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I tesori delle testimionianze 2

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    La visione di Ezechiele

    Ezechiele, il mesto profeta dell’esilio, nel paese dei caldei ebbe una visione che insegnava la stessa lezione di fede nel potente Dio d’Israele. Mentre si trovava sulle rive del fiume Kebar, un turbine parve sopraggiungere dal settentrione, “una grossa nuvola con un globo di fuoco che spandeva tutto all’intorno di essa uno splendore; e nel centro di quel fuoco si vedeva come del rame sfavillante in mezzo al fuoco”. Ruote di uno strano aspetto, intersecantesi fra loro erano mosse da quattro creature viventi. In alto, al di sopra di tutto ciò, vi era come una “pietra di zaffiro, che pareva un trono; e su questa specie di trono appariva come la figura di un uomo”. “Quanto all’aspetto degli esseri viventi, esso era come di carboni ardenti, come di fiaccole; quel fuoco circolava in mezzo agli esseri viventi: era un fuoco sfavillante e dal fuoco uscivano dei lampi”. “E apparve fra i cherubini l’immagine di una mano umana sotto le loro ali”.TT2 231.2

    Vi erano delle ruote dentro altre ruote, in una combinazione così complicata che a prima vista a Ezechiele parevano tutte in disordine. Però quando esse si muovevano, lo facevano con assoluta precisione, con perfetto sincronismo. Queste ruote venivano spinte da esseri celesti e sopra tutto questo vi era l’Eterno, mentre intorno al trono c’era l’arcobaleno che avvolgeva ogni cosa, simbolo della grazia e dell’amore. Sopraffatto dall’immensa gloria di quella scena, Ezechiele cadde sulla sua faccia, ma la voce del Signore gli ordinò di alzarsi in piedi e di ascoltare. A questo punto gli fu comunicato un messaggio di ammonimento per Israele.TT2 231.3

    Questa visione fu data a Ezechiele in un periodo durante il quale la sua mente era colma di oscuri presentimenti. Egli vedeva la terra dei suoi padri giacere nella desolazione. La città, un tempo gremita di popolo, non era più abitata. La voce di giubilo e il canto di lode non si facevano più udire entro le sue mura. Il profeta stesso era straniero in una terra straniera, dove predominavano ambizioni senza limiti e una crudeltà selvaggia. Quello che vedeva e udiva della tirannia e dell’ingiustizia degli uomini gli faceva fremere l’anima di angoscia ed egli piangeva amaramente giorno e notte. Nondimeno, i meravigliosi simboli mostratigli sul fiume Kebar rivelavano l’esistenza di un potere superiore a quello dei dominatori terreni: una potenza sovrana controllava ogni cosa. Al di sopra degli orgogliosi e crudeli monarchi di Assiria e di Babilonia, sedeva sul trono l’Iddio della misericordia e della verità.TT2 231.4

    I complicati congegni a guisa di ruote che al profeta apparivano come avvolti di confusione, erano guidati da una mano infinita. Lo Spirito di Dio, che gli si rivelava nell’atto di muovere e dirigere le ruote, traeva armonia dall’apparente caos. In tal modo il mondo era sotto il controllo di Dio e miriadi di esseri glorificati si tenevano pronti al suo comando per frenare il potere e la politica degli uomini malvagi e per assicurare il bene dei suoi fedeli.TT2 231.5

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