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Parole di vita

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    L’uso dei talenti

    Nella parabola “colui che aveva ricevuto i cinque talenti andò a farli fruttare, e ne guadagnò altri cinque. Parimente, quello dei due ne guadagnò altri due”. Matteo 25:16, 17.PV 225.1

    I talenti vanno usati, anche se sono pochi. Quel che conta non è chiederci quanti ne abbiamo ricevuti, ma che uso ne faremo. Sviluppare tutte le nostre facoltà è il primo dovere che abbiamo di fronte a Dio e al prossimo. Chi non migliora quotidianamente le sue capacità non realizza il senso della vita. Con la nostra professione di fede in Cristo noi ci impegniamo a consacrare tutte le nostre energie al suo servizio e a sviluppare al massimo ogni facoltà per fare agli altri tutto il bene possibile.PV 225.2

    Il Signore ha una grande opera da realizzare e chi lo serve con maggiore volontà e zelo nella vita presente sarà maggiormente ricompensato nella vita futura. Egli sceglie i suoi collaboratori e ogni giorno e in varie circostanze li mette alla prova secondo il suo piano di lavoro. Si serve di tutti coloro che si sforzano sinceramente di eseguire i suoi disegni, non perché siano già arrivati alla perfezione, ma perché col suo aiuto ci possano arrivare.PV 225.3

    Dio accetterà solo quanti si prefiggono un alto ideale. Egli spinge ogni essere umano a fare del suo meglio e a tendere alla perfezione morale. Non abbassiamo mai la norma della giustizia per adeguarla alle nostre tendenze al male, ereditate o acquisite che siano! Bisogna rendersi conto che l’imperfezione del carattere è peccato. Dio riunisce in sé, come essere assolutamente perfetto, tutti gli attributi della giustizia, perciò chiunque accetta Cristo come Salvatore personale ha il privilegio di possedere questi attributiPV 225.4

    Chi vuole collaborare con Dio deve fare di tutto per perfezionare ogni sua facoltà fisica e psichica. La vera educazione significa preparare le energie fisiche, intellettuali e morali a disimpegnare ogni dovere e ad educare il corpo, l’anima e lo spirito al servizio di Dio. Una simile educazione rimarrà valida fino alla vita eterna!PV 225.5

    Il Signore si attende da ogni credente una crescita di capacità ed efficienza in tutti i sensi. Cristo ci ha pagato il salario con il suo sangue e la sua sofferenza per assicurarsi il nostro servizio volontario. É venuto nel mondo per dimostrarci come e con quale spirito bisogna lavorare. Egli desidera che applichiamo i migliori accorgimenti per promuovere la sua opera e glorificare il suo nome nel mondo, per manifestare supremo amore e devozione al Padre che “ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figliuolo, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna”. Giovanni 3:16.PV 226.1

    Ma Cristo non ci ha mai detto che sia facile conseguire un carattere perfetto. Un carattere nobile e armonioso non ci è dato per via ereditaria né si sviluppa spontaneamente: lo si acquisisce piuttosto con sforzi individuali e con i meriti della grazia di Cristo. Dio ci dona i talenti e le facoltà intellettuali, noi dobbiamo plasmare il carattere; ci riusciremo ingaggiando un conflitto duro e intransigente contro il nostro io, rinnovando la battaglia contro le tendenze ereditarie, esaminandoci intimamente e con occhio critico, non tollerando in noi alcun tratto negativo.PV 226.2

    Nessuno dica di non poter vincere i suoi lati deboli! Se tu arrivi a questa conclusione non otterrai mai la vita eterna. L’impossibilità risiede nella tua volontà, ma se vuoi potrai anche vincere. Le difficoltà profonde nascono dal cuore inconvertito che non è disposto a sottomettersi totalmente a Dio.PV 226.3

    Molti, a cui Dio ha dato le qualità per fare un ottimo lavoro, in effetti fanno pochissimo perché si impegnano poco. Migliaia di persone trascorrono la loro vita come se non avessero alcun obiettivo ben definito per il quale valga la pena di vivere. Ovviamente otterranno una ricompensa proporzionata al loro effettivo lavoro.PV 226.4

    Teniamo presente che non raggiungeremo mai un obiettivo più alto di quello che ci siamo prefisso. Fissiamolo perciò il più in alto possibile e poi, passo dopo passo, anche se ci costa sforzi e sofferenze, rinunce e sacrifici, saliamo la scala fino all’ultimo gradino, senza farci ostacolare da niente. Il destino non può costringere nessuno a rimanere nell’inerzia e nell’incertezza. Le circostanze avverse dovrebbero piuttosto spronarci a vincerle. Quando superiamo una barriera conquisteremo nuova forza e rinnovato coraggio per andare avanti. Proseguiamo con fermezza nella direzione giusta e le varie circostanze ci saranno di aiuto piuttosto che di ostacolo.PV 226.5

    Sforziamoci di coltivare tutti i tratti positivi del carattere per la gloria del Maestro! Sforziamoci di essergli graditi in tutti gli aspetti del nostro sviluppo. Questo è possibile, perché anche Enoc fu gradito a Dio pur vivendo in un’epoca di corruzione morale; anche oggi esistono altri uomini come Enoc!PV 227.1

    Imitiamo Daniele, fedele statista che nessuna tentazione riuscì a corrompere. Non deludiamo colui che ci ha tanto amati da dare la vita per cancellare i nostri peccati. Ricordiamo quel che ci dice: “Senza di me non potete far nulla”. Giovanni 15:5. Pur se abbiamo commesso degli errori, possiamo vincere ancora ammettendoli e considerandoli un avvertimento. Così trasformeremo una sconfitta in vittoria e tutto si risolverà a vergogna del nemico e a gloria del Redentore.PV 227.2

    Un carattere plasmato a somiglianza divina e l’ unico tesoro che possiamo portare con noi nella vita futura Quelli che hanno seguito le istruzioni di Cristo in questo mondo, porteranno con sé fino in cielo ogni lezione divina per approfondirla e migliorarla continuamente. Com’è importante quindi sviluppare bene il carattere in questa vita!PV 227.3

    Gli esseri celesti assisteranno coloro che, con fede e decisione, cercano una perfezione del carattere che si traduca poi in una vita perfetta. A tutti quelli che sono impegnati in quest’opera Gesù promette aiuto e soccorso.PV 227.4

    La volontà umana partecipa dell’onnipotenza nella misura in cui opera con la volontà di Dio. A chi il Signore affida un incarico dà anche la forza di eseguirlo, perciò ogni suo mandato è nello stesso tempo atto di abilitazione. PV 227.5

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