La prospettiva della fine dei tempi
La seconda parte de Il gran conflitto consiste in una spiegazione delle profezie escatologiche che si trovano nel libro biblico dell’Apocalisse. Ciò che appare difficile da accettare nelle spiegazioni offerte da Ellen G. White è l’importanza attribuita al sabato come fattore scatenante di una persecuzione all’interno del mondo cristiano e il ruolo decisivo che in questi eventi giocherebbe lo spiritismo. Anche in questo caso, come giustamente osserva in un articolo di Spectrum lo studioso avventista Jonathan Butler, occorre tener conto del contesto storico in cui Ellen G. White scrisse. Nel 1888 il senatore H. W. Blair presentò al Congresso degli Stati Uniti una proposta di legge per rendere obbligatorio il rispetto della domenica. Per Blair e altri cristiani del tempo (sotto l’ombrello della National Reform Association, un’associazione di cristiani conservatori nata nel 1864), il rispetto del giorno di riposo era cruciale per la conservazione “delle libertà, del nostro governo, della nostra civiltà inglese”. Viceversa il mancato rispetto della domenica era comunemente ritenuto all’origine di molti problemi sociali, addirittura si pensava che fosse stato la causa indiretta dello scoppio della guerra civile. La cosa non deve stupire: a quel tempo l’identità di un’America protestante era ritenuta un punto qualificante per la preservazione dello stato e della coesione sociale. Ellen G. White condivideva questa idea di fondo, ma facendo parte di un gruppo minoritario vedeva nel tentativo di imporre certi princìpi religiosi “l’inizio della fine”. Bisogna infatti ricordare che gli Stati Uniti costituivano per gli americani del tempo (e non solo per gli americani) un vero e proprio laboratorio politico, sociale e religioso da cui dipendeva il futuro di tutta l’umanità. Fallire in America significava fallire a livello cosmico. La fine della democrazia, della separazione fra stato e chiesa, avrebbe segnato per Ellen G. White il preludio della fine della storia. Dio aveva infatti affidato un ruolo, un destino di civiltà, agli Stati Uniti e tradire questo ruolo avrebbe comportato la fine della pazienza di Dio verso il mondo intero.GC 12.1
Quello che Ellen G. White leggeva sulle pagine dei giornali era proprio questo: il tradimento, profeticamente anticipato, del ruolo americano nei confronti del mondo. Utilizzando verbi al tempo presente, Ellen G. White scrive a 448 de Il gran conflitto: “Nel movimento che si va delineando negli Stati Uniti [In the movements now in progress in the United States...]” per assicurare alle istituzioni e alle tradizioni della chiesa l’appoggio dello stato, i protestanti non solo seguono le orme dei sostenitori del papa, ma spalancano addirittura la porta affinché il papato riconquisti nell’America protestante la supremazia perduta in Europa”. E ancora a pag. 452: “Dalla metà del XIX secolo gli studiosi delle profezie, negli Stati Uniti, presentano al mondo questa testimonianza. Negli eventi che si stanno verificando sotto i nostri occhi, si nota una rapida progressione verso l’adempimento di questa predizione”. Questo uso del tempo presente si applica anche al potere dello spiritismo, un fenomeno pseudo-religioso e scientifico che all’epoca ebbe grande risonanza presso l’opinione pubblica americana. Nel 1870 lo spiritismo poteva essere addirittura considerato come la terza forza all’interno del cristianesimo, dopo il protestantesimo e il cattolicesimo. Infatti, in molti casi, gli spiritisti si professavano cristiani. Tuttavia la congiura delle tre forze citate, prevista da Ellen G. White e plausibile al suo tempo, si rivelò ben presto improbabile: lo spiritismo non riuscì a ottenere il consenso del mondo scientifico e intorno al 1875 il suo influsso sul pensiero religioso americano cominciò a diminuire, anche se la “filosofia spirituale” sopravvisse fino agli inizi del XX secolo. Successivamente si trasformò in un fenomeno di stampo chiaramente occultista e nel suo versante pseudo- scientifico riemerse come scienza “para-psicologica”. Tuttavia è difficile, attualmente prevedere una congiura cattolico-protestante-parapsicologica su un tema così poco sentito quale il rispetto del giorno di riposo. Ormai la società occidentale non è più una società di impronta religiosa come nel secolo scorso. Possiamo comunque trarre alcune considerazioni di attualità dalle previsioni di Ellen G. White, descritte in uno scenario apocalittico di intolleranza e persecuzione. Infatti, quando viene calpestata la dignità umana, si perde il senso profondo del sabato. Il sabato fu istituito non solo per commemorare la creazione ( Esodo 20:11), ma anche per ricordare la liberazione di Israele dalla schiavitù d’Egitto ( Deuteronomio 5:15), cioè per rivivere nella mente e nel cuore un momento della storia d’Israele che la Bibbia propone come paradigma della liberazione dell’uomo da ogni oppressione. Troppo spesso invece le chiese sono state la solenne legittimazione dello status quo, dell’oppressione dell’uomo sull’uomo: in altre parole, l’oppio dei popoli. Il riposo del sabato non va inteso dunque come fuga dalla realtà, ma al contrario rappresenta l’ubbidienza incondizionata alla volontà di Dio. E ubbidire a Dio significa automaticamente porsi dalla parte dei deboli. Il sabato — come ci mostra Gesù nei Vangeli — è il momento privilegiato e il simbolo stesso di un servizio in favore dell’uomo. È proprio su questa fondamentale comprensione della fede cristiana che si gioca il conflitto tra Cristo e Satana. Il gran conflitto indirettamente ci avverte che ci sarà sempre qualcuno che non sarà d’accordo con questo modo d’intendere il cristianesimo, ci sarà sempre qualcuno che considererà la fede solo come strumento di consenso a buon mercato. Tutto questo durerà sino alla fine, fino al ritorno del Signore, poiché “...secondo la sua promessa, noi aspettiamo nuovi cieli e nuova terra, ne’ quali abiti la giustizia”. 2 Pietro 3:13.GC 13.1