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Parole di vita

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    Fra le spine

    “E quegli che ha ricevuto la semenza fra le spine, è colui che ode la Parola; poi le cure mondane e l’inganno delle ricchezze affogano la Parola, e cosi riesce infruttuosa”.PV 26.2

    Il seme dell’Evangelo cade spesso fra le spine e le erbacce e se non avviene una trasformazione morale nel cuore umano, se non si abbandonano le antiche abitudini e la precedente vita di peccato, se Satana non è stato bandito dall’anima, il buon seme rimarrà soffocato e ci sarà un raccolto di spine invece che di grano.PV 26.3

    La grazia può prosperare solo in un cuore sempre pronto ad accogliere il prezioso seme della verità. Le spine del peccato crescono in qualunque suolo senza bisogno di cure, mentre la grazia va accuratamente coltivata. I rovi e le spine sono sempre pronti a invadere il campo e bisogna essere continuamente all’opera per distruggerli. Se il cuore non è sottomesso al controllo divino, se lo Spirito Santo non è continuamente all’opera per affinare e nobilitare il carattere, le antiche abitudini non tarderanno a riaffiorare nella vita. Gli uomini potranno professare di credere nell’Evangelo, ma se non ne sono santificati, la loro professione non vale nulla; se non sconfiggono il peccato, il peccato sconfiggerà loro. Le spine, che magari avevano reciso ma non sradicato, rispunteranno ben presto invadendo il campo dell’anima.PV 26.4

    Cristo ha specificato quali siano i pericoli dell’anima. Nel racconto di Marco sono “le cure mondane e l’inganno delle ricchezze e le cupidigie delle altre cose” (Marco 4:19); Luca parla di “cure e... ricchezze e... piaceri della vita”. Luca 8:14. Ecco le spine che soffocano la Parola, la crescita del seme spirituale. L’anima cessa di attingere nutrimento da Cristo e la vita spirituale e interiore si estingue.PV 26.5

    “Le cure mondane”. Nessuna classe di persone è libera da queste tentazioni. Il duro lavoro, le privazioni e la paura di cadere nel bisogno sono per il povero un grave fardello e una fonte di angoscia, mentre il ricco è tormentato dalla paura di perdere i suoi beni e da una quantità di altre preoccupazioni ansiose. Molti seguaci di Cristo dimenticano la lezione che Egli ci invita ad apprendere dai fiori dei campi, non hanno fiducia nella sua premura continua e Cristo non può alleggerirli del loro fardello perché non lo vogliono scaricare su di lui. Cosi le preoccupazioni della vita, che dovrebbero spingerli al Salvatore per ricevere aiuto e conforto, finiscono per separarli da lui!PV 27.1

    Molti che potrebbero portare ricchi frutti al servizio di Dio, si dedicano ad ammassare ricchezze, ogni loro energia rimane assorbita dalle attività commerciali, si sentono costretti a trascurare i valori spirituali e finiscono per separarsi da Dio. La Scrittura ci esorta: “Quanto allo zelo, non siate pigri”. Romani 12:11. Dobbiamo lavorare per soccorrere i bisognosi. Il cristiano può e deve lavorare e curare i propri affari con impegno senza per questo commettere peccato, ma molti si lasciano assorbire dagli affari al punto di non trovare più tempo per la preghiera, per lo studio biblico, per cercare e servire Dio. A volte l’anima brama la santità del cielo, ma le manca il tempo di appartarsi dai clamori del mondo per ascoltare la voce possente ed autorevole dello Spirito di Dio. I valori eterni passano in seconda linea, quelli mondani occupano il primo posto. Come potrà il seme divino portar frutto se la vita dell’anima è dedita ad alimentare le spine della mondanità?PV 27.2

    Molti commettono un errore analogo pur lavorando con obiettivi ben diversi. Operano per il benessere altrui, hanno doveri impellenti e responsabilità cosi numerose da non trovare più tempo, immersi come sono nel lavoro, da dedicare alla meditazione. In tal modo trascurano la comunione con Dio che è possibile solo con la preghiera e lo studio della sua Parola e dimenticano che Cristo ha detto: “Senza di me non potete far nulla”. Giovanni 15:5. Finiscono per allontanarsi da Gesù. La loro vita non è pervasa dalla grazia, l’io non tarda a manifestarsi e il loro servizio è contaminato dal desiderio di supremazia e dai tratti aspri e scortesi di un cuore ribelle. Ecco una delle cause principali di fallimento nell’opera del cristiano, ecco perché i risultati sono spesso cosi deludenti!PV 27.3

    “L’inganno delle ricchezze”. L’amore delle ricchezze esercita un potere che infatua ed inganna. Troppo spesso quanti possiedono beni terreni dimenticano che è stato Dio a permetter loro di acquisirli. Esclamano: “La mia forza e la potenza della mia mano m’hanno acquistato queste ricchezze”. Deuteronomio 8:17. Invece di suscitare la loro gratitudine verso Dio, le ricchezze li inducono a esaltare se stessi. Essi perdono il senso della dipendenza da Dio e dei loro doveri verso il prossimo, e, invece di ritenere la ricchezza un talento da impiegare per la gloria di Dio e l’elevazione dell’umanità, la considerano un mezzo per soddisfare se stessi. Invece di sviluppare nell’individuo gli attributi divini, le ricchezze usate così sviluppano quelli di Satana e il seme della Parola rimane soffocato dalle spine.PV 28.1

    “I piaceri della vita”. Il pericolo è quello di ricercare il divertimento fine a se stesso. Tutte le abitudini edonistiche che indeboliscono le energie fisiche, offuscano la mente o intorpidiscono la percezione spirituale sono “carnali concupiscenze che guerreggiano contro l’anima”. 1 Pietro 2:11.PV 28.2

    “Le cupidigie delle altre cose”. Non si tratta necessariamente di peccati in sé, ma di piaceri o interessi ai quali si dà la preminenza al posto di Dio. Tutto quello che allontana l’anima da lui e distoglie ti da Cristo è un nemico dell’anima.PV 28.3

    Quando si è giovani e vigorosi e capaci di fare rapida carriera, esiste la grave tentazione di servire l’io e l’ambizione. Se i piani mondani di un individuo riescono, facilmente egli continua in un cammino che uccide la coscienza e gli impedisce di valutare correttamente in che cosa consista la vera eccellenza del carattere. Se poi le circostanze favoriscono questa piega, si fa presto a incamminarsi per una via proibita dalla parola di Dio.PV 28.4

    In questo periodo di formazione della vita dei figli, i genitori hanno una grave responsabilità. Procurino di circondare i giovani di sane influenze che trasmettano un’idea esatta della vita e del vero successo. E invece, quanti genitori si propongono come primo obiettivo di assicurare ai figli una prosperità materiale! Quanti scelgono tutte le loro compagnie in vista di questo obiettivo! Molti genitori stabiliscono la propria dimora in qualche grande città e introducono i figli nella società elegante e alla moda immergendoli in un’atmosfera che incoraggia la mondanità e l’orgoglio. In un’atmosfera simile lo spirito e l’anima si atrofizzano e si perdono di vista gli alti e nobili obiettivi della vita; il privilegio di essere figli di Dio ed eredi dell’eternità si sacrifica per qualche vantaggio terreno.PV 29.1

    Molti genitori cercano di favorire la felicità dei figli accondiscendendo ai loro desideri per i divertimenti, permettendo loro di partecipare a giochi, sport e a feste di piacere, rifornendoli perfino di denaro da spendere liberamente nella ricerca dell’ostentazione e delle soddisfazioni personali. La sete di piacere aumenta a mano a mano che la si soddisfa e gli interessi di simili giovani rimangono sempre più assorbiti dai divertimenti finché essi non finiscono per farne lo scopo principale della loro vita. Si abituano alla pigrizia e alla rilassatezza al punto tale che è quasi impossibile per loro essere dei cristiani stabili.PV 29.2

    La chiesa stessa, che dovrebbe essere colonna e sostegno della verità, incoraggia l’amore egoista del piacere. Quando bisogna raccogliere del denaro per fini religiosi, a che cosa ricorrono molte comunità? A vendite di beneficenza, cene, mostre e fiere, perfino alle lotterie e altri espedienti simili! Spesso il luogo di culto rimane profanato dalla gente che mangia e beve, compra, vende e si diverte. Il rispetto della casa di Dio e la riverenza per il culto svaniscono nell’animo dei giovani, le barriere dell’autodisciplina cedono, l’egoismo, l’appetito, il piacere di mettersi in mostra vengono alimentati e s’irrobustiscono nella misura in cui sono soddisfatti.PV 29.3

    La ricerca dei piaceri e dei divertimenti si concentra nelle città. Molti genitori che hanno preferito una dimora cittadina per i figli pensando di offrir loro maggiori vantaggi, prima o poi rimangono delusi e si accorgono troppo tardi del grave errore commesso. Le città d’oggi vanno rapidamente trasformandosi in altrettante Sodoma e Gomorra. I frequenti giorni festivi invitano all’ozio, i divertimenti eccitanti come il teatro, le corse dei cavalli, le scommesse e i giochi d’azzardo, i liquori, le feste e i banchetti vari — stimolano al massimo tutte le passioni e i giovani si lasciano trascinare dalla corrente generale. Coloro che imparano ad amare il divertimento fine a se stesso aprono la porta del cuore ad una marea di tentazioni. Essi si abbandonano ad un’allegria mondana e spensierata e rimangono inebriati nelle loro relazioni con gli amanti dei piaceri, sono spinti da una forma di dissipazione all’altra finché perdono sia il desiderio che la capacità di condurre una vita utile. Le loro aspirazioni religiose sono svanite e la loro vita spirituale è avvolta nelle tenebre, tutte le facoltà più nobili dell’animo, tutto ciò che unisce l’uomo al mondo superiore risulta avvilito e degradato.PV 30.1

    È vero che alcuni possono rendersi conto della loro follia e pentirsi. Dio li perdona, ma essi hanno indebolito gravemente la propria anima e saranno per tutta la vita in pericolo di ricadere. Il discernimento, che bisognerebbe mantenere sempre acuto e sensibile per distinguere il bene dal male, è rimasto in gran parte distrutto, cosicché non sanno più riconoscere rapidamente le insidie sataniche né la voce dello Spirito Santo che vorrebbe guidarli. Troppo spesso, nell’ora del pericolo, soccombono alla tentazione e si allontanano da Dio. La fine della loro vita di piacere è la rovina per questo mondo e per quello avvenire.PV 30.2

    Le preoccupazioni, le ricchezze e i piaceri sono gli espedienti di cui Satana si serve per irretire l’anima nel gioco della vita. Ecco perché la Scrittura ci avverte: “Non amate il mondo né le cose che sono nel mondo. Se uno ama il mondo, l’amor del Padre non è in lui. Poiché tutto quello che è nel mondo: la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita non è dal Padre, ma è dal mondo”. 1 Giovanni 2:15, 16. E colui che legge nei cuori umani come in un libro aperto ci raccomanda: “Badate a voi stessi, che talori i vostri cuori non siano aggravati da crapula, da ubriachezza e dalle ansiose sollecitudini di questa vita”. Luca 21:34. E l’apostolo Paolo scriveva per ispirazione dello Spirito Santo: “Ma quelli che vogliono arricchire cadono in tentazione, in laccio, e in molte insensate e funeste concupiscenze, che affondano gli uomini nella distruzione e nella perdizione. Poiché l’amor del denaro è radice d’ogni sorta di mali; e alcuni che vi si sono dati, si sono sviati dalla fede e si sono trafitti di molti dolori”. 1 Timoteo 6:9, 10.PV 30.3

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