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La chiesa del rimanente

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    Unità di fede e di dottrina

    Mio marito — con gli anziani Giuseppe Bates, Stefano Pierce, Hiram Edson ed altri di animo alacre, nobile e sincero — era tra quelli che dopo il 1844, si diedero alla ricerca della Verità, come si può cercare un tesoro nascosto.CR 15.3

    Ci riunivamo con l’animo oppresso, pregando per la unità di fede e di dottrina, poiché sapevamo che Cristo non è diviso. Facevamo oggetto delle nostre investigazioni un punto alla volta, aprendo le Scritture con un senso di rispettoso timore e spesso digiunavamo per poter meglio capire la Verità. Se qualche punto rimaneva oscuro, dopo fervida preghiera esso veniva discusso e ciascuno esprimeva liberamente la propria opinione; poi di nuovo ci inginocchiavamo per pregare, e delle ardenti suppliche salivano al cielo perché Dio ci aiutasse a vedere chiaro sì che potessimo essere uno come Cristo e il Padre sono uno. Molte lacrime venivano sparse.CR 15.4

    Trascorrevamo molte ore in questo modo e spesso passavamo l’intera notte investigando le Scritture per poter capire la Verità per il nostro tempo. Talvolta lo Spirito di Dio s’impossessava di me e dei passi difficili venivano chiariti attraverso la via tracciata da Dio. Ne seguiva, così, un perfetto accordo. Tutti eravamo di una sola idea e di un solo sentimento.CR 16.1

    Noi cercavamo col massimo impegno di non forzare le Scritture per adattarle alle opinioni di qualcuno. Ci sforzavamo, piuttosto, di rendere le nostre discrepanze il più leggere possibile, astenendoci dall’insistere su punti di secondaria importanza e sui quali vi era diversità di opinione. La preoccupazione di ognuno era di stabilire tra i confratelli una condizione rispondente alla preghiera di Cristo che i suoi discepoli fossero uno come Egli e il Padre sono uno.CR 16.2

    Qualche volta uno o due dei confratelli si opponevano ostinatamente all’interpretazione suggerita, esprimendo i sentimenti naturali del cuore. Quando tale tendenza si manifestava, noi interrompevamo lo studio e rimandavamo la riunione, per dar modo a ciascuno di avvicinarsi a Dio in preghiera e, senza comunicare con gli altri, di studiare il punto controverso chiedendo la luce del cielo. Ci separavamo con espressioni della migliore amicizia per ritrovarci il più presto possibile per ulteriori investigazioni. Talvolta la potenza di Dio veniva su di noi in modo notevole e quando una chiara luce metteva in evidenza i punti della verità, lacrime di gioia sgorgavano dai nostri occhi. Amavamo Gesù e ci amavamo a vicenda.CR 16.3

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