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Il gran conflitto

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    Capitolo 29: L’origine del male

    Per molti l’origine del male e la ragione della sua esistenza sono dei soggetti che suscitano grandi perplessità. Constatando le terribili conseguenze del male — dolore e desolazione — si chiedono come ciò possa conciliarsi con la sovranità di un essere infinito in saggezza, in potenza e in amore. È un mistero inspiegabile e così, nell’incertezza e nel dubbio, non percepiscono le verità chiaramente rivelate nella Parola di Dio ed essenziali per la salvezza. Alcuni, nelle loro ricerche per spiegare il peccato, indagano su ciò che Dio non ha mai rivelato e, naturalmente, non trovano alcuna soluzione alle loro perplessità. Inclini al dubbio e alla critica, approfittano di questa scusa per rigettare le Sacre Scritture. Altri, invece, non riescono a trovare una risposta soddisfacente al grande problema, perché la tradizione e le false interpretazioni hanno offuscato l’insegnamento della Bibbia sul carattere di Dio, sulla natura del suo governo e sui princìpi che motivano il suo atteggiamento nei confronti del peccato.GC 385.1

    Non è possibile spiegare l’origine del peccato né fornire una ragione che ne giustifichi la sua esistenza ma abbiamo elementi sufficienti sulla sua origine e sulla sua eliminazione finale, per ammirare la giustizia e la benevolenza di Dio in tutto ciò che ha attinenza con il male. Dio non è responsabile della presenza del peccato nel mondo, nelle Scritture nulla è sottolineato con maggiore chiarezza: Dio non ha rifiutato arbitrariamente la sua grazia, non ha commesso nessun errore nel suo modo di governare che potesse motivare la ribellione. Il peccato, perciò, è un intruso, della cui presenza non può essere fornita nessuna ragione; esso è misterioso e inspiegabile. Scusarlo significherebbe difenderlo. Se si potesse trovare una scusa o una causa per la sua esistenza, esso cesserebbe di essere peccato. La nostra unica definizione del peccato è quella fornita dalla Parola di Dio, e cioè: “la violazione della legge”. Il peccato è la manifestazione di un principio in lotta contro la grande legge d’amore che sta alla base del governo divino.GC 385.2

    Prima che il male facesse la sua apparizione, nell’universo regnavano la pace e la gioia. Tutto era in perfetta armonia con la volontà del Creatore. L’amore per Dio era supremo e l’amore reciproco imparziale. Gesù, la Parola, l’unigenito di Dio, era uno con il Padre: uno per natura, carattere e obiettivi. Era l’unico essere nell’intero universo che conoscesse le intenzioni e i progetti di Dio. Tramite lui il Padre creò gli esseri celesti. “...In lui sono state create tutte le cose, che sono nei cieli... siano troni, siano signorie, siano principati, siano potestà...” Colossesi 1:16. Tutto il cielo ubbidiva sia al Cristo sia al Padre.GC 385.3

    Poiché la legge dell’amore era il fondamento del governo di Dio, la felicità di tutti gli esseri creati dipendeva dal loro perfetto accordo con i grandi princìpi di questa legge. Dio chiede a tutte le sue creature un servizio dettato dall’amore e desidera il rispetto che deriva da un intelligente apprezzamento del suo carattere. Egli non ama un’ubbidienza forzata e accorda a tutti il libero arbitrio affinché possano servirlo volontariamente.GC 386.1

    Ma qualcuno decise di sovvertire questa libertà. Il peccato ebbe origine proprio in colui che dopo Gesù era stato maggiormente onorato da Dio e che era il più potente e il più glorioso di tutti gli abitanti del cielo. Prima della sua caduta, Lucifero era il primo dei cherubini protettori, santo e immacolato. “Così parla il Signore, l’Eterno: Tu mettevi il suggello alla perfezione, eri pieno di saviezza, di una bellezza perfetta; eri in Eden il giardino di Dio; eri coperto d’ogni sorta di pietre preziose... Eri un cherubino dalle ali distese, un protettore. Io t’avevo stabilito, tu stavi sul monte santo di Dio, camminavi in mezzo a pietre di fuoco. Tu fosti perfetto nelle tue vie dal giorno che fosti creato, perché (Diodati traduce “finché”) non si trovò in te la perversità”. Ezechiele 28:12-15.GC 386.2

    Lucifero avrebbe potuto godere del favore di Dio, essere amato e onorato dalle schiere angeliche e utilizzare le sue nobili facoltà per il bene degli altri alla gloria del suo Creatore. Ma il profeta dice: “Il tuo cuore s’è fatto altero per la tua bellezza; tu hai corrotto la tua saviezza a motivo del tuo splendore...” Ezechiele 28:17. A poco a poco Lucifero cedette al desiderio dell’autoesaltazione: “...tu ti sei fatto un cuore come un cuore di Dio”. Ezechiele 28:6. “Tu dicevi in cuor tuo: ‘Io... eleverò il mio trono al disopra delle stelle di Dio; io m’assiderò sul monte dell’assemblea... salirò sulle sommità delle nubi, sarò simile all’Altissimo’”. Isaia 14:13, 14. Invece di impegnarsi perché Dio occupasse il posto supremo nell’affetto delle sue creature, Lucifero cercò di accattivarsi il loro appoggio e il loro omaggio. Desiderando assicurarsi l’onore che il Padre aveva conferito al Figlio, il principe degli angeli aspirò a quel potere che spettava solo al Cristo.GC 386.3

    Tutto il cielo rifletteva la gloria del Creatore e lo lodava. Finché Dio era stato onorato, aveva regnato la pace e la gioia, ma una nota discordante sopraggiunse a turbare l’armonia celeste: l’autoesaltazione. Questo sentimento, così contrario al piano del Creatore, risvegliò oscuri presentimenti in coloro che consideravano la gloria di Dio superiore a ogni altra cosa. Gli esseri celesti intervennero presso Lucifero e il Figlio di Dio gli espose la grandezza, la bontà, la giustizia del Creatore, la natura sacra e immutabile della sua legge. Dio stesso aveva stabilito l’ordine che regnava in cielo, contestandolo, Lucifero disonorava il suo Creatore e provocava la propria rovina. Purtroppo, però, gli avvertimenti dati con amore e misericordia infiniti, valsero solo a provocarne la resistenza. Lucifero permise che la sua gelosia nei confronti del Cristo avesse il sopravvento e rimase fermo nelle sue posizioni.GC 386.4

    L’orgoglio alimentò in Lucifero questa sete di supremazia. Gli onori ricevuti non furono da lui apprezzati come un dono di Dio e non gli ispirarono nessun sentimento di gratitudine nei confronti del Creatore. Fiero della sua gloria e della sua ambizione, volle essere uguale a Dio. Amato e riverito dalle schiere celesti, gli angeli erano lieti di eseguire i suoi ordini; egli era dotato di una sapienza e di una gloria superiori alle loro. Tuttavia il Figlio di Dio era riconosciuto il sovrano del cielo, uno con il Padre in potenza e autorità. Gesù partecipava alla elaborazione dei progetti divini, mentre a Lucifero questo non era concesso. “Perché” si chiedeva questo angelo potente “Cristo deve avere la supremazia? Perché deve essere onorato più di me?”GC 387.1

    Lasciando il suo posto alla presenza di Dio, Lucifero cominciò a diffondere fra gli angeli uno spirito di insoddisfazione. Agendo in segreto e mascherando per un certo tempo il suo vero scopo, sotto l’apparenza di un grande rispetto nei confronti di Dio, egli cercò di suscitare il malcontento contro le leggi che governavano gli esseri celesti, affermando che esse imponevano inutili restrizioni. Egli pretendeva che gli angeli, grazie alla loro natura santa, dovessero ubbidire alle sollecitazioni della propria volontà. Per guadagnarsi la loro simpatia, disse che Dio lo aveva trattato ingiustamente, accordando al Cristo l’onore supremo; affermò che aspirando a un potere maggiore e a un onore più elevato, egli non cercava di esaltare se stesso, ma di assicurare la libertà a tutti gli abitanti del cielo, perché potessero pervenire a un livello di vita superiore.GC 387.2

    Dio, nella sua infinita misericordia, sopportò a lungo Lucifero e non lo destituì dalla sua alta posizione alle prime manifestazioni di malcontento, e neppure quando cominciò a esporre agli angeli fedeli le sue false accuse. Lucifero fu tollerato per lungo tempo in cielo e gli fu ripetutamente offerto il perdono purché si pentisse e si sottomettesse. Fu tentato tutto ciò che solo l’amore e la saggezza divini potevano escogitare per convincerlo del suo errore. Lo spirito di malcontento non si era mai manifestato in cielo. Lucifero stesso non si rese conto dove sarebbe andato a finire né capì la vera natura dei propri sentimenti. Però, quando il suo atteggiamento ostile risultò privo di fondamento, si rese conto di essere nel torto: le esigenze divine erano giuste e doveva riconoscerle come tali davanti a tutto il cielo. Se lo avesse fatto, avrebbe salvato se stesso e molti angeli. Fino a quel momento egli non si era ancora totalmente ribellato a Dio. Pur avendo abbandonato la sua posizione di cherubino protettore, se fosse stato disposto a ritornare sui suoi passi riconoscendo la saggezza del Creatore e soddisfatto di occupare la posizione assegnatagli nel grande piano divino, egli sarebbe stato reintegrato nelle sue funzioni. Ma l’orgoglio gli impedì di sottomettersi. Difese con tenacia le proprie posizioni, sostenne di non aver bisogno di pentirsi e si impegnò completamente nella grande lotta contro il suo Creatore.GC 387.3

    Da quel momento egli impiegò tutte le facoltà della sua grande intelligenza per sedurre e conquistare la simpatia degli angeli che erano stati ai suoi ordini. Egli non esitò a falsare il significato degli avvertimenti e dei consigli del Cristo, nell’interesse dei suoi tortuosi progetti. A coloro che erano più intimamente uniti a lui, con legami di amicizia, Satana fece credere di essere stato giudicato ingiustamente; disse che la sua posizione non era stata rispettata e che la sua stessa libertà era stata limitata. Non contento di travisare le parole di Gesù egli passò alla prevaricazione e alla menzogna accusando il Figlio di Dio di volerlo umiliare davanti agli abitanti del cielo. Poi, per ingannare gli angeli rimasti fedeli, accusò di indifferenza nei confronti degli interessi degli esseri celesti tutti coloro che non era riuscito a ingannare e ad attirare dalla sua parte. Egli attribuì addirittura la responsabilità dell’opera che stava svolgendo a coloro che erano fedeli a Dio e per poter sostenere la sua accusa dell’ingiusto comportamento dell’Eterno nei suoi confronti, travisò sia le parole sia le azioni del Creatore. Il suo scopo era quello di far dubitare gli angeli, con sottili argomentazioni, delle intenzioni di Dio. Egli, quindi, avvolse di mistero tutto ciò che era semplice e con la sua astuta dialettica fece di tutto per gettare l’ombra del dubbio anche sulle più chiare affermazioni di Dio. La sua posizione elevata e il suo intimo rapporto con l’amministrazione divina davano forza alle sue affermazioni e molti si unirono a lui nella ribellione contro l’autorità celeste.GC 388.1

    Dio, nella sua saggezza, permise a Satana di continuare la sua opera fino a quando lo spirito di scontentezza non sfociò in una vera e propria rivolta. Era necessario che il piano del ribelle si svelasse e fossero note a tutti la sua vera natura e la sua reale tendenza. Lucifero, in qualità di cherubino, era stato particolarmente onorato e amato dagli esseri celesti: il suo influsso su loro era notevole. Poiché il governo di Dio non comprendeva solo gli abitanti del cielo, ma anche quelli di tutti i mondi da lui creati Satana pensò che se fosse riuscito a trascinare gli angeli del cielo nella sua rivolta, avrebbe potuto coinvolgere anche gli altri mondi. Aveva presentato astutamente la sua versione dei fatti, ricorrendo ai sofismi e alla frode per raggiungere lo scopo. La sua potenza di seduzione era grande e, coperto con il manto della falsità, era riuscito parzialmente nei suoi intenti. Perfino gli angeli rimasti fedeli a Dio non riuscivano a comprendere chiaramente il suo carattere o a immaginare come si sarebbe realizzato il suo piano.GC 388.2

    Satana era stato così onorato e i suoi atti così avvolti dal mistero che era difficile svelare agli angeli quale fosse la vera natura della sua opera. Finché il peccato non si fosse completamente sviluppato, non sarebbe stata svelata la sua vera natura. Prima di allora non esisteva nell’universo di Dio e gli esseri santi non conoscevano la sua perfida natura. Essi, perciò, non potevano rendersi conto delle terribili conseguenze che sarebbero derivate dall’eliminazione della legge di Dio. Satana dapprima aveva nascosto la sua opera sotto le apparenze di una professione di fedeltà a Dio. Sosteneva di lavorare per la gloria di Dio, per la stabilità del suo regno e per il bene di tutti gli abitanti del cielo. Mentre diffondeva il malcontento fra gli angeli che erano ai suoi ordini, faceva credere di avere l’intenzione di eliminare le cause dell’insoddisfazione. Quando proponeva delle modifiche nell’ordine e nelle leggi del governo di Dio affermava che cercava di contribuire al mantenimento dell’ordine in cielo.GC 389.1

    Nella sua lotta contro il peccato, Dio poteva ricorrere solo alla giustizia e alla verità, mentre Satana poteva servirsi di mezzi che l’Eterno non utilizzava: le lusinghe e l’inganno. Falsificando le parole di Dio e calunniando il piano del suo governo agli occhi degli angeli, egli affermava che l’Altissimo non era giusto nel redigere leggi e regolamenti per gli abitanti del cielo e che nel chiedere la sottomissione e l’ubbidienza alle sue creature, mirava unicamente a esaltare se stesso. Era quindi necessario dimostrare agli abitanti celesti e a quelli degli altri mondi che Dio era giusto e che la sua legge era perfetta. Satana aveva detto che voleva il bene dell’universo: tutti dovevano conoscere il vero carattere e il reale obiettivo dell’usurpatore, che si sarebbero manifestati attraverso le sue opere malvagie.GC 389.2

    Satana attribuiva alla legge e al governo di Dio la causa del disordine provocato dal suo comportamento e diceva che tutti i mali erano la conseguenza dell’amministrazione divina. Affermava che il suo unico scopo era quello di migliorare le leggi di Dio; per questo motivo era indispensabile che il Signore rivelasse la vera natura delle sue affermazioni e fornisse la prova evidente dei risultati che sarebbero derivati dalle sue pretese riforme della legge di Dio. Dovevano essere le sue stesse opere a condannarlo. Satana aveva dichiarato fin dal principio di non essere un ribelle: l’intero universo doveva vedere il seduttore smascherato.GC 389.3

    Anche quando fu deciso che Satana non sarebbe più potuto rimanere in cielo, Dio non lo distrusse. Poiché Dio accetta solo il servizio dettato dall’amore: l’ubbidienza delle sue creature deve fondarsi sulla convinzione della sua giustizia e della sua bontà. Se Satana fosse stato distrutto, gli abitanti del cielo e quelli degli altri mondi, non essendo in grado di comprendere la natura e le conseguenze del peccato, non avrebbero potuto scoprire la giustizia e la misericordia di Dio. Se egli fosse stato immediatamente annientato, essi avrebbero servito Dio per timore e non per amore. L’influsso del seduttore non sarebbe stato del tutto eliminato e lo spirito di ribellione non sarebbe stato totalmente sradicato. Il male doveva maturare. Per il bene di tutto l’universo Satana doveva avere l’opportunità di sviluppare pienamente i suoi princìpi affinché tutti gli esseri creati potessero conoscere, sotto la vera luce, le sue accuse contro il governo divino e la giustizia, la misericordia di Dio e l’immutabilità della sua legge non fossero più messe in discussione.GC 390.1

    La ribellione di Satana doveva servire di lezione all’universo nel corso dei secoli futuri ed essere una testimonianza perpetua della natura e dei terribili risultati del peccato. L’attuazione delle regole di Satana, i loro effetti sugli uomini e sugli angeli, avrebbero dimostrato quali erano le conseguenze del rigetto dell’autorità divina e avrebbero testimoniato che il benessere delle sue creature è legato al governo di Dio e alla sua legge. Così la triste storia della ribellione sarebbe stata una salvaguardia eterna per tutti gli esseri celesti, per proteggerli dall’inganno relativo alla natura della trasgressione, impedendo loro di commettere il peccato e di subirne le conseguenze.GC 390.2

    Sino alla fine del conflitto, il grande usurpatore continuò a giustificarsi. Quando fu annunciato che doveva essere espulso dal cielo con tutti i suoi sostenitori, il capo dei ribelli espresse arditamente il suo disprezzo per la legge del Creatore, riaffermando che gli angeli non avevano bisogno di controllo e dovevano essere lasciati liberi di seguire la propria volontà, in quanto essa li avrebbe guidati sempre nella giusta direzione. Denunciò le leggi divine definendole una restrizione alla loro libertà e dichiarò che era sua intenzione ottenerne l’abolizione affinché gli angeli, liberi da qualsiasi costrizione, potessero raggiungere un livello di vita più elevato e più glorioso.GC 390.3

    All’unanimità, Satana e i suoi seguaci accusarono il Cristo di essere la causa della loro rivolta, affermando che se non fossero stati rimproverati non si sarebbero mai ribellati. Ostinati e sfrontati nella loro infedeltà, cercando invano di rovesciare il governo di Dio pur sostenendo di essere vittime innocenti di un potere oppressore, il grande ribelle e tutti i suoi seguaci vennero infine cacciati dal cielo.GC 391.1

    Lo stesso spirito che animò la ribellione in cielo, la fomenta ancora oggi sulla terra. Satana attua nei confronti degli uomini la stessa opera già sperimentata con gli angeli. Oggi il suo spirito regna sui “figli della disubbidienza” che, come lui, cercano di eliminare le restrizioni imposte dalla legge di Dio, promettendo agli uomini la libertà mediante la trasgressione dei suoi precetti. La lotta contro il peccato suscita ancora oggi odio e resistenza. Quando Dio parla alle coscienze con messaggi di avvertimento, Satana spinge gli uomini a giustificarsi e a cercare qualcuno che simpatizzi con loro. Invece di abbandonare i propri errori, essi cercano di provocare l’indignazione nei confronti di coloro che li rimproverano, come se essi fossero la causa del male. Dai tempi di Abele fino a oggi, questo stesso spirito si è sempre manifestato per screditare coloro che osano condannare il peccato.GC 391.2

    Mettendo Dio in cattiva luce, come aveva già fatto in cielo presentandolo severo e tirannico, Satana spinse l’uomo a peccare. Essendovi riuscito, dichiarò che le ingiuste restrizioni dell’Eterno avevano determinato la caduta dell’uomo e provocato la sua ribellione.GC 391.3

    Ma ecco in che modo Dio stesso definisce il proprio carattere: “...L’Iddio misericordioso e pietoso, lento all’ira, ricco in benignità e fedeltà, che conserva la sua benignità fino alla millesima generazione, che perdona l’iniquità, la trasgressione e il peccato ma non terrà il colpevole per innocente...” Esodo 34:6, 7.GC 391.4

    Allontanando Satana dal cielo, Dio manifestò la sua giustizia e salvaguardò l’onore del suo trono. Ma quando l’uomo peccò, cedendo all’inganno del grande apostata, Dio dimostrò il suo amore mandando il suo Figlio unigenito perché morisse per l’umanità decaduta. Il piano della salvezza rivelò il carattere di Dio: la croce dimostrò a tutto l’universo che la ribellione di Lucifero non era in nessun modo imputabile al governo divino.GC 391.5

    Nel conflitto fra Gesù e Satana, durante il ministero terreno del Salvatore, il vero carattere del grande seduttore fu smascherato. Nulla risultò più efficace, per spezzare l’ultimo legame fra Satana, gli angeli e l’intero universo, del suo crudele comportamento nei confronti del Redentore del mondo. L’irriverente audacia con cui osò chiedere che Gesù gli rendesse omaggio, il suo presuntuoso coraggio nel portarlo sulla cima del monte e sul pinnacolo del tempio, la perfidia che dimostrò invitandolo a gettarsi giù da quella altezza vertiginosa, la costante cattiveria con la quale tormentava il Redentore inseguendolo da una località all’altra, incitando i cuori dei sacerdoti e del popolo a respingere il suo amore e alla fine a gridare: “Crocifiggilo! Crocifiggilo!”, tutto ciò suscitò lo stupore e l’indignazione dell’universo.GC 392.1

    Satana spinse il mondo a rigettare il Cristo. Il principe del male esercitò tutta la sua potenza per sopprimerlo perché vedeva che la sua misericordia, il suo amore, la sua compassione e la sua tenerezza manifestavano al mondo il carattere di Dio. Satana perciò, contestò ogni affermazione del Figlio di Dio e impiegò degli uomini come suoi agenti, per suscitare nella vita del Salvatore sofferenza e tristezza. Gli inganni e le menzogne con cui cercò di ostacolare l’opera di Gesù, l’odio manifestato contro l’Essere la cui vita era caratterizzata da un’impareggiabile bontà, derivavano dal suo profondo desiderio di vendetta. Il fuoco dell’invidia, della malvagità, dell’odio a lungo trattenuto divampò sul Calvario contro il Figlio di Dio, mentre tutto il cielo contemplava la scena con muto orrore.GC 392.2

    Consumato il grande sacrificio, Gesù salì al cielo, ma accettò l’adorazione degli angeli soltanto dopo aver espresso la seguente richiesta: “Padre, io voglio che dove son io, siano meco anche quelli che tu m’hai dati”. Giovanni 17:24. Allora, con potenza e amore infiniti, giunse la risposta dal trono del Padre: “...Tutti gli angeli di Dio l’adorino!” Ebrei 1:6. Gesù era senza peccato. La sua umiliazione era finita, il suo sacrificio era stato consumato ed egli ricevette un nome che è al di sopra di ogni nome.GC 392.3

    Ormai la colpa di Satana appariva senza scuse. Egli aveva rivelato il suo vero volto: era un bugiardo e un assassino. Risultava chiaro che, se gli fosse stato consentito di guidare gli esseri celesti, egli avrebbe introdotto in cielo lo stesso spirito con cui dominava gli uomini che erano in suo potere. Egli aveva affermato che la violazione della legge di Dio avrebbe garantito libertà e progresso, mentre in realtà era evidente che essa provocava solo schiavitù e depravazione.GC 392.4

    Le false accuse contro il carattere e il governo di Dio apparvero nella loro vera luce. Satana aveva accusato Dio di cercare unicamente la propria gloria, esigendo sottomissione e ubbidienza dalle sue creature. Aveva affermato che mentre pretendeva abnegazione dagli altri, il Creatore non compiva nessun sacrificio. Ognuno poteva constatare che per la salvezza dell’umanità decaduta, il Sovrano dell’universo aveva fatto il più grande sacrificio che l’amore potesse compiere. “...Iddio riconciliava con sé il mondo in Cristo...” 2 Corinzi 5:19. Era anche possibile rendersi conto che mentre Lucifero, assetato di onori e dominio, aveva introdotto il peccato, il Cristo, per distruggere il male, si era umiliato ubbidendo fino alla morte.GC 392.5

    Dio aveva manifestato il suo orrore per i princìpi della ribellione e tutto il cielo constatava la sua giustizia sia nella condanna di Satana sia nella redenzione dell’uomo. Lucifero aveva dichiarato che se la legge di Dio era immutabile e ogni trasgressione doveva essere punita, il colpevole doveva essere escluso per sempre dal favore del Creatore. Egli aveva affermato che l’umanità infedele non poteva essere redenta e quindi gli apparteneva. Ma la morte del Cristo in favore dell’uomo era un argomento inappellabile. La pena prevista dalla legge si abbatté su colui che era come Dio e l’uomo fu libero di accettare la giustizia del Cristo per poi, con una vita di pentimento e di sottomissione, trionfare sulla potenza di Satana così come aveva trionfato il Figlio di Dio. In questo modo Dio è giusto e può giustificare coloro che credono in Gesù.GC 393.1

    Ma Cristo non venne sulla terra a soffrire e morire solo per salvare l’uomo. Se venne per “rendere la legge grande e magnifica”, non lo fece soltanto per gli abitanti di questa terra, ma anche per dimostrare a tutti i mondi dell’universo che la legge di Dio è immutabile. Se fosse stato possibile abolire le esigenze della legge, il Figlio di Dio non avrebbe dovuto offrire la propria vita per espiarne la trasgressione. La morte di Gesù dimostra che la legge è immutabile. Il sacrificio consentito dall’infinito amore del Padre e del Figlio, per assicurare la redenzione dei peccatori, rivela a tutto l’universo — cosa che solo il piano della salvezza poteva realizzare che la giustizia e la misericordia sono alla base della legge e del governo di Dio.GC 393.2

    Nel giudizio finale, quando il Giudice di tutta la terra chiederà a Satana: “Perché ti sei ribellato e hai rapito i miei sudditi?” l’autore del male non potrà accampare nessuna scusa. Nessuno potrà replicare e le schiere ribelli saranno senza parole.GC 393.3

    La croce del Calvario, mentre dichiara l’immutabilità della legge, proclama all’universo che “il salario del peccato è la morte”. Il grido del Salvatore morente — “È compiuto!” — ha rappresentato la campana a morto per Satana. L’esito del gran conflitto che continuava da secoli venne deciso in quel momento e venne garantita l’eliminazione finale del male. Il Figlio di Dio varcò la porta del soggiorno dei morti “...affinché, mediante la morte, distruggesse colui che avea l’impero della morte, cioè il diavolo”. Ebrei 2:14. L’ambizione aveva spinto Lucifero a dire: “...Io... eleverò il mio trono al disopra delle stelle di Dio... sarò simile all’Altissimo”. Isaia 14:13, 14. Dio aveva risposto: “...e ti riduco in cenere sulla terra... e non esisterai mai più”. Ezechiele 28:18, 19. Quando verrà il giorno “...ardente come una fornace; e tutti i superbi e chiunque opera empiamente saranno come stoppia; e il giorno che viene li divamperà, dice l’Eterno degli eserciti, e non lascerà loro né radice né ramo”. Malachia 4:1.GC 393.4

    L’intero universo sarà stato testimone della natura e delle conseguenze del peccato. La totale eliminazione del male, che avrebbe intimorito gli angeli e disonorato Dio se fosse avvenuta subito, rivelerà l’amore dell’Eterno e susciterà il rispetto di tutti gli esseri che nell’universo desiderano fare la sua volontà e hanno la sua legge nel cuore. Il male non riapparirà più. La Parola di Dio dice: “...la distretta non sorgerà due volte”. Nahum 1:9. La legge di Dio, disprezzata da Satana e definita un giogo di schiavitù, sarà onorata come legge di libertà. Il creato rimasto fedele dopo tutte queste prove non potrà mai più disubbidire a colui che si è manifestato rivelando il suo amore senza limiti e la sua saggezza infinita.GC 394.1

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