Capitolo 18: L’amore tra i fratelli
La vita è una scuola di disciplina. Finché sarà nel mondo, il cristiano avrà a che fare con influssi avversi. Ci saranno delle provocazioni che metteranno alla prova il suo temperamento e che, se affrontate nel giusto spirito, contribuiranno allo sviluppo delle qualità cristiane. Se si sopportano docilmente torti e offese, se alle ingiurie si risponde con parole gentili e agli atti di oppressione con la bontà, ciò indica che lo Spirito di Dio dimora nel cuore e che la linfa che procede dalla vite vivente affluisce ai tralci. In questa vita, noi siamo alla scuola di Cristo, e dobbiamo imparare a essere mansueti e umili di cuore. Nel giorno del rendiconto finale vedremo che tutti gli ostacoli incontrati, tutte le avversità e le noie che siamo stati chiamati a sopportare, altro non erano che lezioni pratiche sull’applicazione dei princìpi della vita cristiana. Se ben sopportate, esse sviluppano nel carattere la somiglianza con Cristo e servono a distinguere il cristiano dalla gente del mondo.TT2 76.1
V’è un’alta mèta da raggiungere se vogliamo essere dei figliuoli di Dio nobili, puri, santi, incontaminati. Se vogliamo raggiungerla è necessario un processo di rimondatura. Come potrebbe avvenire questa rimondatura se non ci fossero difficoltà da affrontare, ostacoli da superare, niente che solleciti la nostra pazienza e la nostra sopportazione? Queste prove non sono benedizioni trascurabili durante la nostra esperienza, perché hanno lo scopo di stimolarci verso un preciso successo. Dobbiamo utilizzarle come mezzi divini per conseguire decisive vittorie su noi stessi, invece di permettere loro di ostacolarci, opprimerci e finalmente distruggerci.TT2 76.2