi che, irritati e sorpresi, si accorsero che la loro eloquenza, basata sui sofismi, era impotente contro i semplici e chiari ragionamenti di uomini che avevano approfondito le Scritture piuttosto che le sottigliezze della Scolastica.GC 356.1

    Non potendo contare sulla testimonianza biblica in loro favore molti, con instancabile tenacia, dimenticando che lo stesso modo di ragionare era già stato usato contro il Cristo e i suoi apostoli, insistevano: “Perché i nostri grandi uomini non capiscono la questione del sabato? Sono pochi quelli che la pensano come voi. È impossibile che abbiate ragione e che tutti gli uomini dotti del mondo sbaglino”.GC 356.2

    Per confutare queste argomentazioni era sufficiente citare gli insegnamenti delle Scritture e la storia di ciò che il Signore aveva fatto per il suo popolo nel corso dei secoli. Dio agisce tramite coloro che lo ascoltano, che ubbidiscono alla sua voce e che non esitano, se necessario, a dire cose non gradite e a denunciare i peccati più diffusi. Dio non si serve spesso di uomini dotti, di uomini che occupano posizioni importanti per dirigere i movimenti di riforma, perché essi confidano nel loro “credo”, nelle loro teorie, nei loro sistemi teologici e non sentono il bisogno di lasciarsi istruire da Dio. Solo chi è personalmente unito con la Fonte della sapienza riesce a comprendere e a spiegare le Scritture. Per annunciare la verità vengono chiamati uomini di scarsa cultura, non per la loro ignoranza, ma perché sono umili e si lasciano ammaestrare da Dio. Essi sono discepoli del Cristo e sono cresciuti grazie alla loro umiltà e alla loro ubbidienza. Tramite la conoscenza della verità, Dio conferisce loro una dignità davanti alla quale perdono valore gli onori del mondo e la grandezza umana.GC 356.3

    La maggior parte degli avventisti rifiutarono le verità relative al santuario e alla legge di Dio. Molti abbandonarono la fede nel movimento avventista e adottarono punti di vista illogici e contraddittori sulle profezie relative al movimento stesso. Alcuni ricaddero nell’errore di voler fissare date successive per il ritorno del Cristo. La conoscenza del soggetto del santuario avrebbe dovuto indicare loro che nessun periodo profetico giunge fino al secondo avvento, il cui tempo esatto non è stato predetto. Avendo rifiutato questo messaggio, continuarono a fissare la data per il ritorno del Cristo e ogni volta furono delusi.GC 357.1

    Ai Tessalonicesi, che avevano accettato idee sbagliate a proposito della venuta di Gesù, l’apostolo Paolo suggerì di sottoporre le loro speranze e le loro aspettative all’esame della Parola di Dio. Citò le profezie che indicavano gli eventi che dovevano verificarsi prima che il Cristo tornasse e mostrò che non c’era nessun motivo per aspettarlo in quell’epoca. “Nessuno vi tragga in errore in alcuna maniera” (2 Tessalonicesi 2:3) sono le sue parole di avvertimento. Se i credenti di quella chiesa avessero adottato delle idee in contraddizione con le Scritture, avrebbero sbagliato e la delusione li avrebbe esposti alla derisione degli increduli. Non solo, ma avrebbero anche corso il pericolo di cedere allo scoraggiamento e dubitare delle verità essenziali per la loro salvezza. L’esortazione dell’apostolo Paolo ai Tessalonicesi racchiude un’importante lezione per coloro che vivono negli ultimi tempi. Molti avventisti pensavano che se non avessero fondato la loro fede su una data precisa per il ritorno del Signore, non avrebbero potuto prepararsi con cura e fervore. Ma quando le aspettative vengono ripetutamente sollecitate e sistematicamente deluse, la fede ne sarà talmente scossa e ben difficilmente si potrà poi rimanere colpiti dalle grandi verità della profezia.GC 357.2

    L’annuncio di una data precisa per il giudizio, in occasione della proclamazione del primo messaggio, era stato voluto da Dio. Il calcolo dei periodi profetici sui quali si basava questo messaggio, indicando la fine dei 2.300 giorni nell’autunno del 1844, è inattaccabile. I ripetuti tentativi per trovare nuove date, sia per l’inizio sia per la fine dei periodi profetici, e i ragionamenti contorti su cui si fondano queste teorie, non solo sviano le menti dalla verità per questo tempo, ma rendono inutili tutti gli sforzi fatti per spiegare la profezia. Più si insiste nel voler fissare una data per il secondo avvento e poi la si diffonde, più si agevolano i piani di Satana. Infatti, una volta che la data è trascorsa, il diavolo copre di ridicolo e di disprezzo quanti l’hanno sostenuta e getta il discredito sul grande movimento del 1843-1844. Coloro che persistono in questo errore finiranno per fissare una data futura, molto lontana, per il ritorno di Gesù e, spinti a cullarsi in una falsa sicurezza, ne saranno delusi solo quando ormai sarà troppo tardi.GC 357.3

    La storia dell’antico Israele è un chiaro esempio dell’esperienza fatta dagli avventisti. Dio guidò il suo popolo nel movimento avventista così come condusse Israele fuori dall’Egitto. In occasione della delusione, la loro fede fu messa alla prova come quella degli ebrei al mar Rosso. Se avessero avuto fiducia in chi li guidava ed era stato con loro in passato, avrebbero riconosciuto la salvezza di Dio. Se tutti coloro che avevano lavorato uniti nel 1844 avessero accettato il messaggio del terzo angelo e l’avessero proclamato con la potenza dello Spirito di Dio, il Signore si sarebbe unito a loro per agire con potenza: un fascio di luce si sarebbe diffuso in tutto il mondo e gli abitanti della terra sarebbero stati avvertiti da anni. L’opera sarebbe stata compiuta e il Cristo sarebbe già tornato per la redenzione del suo popolo.GC 358.1

    Dio non desiderava che gli israeliti errassero nel deserto per quarant’anni: egli desiderava condurre i suoi figli direttamente nella terra di Canaan affinché vi si stabilissero e sperimentassero la santità e la felicità. Ma “...non vi poterono entrare a motivo dell’incredulità”. Ebrei 3:19. A causa della loro corruzione e della loro apostasia, gli israeliti morirono nel deserto, e una nuova generazione riuscì a entrare nella terra promessa. Dio non desiderava neanche che il ritorno di Gesù fosse così ritardato e che il suo popolo rimanesse per tanti anni in un mondo di peccato e di dolore. Ma la loro incredulità li aveva separati da Dio. Avendo rifiutato di adempiere l’opera che gli era stata assegnata, altri furono chiamati per proclamare il messaggio. Nella sua misericordia verso il mondo, Gesù ritarda la sua venuta affinché i peccatori possano avere la possibilità di udire l’avvertimento e di trovare in lui un rifugio nel giorno della collera di Dio.GC 358.2

    Oggi, come in passato, il messaggio della verità che rimprovera i peccatori e condanna gli errori del nostro tempo susciterà l’opposizione. “...Chiunque fa cose malvagie odia la luce e non viene alla luce, perché le sue opere non siano riprovate”. Giovanni 3:20. Quando gli uomini si accorgono di non poter sostenere la loro posizione con le Scritture, essi decidono di mantenerlo a ogni costo e attaccano il carattere e le motivazioni di coloro che difendono una verità impopolare. È la stessa tattica seguita in tutti i tempi. Elia fu accusato di turbare Israele; Geremia fu definito traditore e Paolo contaminatore del tempio. In ogni epoca coloro che hanno voluto essere fedeli alla verità sono stati accusati come eretici e scismatici. Folle incredule, incapaci di riconoscere la parola profetica, accetteranno ciecamente l’accusa contro coloro che osano condannare i peccati del mondo. Questo spirito si manifesterà sempre più e la Bibbia insegna chiaramente che si avvicina il tempo in cui le leggi dello stato saranno così in contrasto con la legge di Dio che chiunque vorrà ubbidire a tutti i precetti divini dovrà affrontare la vergogna e la pena riservata ai malfattori.GC 358.3

    Davanti a questa situazione, cosa deve fare il messaggero della verità? Deve tacere, visto che spesso il suo unico effetto è quello di indurre gli uomini a trascurare le esigenze o a resistere? Non ha motivi per tacere la testimonianza della Parola di Dio, visto che essa suscita l’opposizione, più di quanti non ne ebbero i primi riformatori. La confessione di fede fatta dai santi e dai martiri è stata ricordata per il bene delle generazioni future. Questi esempi viventi di santità e di fermezza sono giunti fino a noi per infondere coraggio in coloro che oggi sono chiamati a testimoniare per Dio. Essi hanno ricevuto la grazia e la verità non solo per loro, ma perché tramite loro la conoscenza di Dio illuminasse la terra. Se Dio ha affidato dei messaggi ai suoi servitori in questa generazione è perché essi li diffondano nel mondo.GC 359.1

    Anticamente Dio dichiarò a un profeta: “ma la casa d’Israele non ti vorrà ascoltare, perché non vogliono ascoltare me”. Disse anche: “Ma tu riferirai loro le mie parole, sia che t’ascoltino o non t’ascoltino...” Ezechiele 3:7; Ezechiele 2:7. Ai collaboratori di Dio è oggi rivolto l’ordine: “...alza la tua voce a guisa di tromba, e dichiara al mio popolo le sue trasgressioni, e alla casa di Giacobbe i suoi peccati!” Isaia 58:1.GC 359.2

    Nella misura delle sue possibilità, chiunque abbia ricevuto il messaggio della verità ha la stessa solenne e tremenda responsabilità del profeta d’Israele al quale il Signore disse: “...o figliuol d’uomo, io ho stabilito te come sentinella per la casa d’Israele; quando dunque udrai qualche parola dalla mia bocca, avvertili da parte mia. Quando avrò detto all’empio: — empio, per certo tu morrai! — e tu non avrai parlato per avvertir l’empioche si ritragga dalla sua via, quell’empio morrà per la sua iniquità, ma io domanderò conto del suo sangue alla tua mano. Ma, se tu avverti l’empio che si ritragga dalla sua via, e quegli non se ne ritrae, esso morrà per la sua iniquità, ma tu avrai scampato l’anima tua”. Ezechiele 33:7-9.GC 359.3

    Il grande ostacolo che impedisce l’accettazione e la proclamazione della verità è rappresentato dal fatto che essa comporta inconvenienti e suscita rimproveri. Questa è l’unica argomentazione contro la verità che i suoi difensori non hanno mai potuto disconoscere. Questo fatto, però, non deve scoraggiare i veri discepoli del Cristo. Essi non aspettano che la verità diventi popolare per difenderla. Convinti del loro dovere, accettano deliberatamente la croce e come l’apostolo Paolo ritengono che “la nostra momentanea, leggera afflizione ci produce un sempre più grande, smisurato peso eterno di gloria”; come Mosè stimano “...il vituperio di Cristo ricchezza maggiore de’ tesori d’Egitto...” 2 Corinzi 4:17; Ebrei 11:26.GC 359.4

    Qualunque sia la loro professione di fede, coloro che nella vita religiosa agiscono per interesse anziché secondo i princìpi, sono degli opportunisti. Noi, invece, dobbiamo scegliere il bene perché è bene e lasciare poi le conseguenze alla responsabilità di Dio. Il mondo deve le sue grandi riforme a uomini di principio, di fede e di coraggio. Anche l’opera di riforma deve essere portata avanti da uomini come quelli.GC 360.1

    Così dice il Signore: “Ascoltatemi, o voi che conoscete la giustizia, o popolo che hai nel cuore la mia legge! Non temete l’obbrobrio degli uomini, né siate sgomenti per i loro oltraggi. Poiché la tignola li divorerà come un vestito, e la tarma li roderà come la lana; ma la mia giustizia rimarrà in eterno, e la mia salvezza, per ogni età”. Isaia 51:7, 8.GC 360.2

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