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I tesori delle testimionianze 2

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    Capitolo 35: “L’apparenza del male”

    Io mi sento spinta a rivolgermi a quanti sono impegnati a comunicare al mondo l’ultimo messaggio di avvertimento. Che coloro in favore dei quali essi si affaticano intendano e accettino il messaggio o no, ciò dipende moltissimo dai singoli operai. L’ordine di Dio è: “Purificatevi, voi che portate i vasi dell’Eterno”. Isaia 52:11. Paolo, a sua volta, raccomanda a Timoteo: “Bada a te stesso e all’insegnamento”. 1 Timoteo 4:16. L’opera deve cominciare dall’operaio: egli deve essere unito con Cristo come il tralcio è unito con la vite. “Io sono la vite”, disse Gesù, “voi siete i tralci”. Giovanni 15:5. E’ qui rappresentata la più intima comunione possibile. Innestate sul fusto fiorente il ramoscello privo di pampini ed esso si trasformerà in un tralcio vivo che trae dalla vite linfa e nutrimento. Una fibra dopo l’altra, una cellula dopo l’altra, l’arbusto aderisce strettamente fino a germogliare, fiorire e dare frutto. L’arbusto privo di linfa rappresenta il peccatore. Unita con Cristo, l’anima si unisce con l’anima: quella debole e limitata con quella santa e infinita, e l’uomo diventa uno con Cristo.TT2 158.1

    “Senza di me”, Gesù ha detto, “Voi non potete fare nulla”. Noi che affermiamo di essere i collaboratori di Cristo, siamo uniti con lui? Dimoriamo noi in Cristo? Siamo noi uno con lui? Il messaggio che portiamo è di portata mondiale e deve raggiungere tutte le nazioni, le lingue, i popoli. Il Signore non chiede a nessuno di noi di andare avanti con questo messaggio senza conferirci grazia e potenza, perché lo presentiamo alla gente in modo corrispondente alla sua importanza. Il grande interrogativo oggi per noi è: “Stiamo recando al mondo questo solenne messaggio di verità in maniera tale da mostrarne l’importanza?” Il Signore lavorerà con i suoi operai, se essi vorranno dipendere unicamente da Cristo. Egli non si è mai prefisso che i suoi missionari dovessero lavorare senza la sua grazia, privi della sua potenza.TT2 158.2

    Cristo ci ha scelti dal mondo perché diventassimo un popolo particolare e santo. Egli “ha dato se stesso per noi affin di riscattarci da ogni iniquità e di purificarsi un popolo suo proprio, zelante nelle opere buone”. Tito 2:14. Gli operai di Dio debbono essere uomini di preghiera, studiosi diligenti delle Scritture, affamati e assetati di giustizia, per poter essere una luce e una forza per gli altri. Il nostro è un Dio geloso; Egli vuole che noi lo adoriamo in spirito e verità nella bellezza della santità. Dice il Salmista: “Se nel mio cuore avessi avuto di mira l’iniquità, il Signore non mi avrebbe ascoltato”. Salmi 66:18. In qualità di operai noi dobbiamo fare attenzione alle nostre vie. Se il Salmista diceva che egli non sarebbe stato ascoltato se avesse avuto di mira l’iniquità nel proprio cuore, come possono essere ora ascoltate le preghiere degli uomini se essi hanno di mira l’iniquità?TT2 158.3

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