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    Capitolo 8: Una crescita costante nell’amore

    Vivere in Cristo non significa avere manifestazioni estatiche, ma vivere serenamente, con fiducia. La vostra speranza è riposta in Cristo e non in voi stessi; la sua forza si sovrappone alla vostra debolezza, la sua sapienza alla vostra ignoranza e la sua potenza nasconde la vostra fragilità.VM 67.1

    La Bibbia descrive il cambiamento del cuore, che permette all’uomo di diventare figlio di Dio, con l’immagine della nascita, oppure di un buon seme che, dopo essere stato gettato nel terreno, germoglia. In questo senso coloro che si convertono al Cristo devono essere “come bambini appena nati” (1 Pietro 2:1), “crescere” fino a diventare “uomini perfetti, degni dell’infinita grandezza di Cristo” (Efesini 4:13); in altre parole devono crescere e portare frutto come un buon seme che viene gettato nel terreno. Il profeta Isaia dice che coloro che vivono un’esperienza simile “saranno come splendidi alberi piantati da Dio per rivelare la sua gloria e potenza”. Isaia 61:3. Queste immagini tratte dalla natura aiutano a comprendere meglio le verità misteriose della vita spirituale.VM 67.2

    Non c’è saggezza o intelligenza umana che possa donare la vita anche al più semplice oggetto che si trova in natura. Come le piante e gli animali vivono perché Dio ha infuso in loro la vita, così la vita spirituale che si manifesta nell’uomo proviene solo da Dio. “Se non si nasce nuovamente” (Giovanni 3:3) non si può vivere quella vita che il Cristo ci ha offerto.VM 68.1

    Dio non solo dà la vita, ma la sviluppa; è lui che trasforma il bocciolo in fiore e il fiore in frutto, è per la sua potenza che il seme germoglia e diventa “prima un filo d’erba, poi la spiga e poi, nella spiga, il grano maturo”. Marco 4:28. Il profeta Osea afferma che Israele “...fiorirà come un giglio... Tornerà a vivere sotto la mia protezione. Coltiverà il grano, fiorirà come la vigna”. Osea 14:5, 7. Gesù stesso ci esorta a considerare “come crescono i fiori dei campi”. Luca 12:27. Le piante o i fiori non si sviluppano per una loro capacità intrinseca o perché si preoccupino e cerchino con impegno di crescere, ma semplicemente perché vengono sostenuti da Dio; così come nessun bambino può aumentare di statura semplicemente volendo e sforzandosi di diventare più alto, l’impegno personale e la preoccupazione non determinano nessuno sviluppo spirituale. Le piante e i bambini crescono perché ricevono dall’ambiente l’aria, il sole, il cibo, ciò di cui necessitano per la vita. Il Cristo può essere paragonato a questi doni che la natura dispensa, ad animali e piante, perché sostiene coloro che confidano in lui. Egli è la loro “luce perpetua” (Isaia 60:19, Luzzi); egli è “un sole e uno scudo” (Salmi 84:12) e sarà “per Israele come la rugiada”. Osea 14:6. È l’acqua viva che scende “come pioggia sui prati, come acqua su aride terre”. Salmi 72:6. “Il pane di Dio è quello che viene dal cielo e dà la vita al mondo”. Giovanni 6:33.VM 68.2

    Grazie all’incomparabile dono di suo Figlio, Dio ha avvolto il mondo in un’atmosfera di grazia che non è meno concreta dell’aria che circonda il nostro pianeta. Tutti coloro che scelgono di respirare in questo ambiente vivificante, vivranno e si svilupperanno fino a raggiungere l’ideale di maturità che il Cristo ha annunciato.VM 69.1

    Così come i fiori si orientano verso il sole affinché i raggi luminosi ne perfezionino la bellezza e la simmetria, anche noi dovremmo rivolgerci verso il Sole di giustizia perché i suoi raggi ci possano illuminare e rendere il nostro carattere simile a quello del Cristo.VM 69.2

    Gesù propone lo stesso insegnamento con queste parole: “Rimanete uniti a me, e io rimarrò unito a voi. Come il tralcio non può dar frutto da solo, se non rimane unito alla vite, neppure voi potete dar frutto, se non rimanete uniti a me. Io sono la vite. Voi siete i tralci. Se uno rimane unito a me e io a lui, egli produce molto frutto; senza di me non potete far nulla”. Giovanni 15:4, 5.VM 69.3

    Così come il ramo per svilupparsi e fruttificare deve essere unito al tronco, se vogliamo condurre una vita santa dobbiamo dipendere dal Cristo. Senza di lui non c’è vita perché in noi non abbiamo la forza di resistere alla tentazione o crescere in grazia e santità. Restate in contatto con lui, lasciatevi attrarre da lui e vi svilupperete come “l’albero piantato lungo il fiume”. Salmi 1:3. Molti, pur avendo confidato in Gesù e ottenuto il perdono dei peccati, pensano di dover fare qualcosa e cercano di impegnarsi per vivere correttamente; ma Gesù dice: “...senza di me non potete far nulla”. Giovanni 15:5. La crescita spirituale, la nostra gioia, l’utilità della nostra vita, dipendono dalla comunione quotidiana che stabiliamo con il Cristo. Se viviamo in comunione con colui che oltre a donare la fede, la sviluppa, possiamo crescere in grazia. Il Cristo è il primo, l’ultimo, colui che è sempre presente, che ci accompagna in ogni istante della nostra esistenza. Davide dice: “Ho sempre il Signore davanti agli occhi, con lui vicino non cadrò mai”. Salmi 16:8.VM 69.4

    Forse vi chiederete: “Come posso vivere in Cristo?”. La risposta è semplice: “Poiché avete accolto Gesù Cristo, il Signore, continuate a vivere uniti a lui. Come alberi che hanno in lui le loro radici, come case che hanno in lui le loro fondamenta, tenete ferma la vostra fede”. Colossesi 2:6, 7. Voi che vi siete consacrati a Dio per appartenergli totalmente, per servirlo e ubbidirgli, che avete accettato il Cristo come vostro Salvatore, non potendo espiare i vostri peccati e cambiare il vostro cuore, siate fiduciosi, che per amore del Cristo, Dio ha già fatto tutto ciò che per voi è impossibile. Così come per fede appartenete al Cristo, per fede dovete crescere in lui tramite l’esperienza del dare e del ricevere. Quando offrite tutto al Cristo — cuore, volontà, impegno — vi consacrate a lui e ubbidite a tutti i suoi comandamenti, riceverete tutto; il Cristo stesso, che vive in voi, vi sosterrà, vi renderà giusti, vi darà la forza di ubbidire e vi accorderà tutte le benedizioni che da lui derivano.VM 70.1

    Fate in modo che la prima preoccupazione della giornata sia quella di consacrarvi a Dio, pregando così: “Signore, voglio appartenere completamente a te! Affido a te tutti i miei progetti. Serviti di me oggi, vivi in me e fa che io agisca sempre secondo la tua volontà”. È un dovere quotidiano consacrare a Dio ogni mattina la vostra giornata. Sottoponetegli i vostri progetti, pronti a realizzarli o ad abbandonarli secondo la sua volontà. In questo modo giorno dopo giorno offrirete la vostra vita a Dio, che la trasformerà rendendola simile a quella del Cristo.VM 70.2

    Vivere in Cristo non significa avere manifestazioni estatiche, ma vivere serenamente, con fiducia. La vostra speranza è riposta in Cristo e non in voi stessi; la sua forza si sovrappone alla vostra debolezza, la sua sapienza alla vostra ignoranza e la sua potenza nasconde la vostra fragilità. Non dovete vivere in funzione di voi stessi, soffermarvi sulla vostra condizione; pensate al Cristo, e confidate nel suo amore, contemplate la bellezza e la perfezione del suo carattere, lo spirito di abnegazione, le umiliazioni subite, la sua purezza e santità. Solo amando il Cristo, imitandolo e dipendendo completamente da lui è possibile essere trasformati fino ad assomigliargli.VM 71.1

    L’affermazione di Gesù: “Se mi amate, osserverete i miei comandamenti” (Giovanni 15:4) suggerisce l’idea di riposo, sicurezza e fiducia. Alle parole del Cristo: “Venite con me... e io vi farò riposare” (Matteo 11:28) fa eco questa affermazione del salmista: “Volgi i tuoi passi verso il Signore, abbi fiducia in lui ed egli agirà... Spera nel Signore, non ti agitare, non tormentarti per chi ha successo, per la gente che vive d’imbrogli”. Salmi 37:5, 7. Anche il profeta Isaia ha parole rassicuranti a questo riguardo: “Se tornate a me in pace, sarete salvi. Se avrete fiducia in me sarete forti”. Isaia 30:15. L’ozio non costituisce un vero riposo; quando infatti il Salvatore promette riposo, non dispensa dal lavoro, ma dice: “Accogliete le mie parole e lasciatevi istruire da me. Io non tratto nessuno con violenza e sono buono con tutti”. Matteo 11:29. Colui che trova riposo in Cristo lavorerà per lui con più serietà e impegno.VM 71.2

    Chi pensa sempre a se stesso non può soffermarsi a riflettere su colui da cui provengono la forza e la vita. È per questo che Satana cerca continuamente di distogliere la nostra attenzione dal Cristo, di impedirci di stabilire un rapporto di comunione con lui. I dolori della vita, le colpe degli altri e quelle personali, i propri difetti sono tutti elementi di cui Satana si serve per distrarci. Non facciamoci ingannare, perché sono molti coloro che pur essendo sinceri e desiderando vivere per il Signore, si soffermano troppo spesso sulle proprie colpe e debolezze, dimenticando il Cristo e lasciando a Satana la speranza di conquistarli. Non dovremmo mai pensare troppo a noi stessi e vivere con la paura di non essere salvati, perché tutto ciò ci allontana da colui che ci sostiene.VM 72.1

    Affidatevi a Dio e confidate in lui. Dialogate con Gesù e pensate a lui, dimenticando voi stessi. Allontanate ogni dubbio, ogni timore e dite insieme all’apostolo Paolo: “Non son più io che vivo: è Cristo che vive in me. La vita che ora vivo in questo mondo la vivo per la fede nel Figlio di Dio che mi ha amato e volle morire per me”. Galati 2:20. Cercate riposo in Cristo; egli è in grado di darvi ciò che vi aspettate e se vi affidate a lui, vi renderà vittoriosi in colui che vi ha amati.VM 72.2

    Il Cristo, assumendo la natura umana, si unì a noi tramite un vincolo d’amore talmente forte da poter essere infranto solo dalla libera scelta dell’uomo. Satana trova mille modi per indurci a rompere questo legame e a separarci dal Cristo. Occorre quindi vegliare, lottare e pregare affinché nulla ci spinga a scegliere un altro punto di riferimento. Siamo liberi ma se ci rivolgiamo al Cristo egli ci proteggerà e ci salverà, perché nessuno può strapparci da lui. “Ora noi tutti contempliamo a viso scoperto la gloria del Signore, una gloria sempre maggiore che ci trasforma per essere simili a lui. Questo compie lo Spirito del Signore”. 2 Corinzi 3:18.VM 72.3

    Fu così che i primi discepoli riuscirono ad assomigliare al loro Salvatore; quando sentirono le sue parole si resero conto di aver bisogno di lui. Essi lo cercarono, lo trovarono e lo seguirono. A casa, a tavola, in privato, nei campi, erano sempre con lui e come suoi allievi, ogni giorno ricevevano dal loro Maestro insegnamenti straordinari.VM 73.1

    Questi discepoli erano uomini soggetti alle nostre stesse passioni, dovevano condurre la nostra stessa battaglia contro il peccato e avevano bisogno della stessa grazia per vivere una vita santa.VM 73.2

    Anche il discepolo prediletto, Giovanni, che assomigliava maggiormente al Salvatore, non era per natura amabile; anzi, non era solo un superbo e un ambizioso, ma anche un uomo violento, pronto a vendicare ogni offesa. Ma quando gli venne rivelato il carattere del Cristo, riconobbe i propri difetti e ne fu rattristato. Giovanni ammirava profondamente la forza e la pazienza, la potenza e la dolcezza, la maestà e la mansuetudine che Gesù dimostrava ogni giorno e si sentiva sempre più attratto dal Figlio di Dio, che amava fino a dimenticare se stesso. Così, per l’amore del Cristo e la potenza dello Spirito Santo, l’apostolo poté vincere il suo temperamento ambizioso e la sua suscettibilità e acquisire con il tempo un carattere e un cuore nuovi. Vivere con il Cristo porta sicuramente a questa trasformazione, perché quando egli esercita il suo influsso sull’uomo ne trasforma la natura. Lo Spirito e l’amore di Gesù sensibilizzano e conquistano l’uomo elevandone i pensieri e i desideri verso Dio.VM 73.3

    Quando il Cristo salì in cielo, i suoi discepoli continuarono a sentirlo vicino e a vivere nell’amore e nella luce che solo lui poteva dare; sapevano che colui che aveva camminato, parlato e pregato con loro, che li aveva incoraggiati e consolati fino al momento in cui, fisicamente, era stato rapito in cielo, sarebbe rimasto il loro Amico e Salvatore anche davanti al trono di Dio. Egli si sarebbe sempre identificato con l’umanità sofferente e avrebbe continuato a provare simpatia per l’uomo.VM 74.1

    Gesù che poco prima di salire al cielo aveva detto: “E sappiate che io sarò sempre con voi, tutti i giorni, sino alla fine del mondo” (Matteo 28:20) avrebbe presentato a Dio i meriti acquisiti con il suo sacrificio, gli avrebbe mostrato le mani e i piedi feriti per il prezzo pagato per la nostra redenzione. I discepoli del Cristo sapevano inoltre che egli era asceso al cielo per preparare un posto anche per loro e che sarebbe ritornato a prenderli.VM 74.2

    Quando dopo l’ascensione i discepoli si ritrovarono tutti insieme, ansiosi di presentare a Dio le loro richieste nel nome di Gesù, si prostrarono in preghiera e con timore ripeterono questa promessa: “Quando quel giorno verrà, non mi farete più nessuna domanda. Io vi assicuro che il Padre vi darà tutto quel che gli domanderete nel mio nome”. Giovanni 16:23.VM 74.3

    Confidando in questa verità — “Chi allora potrà condannarli? Nessuno, perché Gesù Cristo è morto. Anzi, egli è risuscitato, e ora si trova accanto a Dio, dove sostiene la nostra causa” (Romani 8:34) — dimostrarono una grande fede.VM 75.1

    La Pentecoste portò loro il Consolatore, che Gesù aveva così annunciato: “Lo Spirito della verità. Il mondo non lo vede e non lo conosce, perciò non può riceverlo. Voi lo conoscete, perché è con voi e sarà con voi sempre”. Giovanni 14:17. “Alcuni dei discepoli commentarono tra di loro: Che cosa significa: fra poco non mi vedrete, ma poi, dopo un po’ mi rivedrete? E che cosa vuol dire: ritorno al Padre?” Giovanni 16:17. Da quel momento il Cristo sarebbe rimasto tramite il suo Spirito nel cuore dei suoi discepoli, stabilendo con loro un’unione più intima di quando viveva fisicamente con loro. La conoscenza, l’amore e la potenza del Cristo che i discepoli sperimentavano continuamente erano talmente evidenti che la gente si meravigliava “...e avevano dovuto riconoscere che erano stati seguaci di Gesù”. Atti 4:13.VM 75.2

    Tutto ciò che il Cristo ha rappresentato per i discepoli, vuole esserlo anche oggi per i suoi fedeli. Nella sua ultima preghiera, che pochi discepoli ascoltarono, disse: “Io non prego soltanto per questi miei discepoli, ma prego anche per altri, per quelli che crederanno in me dopo aver ascoltato la loro parola”. Giovanni 17:20.VM 75.3

    Gesù pregò per noi affinché potessimo essere uniti a lui, come egli è uno con il Padre, affinché potessimo sperimentare quell’unione con Dio che il Salvatore visse così: “Io vi assicuro che il Figlio non può far nulla da sé, ma solo ciò che vede fare dal Padre. Quello che fa il Padre, anche il Figlio lo fa ugualmente”. Giovanni 5:19. “Dunque non credi che io vivo nel Padre e il Padre vive in me? Quel che dico non viene da me; il Padre abita in me, ed è lui che agisce”. Giovanni 14:10. Se quindi il Cristo vive nei nostri cuori “...nella sua bontà, egli vi rende capaci non soltanto di volere ma anche di agire. Questa è la sua volontà”. Filippesi 2:13.VM 75.4

    Agiremo come lui stesso agì, manifesteremo il suo stesso spirito e motivati dall’amore per lui “cresceremo in ogni cosa verso colui che è il capo, cioè il Cristo”. Efesini 4:15.VM 76.1

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