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Patriarchi e profeti

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    Capitolo 29: Satana e la legge di Dio

    Il primo attacco di Satana contro la legge di Dio — rivolto agli abitanti del cielo, che non conoscevano il male — in un primo tempo sembrò coronato dal successo. Molti angeli vennero ingannati, ma l’apparente trionfo di Satana si risolse in una sconfitta, ed egli fu allontanato da Dio ed esiliato dal cielo. Quando il contrasto si rinnovò, Satana sembrò ottenere una vittoria provvisoria: l’uomo aveva tradito Dio, preferendo sottoporsi all’autorità di Satana. Con la sua scelta, Adamo cedette all’angelo ribelle anche il dominio che Dio aveva creato per l’umanità, la terra. Satana si era aperto la via verso la creazione di un potere personale e indipendente, sfidando l’autorità di Dio e di suo Figlio. Il piano della salvezza permise all’uomo di ritrovare l’armonia con Dio, di ubbidire alla sua legge ed essere alla fine liberato, insieme alla terra, dal dominio del male.PP 275.1

    Satana era stato sconfitto, ancora una volta, e tuttavia ricorse sempre all’inganno, nella speranza di trasformare la sua disfatta in una vittoria. Per provocare l’umanità decaduta alla ribellione, accusò il Signore di essere ingiusto, perché aveva permesso all’uomo di trasgredire la sua legge. “Perché Dio” egli disse con un’abile insinuazione “pur conoscendo il futuro, ha permesso che l’uomo fosse messo alla prova sino a peccare, cadere in disgrazia e morire?” I discendenti di Adamo lo ascoltarono, dimenticando la paziente generosità con la quale il Signore aveva offerto all’uomo un’ulteriore possibilità di salvezza. Rimasero indifferenti di fronte all’incredibile, tremendo sacrificio che la loro ribellione avrebbe richiesto da parte del Re dei cieli e rivolsero la loro protesta contro l’unico Essere che avrebbe potuto salvarli dal potere distruttivo di Satana.PP 275.2

    Oggi sono migliaia le persone che ripetono quella protesta contro Dio. Essi non comprendono che privare l’uomo della libertà di scelta significa spogliarlo delle sue prerogative di essere intelligente, rendendolo un semplice automa. Dio non vuole forzare la volontà di nessuno; alla creazione, Egli conferì all’uomo la capacità di compiere scelte moralmente consapevoli. Come gli altri abitanti dell’universo, egli deve superare una prova di ubbidienza. Tuttavia, non si troverà mai in una situazione che lo costringa a compiere il male, né dovrà mai affrontare una tentazione o una prova a cui non possa resistere. Dio ha fatto in modo che l’uomo abbia sempre la possibilità di non essere sconfitto dal male.PP 275.3

    Quando gli uomini si moltiplicarono sulla terra, quasi tutti si unirono a Satana nella sua rivolta. Ancora una volta sembrò che l’angelo ribelle avesse conseguito la vittoria. Ma l’immenso potere divino avrebbe posto fine all’azione del male, e la terra sarebbe stata purificata dal suo degrado morale attraverso il diluvio. Il profeta Isaia dice: “...Quando i tuoi giudizi si compion sulla terra, gli abitanti del mondo imparan la giustizia. Se si fa grazia all’empio, ei non impara la giustizia... e non considera la maestà dell’Eterno”. Isaia 26:9, 10. Questa fu anche l’esperienza successiva al diluvio. Liberati dalla condanna divina, gli uomini si ribellarono ancora una volta. Per due volte l’umanità aveva respinto il patto con Dio e le sue leggi, sia prima del diluvio sia dopo, con i discendenti di Noè. Allora il Signore concluse la sua alleanza con Abramo e si scelse un popolo che diventasse il depositario della sua legge. Satana cominciò subito a tendere le sue insidie, per ingannare e poi eliminare il gruppo di uomini scelto da Dio. I figli di Giacobbe furono tentati di contrarre matrimoni con persone dedite al culto delle divinità pagane e a condividerne le convinzioni.PP 276.1

    Tuttavia Giuseppe rimase fedele a Dio, e ciò costituì una costante testimonianza della vera fede. Allora Satana suscitò sentimenti di invidia nei fratelli di Giuseppe per soffocare questo esempio. Egli li indusse a vendere Giuseppe come schiavo in una terra pagana. Ma Dio diresse gli eventi per farsi conoscere dagli egiziani: sia nella casa di Potifar e sia nella prigione Giuseppe visse delle esperienze che unite al rispetto per l’Eterno, lo prepararono a ricoprire l’elevata posizione di primo ministro della nazione. Il suo ascendente si estese dal palazzo dei faraoni a tutto il paese, e la conoscenza del Signore si diffuse in vaste zone. In Egitto gli israeliti prosperarono e diventarono ricchi: nella misura in cui rimasero fedeli a Dio, essi esercitarono un ampio influsso. I sacerdoti idolatri si allarmarono quando videro che si stava affermando una nuova religione. Ispirati da Satana, si opposero a Dio cercando di ostacolarne l’influsso. I sacerdoti avevano il compito di educare l’erede al trono: proprio questa opposizione a Dio e la devozione ai culti pagani formarono negativamente il carattere del sovrano che in seguito avrebbe oppresso con crudeltà gli ebrei.PP 276.2

    Nei quarant’anni successivi alla fuga di Mosè dall’Egitto, sembrava che l’idolatria si fosse definitivamente affermata. Con il tempo le speranze degli israeliti si affievolirono. Il re e il popolo diventarono sempre più orgogliosi del loro potere, e ridicolizzarono il Dio d’Israele, finché un giorno Mosè si confrontò con il faraone. Il capo degli ebrei si presentò al sovrano con un messaggio dell’“Eterno, l’Iddio d’Israele”. Il faraone conosceva il vero Dio, ma ne sfidò l’autorità, rispondendo: “Chi è l’Eterno ch’io debba ubbidire alla sua voce?... Io non conosco l’Eterno...”. Esodo 5:2. L’opposizione del faraone non era dovuta all’ignoranza, ma all’odio e all’arroganza.PP 276.3

    Benché gli egiziani avessero a lungo rifiutato di riconoscere l’autorità di Dio, il Signore offrì loro l’occasione di pentirsi. Ai tempi di Giuseppe, l’Egitto era stato un rifugio per i profughi ebrei. Gli egiziani li avevano trattati con benevolenza: con questa loro generosità essi avevano onorato anche il Dio d’Israele. Il Signore dimostrò grande pazienza e compassione, ritardando l’esecuzione di una condanna definitiva. Attese ancora qualche tempo affinché ognuna delle punizioni inviate sull’Egitto potesse produrre un cambiamento. Gli egiziani furono colpiti tramite gli stessi elementi della natura che adoravano come divinità e così ebbero la prova della potenza dell’Eterno. Chiunque, però, poteva pentirsi e così si sarebbe sottratto al castigo. Paradossalmente, il fanatismo e l’ostinazione del sovrano favorirono la conoscenza di Dio, inducendo molti egiziani ad accettarlo.PP 277.1

    Dio aveva permesso agli israeliti di recarsi in Egitto perché avevano la tendenza a unirsi con i popoli pagani e a imitarne i riti religiosi. In Egitto, sia per alcune circostanze culturali sia per il grande ascendente di Giuseppe, gli israeliti avrebbero mantenuto più facilmente la loro identità di popolo. Il rozzo paganesimo degli egiziani, unito alle crudeltà e all’oppressione che gli ebrei subirono nell’ultimo periodo del loro soggiorno, avrebbero suscitato in loro una repulsione verso l’idolatria, inducendoli a ricercare il Dio dei loro padri. Satana si servì di questa situazione, che era stata favorita dal Signore, per confondere le convinzioni religiose degli israeliti, inducendoli a imitare le pratiche dei loro padroni pagani. A causa della venerazione superstiziosa che gli egiziani avevano per gli animali, durante il periodo di schiavitù agli ebrei non fu permesso di offrire dei sacrifici. Quei riti rimandavano al grande sacrificio del Cristo: Israele ne dimenticò l’insegnamento e la fede del popolo si indebolì. Quando giunse il tempo della liberazione d’Israele, Satana si oppose al proposito divino: era deciso a far rimanere quel popolo numeroso — più di due milioni di persone — nell’ignoranza e nella superstizione. Dio aveva promesso di benedire gli ebrei e di moltiplicarne la stirpe: voleva che diventassero una nazione potente. Grazie a essa il Signore avrebbe rivelato la natura della sua volontà per gli uomini e affidato loro la conoscenza della legge divina. Satana dirigeva i suoi sforzi contro il popolo che Dio aveva scelto, nel tentativo di imprigionarlo nelle tenebre e nella schiavitù. Il suo intento era cancellare nelle menti degli israeliti il ricordo di Dio.PP 277.2

    Quando il faraone assistette ai potenti miracoli di Mosè, Satana agì per annullarne l’effetto. Voleva impedire che il sovrano riconoscesse l’autorità di Dio e ubbidisse all’ordine divino, e quindi si oppose con tutti i suoi poteri agli interventi del Signore. Il solo risultato che ottenne fu di indurre Dio a manifestarsi con maggiore potenza e autorevolezza. In questo modo, risultò ancora più evidente, per gli israeliti e per gli egiziani, che esisteva un vero Dio, capace di dominare gli eventi.PP 278.1

    Il Signore liberò Israele attraverso manifestazioni prodigiose e castighi destinati a minare la fede negli dèi dell’Egitto. “Trasse fuori il suo popolo con allegrezza e i suoi eletti con giubilo... perché osservassero i suoi statuti e ubbidissero alle sue leggi”. Salmi 105:43-45. Li riscattò dalla schiavitù per condurli in una nuova terra, dove avrebbero trovato un rifugio. In quel luogo, il Signore stesso li avrebbe protetti: li avrebbe avvicinati a sé e preservati dai pericoli. In cambio di tanta generosità e benevolenza, Dio chiedeva loro di non credere in altre divinità. Egli desiderava che l’esempio d’Israele rendesse il suo nome rispettato e famoso sulla terra.PP 278.2

    Durante la schiavitù in Egitto, la maggior parte degli israeliti dimenticò la legge divina; molti diedero vita a una sorta di sincretismo, inserendo nella religione dei padri usi e tradizioni pagane. Allora Dio condusse il suo popolo al Sinai, perché ascoltasse la legge dalla sua stessa voce.PP 278.3

    Satana e i suoi angeli però, erano sempre in agguato. Mentre Dio proclamava la legge, l’angelo ribelle escogitava degli espedienti per indurre gli ebrei a peccare. Voleva strappare a Dio il popolo che aveva scelto, davanti a tutto l’universo. Se gli ebrei avessero ceduto all’idolatria, ogni atto di culto sarebbe stato privo di significato. L’uomo non può diventare migliore, se l’oggetto della sua devozione non è più elevato e nobile di quanto non sia egli stesso; credere in un simbolo inerte, costruito da lui stesso, non lo aiuterà a maturare. Satana sperava che gli uomini dimenticassero la grandezza, la potenza e la dignità di Dio, arrivando a rappresentarlo con un’immagine scolpita o addirittura a identificarlo con una bestia o un rettile. Essi avrebbero dimenticato la loro origine, quell’impronta divina con cui erano stati creati: allora si sarebbero umiliati fino a inchinarsi davanti a oggetti insignificanti e spregevoli. Ormai privi di punti di riferimento morali, si sarebbero abbandonati ai loro istinti peggiori e Satana avrebbe avuto il sopravvento.PP 278.4

    Già ai piedi del Sinai, Satana intraprese i suoi tentativi per minare la validità della legge di Dio. Egli seguì la stessa strategia usata con le creature del cielo. Durante i quaranta giorni in cui Mosè rimase sul monte con Dio, Satana cercò di suscitare tra gli israeliti il dubbio, l’apostasia e la ribellione. Mentre Dio scriveva la legge per stabilire un’alleanza con Israele, gli ebrei smentivano il loro impegno di fedeltà, chiedendo un idolo d’oro. Quando Mosè ritornò, dopo aver contemplato la potenza della gloria di Dio, portava con sé la testimonianza dei princìpi che gli israeliti avevano giurato di seguire. Il popolo, tuttavia, aveva scelto di sfidare gli ordini divini, inchinandosi in adorazione davanti a un’immagine d’oro.PP 278.5

    Inducendo gli ebrei a compiere un’azione così blasfema e offensiva nei riguardi dell’Eterno, Satana pensava di provocare la loro rovina. Cadendo così in basso, essi dimostrarono di aver dimenticato quali privilegi Dio aveva offerto loro. Satana era convinto che il Signore, considerando le solenni e ripetute dichiarazioni di fedeltà degli israeliti, li avrebbe abbandonati, condannandoli alla distruzione. In questo modo la discendenza di Abramo, che secondo la promessa avrebbero dovuto diffondere la conoscenza del vero Dio, si sarebbe estinta. Satana pensava così di evitare di essere sconfitto dal Redentore, che doveva nascere da quella stirpe. Egli aveva pensato di distruggere Israele e annullare il progetto di Dio. Ancora una volta, non realizzò il suo obiettivo. Nonostante il loro errore, gli ebrei non furono annientati. Coloro che si ostinarono nel loro peccato furono eliminati; quanti invece si pentirono, con umiltà, furono perdonati. La storia di questa rivolta testimonierà per sempre della gravità dell’idolatria, della giustizia e della misericordia di Dio.PP 279.1

    Tutto l’universo aveva assistito alla vicenda del Sinai. Il contrasto tra l’operato di Dio e quello di Satana risultò evidente. Le creature degli altri mondi, che non conoscevano il male, videro le conseguenze dell’apostasia di Satana e compresero la natura del governo che avrebbe instaurato in cielo, se nessuno gli si fosse opposto. L’intento di Satana, nell’indurre gli uomini a violare il secondo comandamento, era svilire la loro concezione della divinità. Trasgredendo il quarto comandamento, essi avrebbero cancellato perfino il ricordo dell’esistenza di un Dio. Il Signore aveva reclamato il diritto di essere adorato al di sopra di ogni altra divinità perché Egli è il Creatore e quindi, come dice la Bibbia, tutti gli esseri devono essergli riconoscenti per la vita.PP 279.2

    Il profeta Geremia dice: “L’Eterno è il vero Dio, Egli è l’Iddio vivente, e il re eterno... Gli dèi che non hanno fatto i cieli e la terra, scompariranno di sulla terra e di sotto il cielo. Egli, con la sua potenza, ha fatto la terra; con la sua sapienza ha stabilito fermamente il mondo; con la sua intelligenza ha disteso i cieli... Ogni uomo allora diventa stupido, privo di conoscenza; ogni orafo ha vergogna delle sue immagini scolpite; perché le sue immagini fuse sono una menzogna, e non v’è soffio vitale in loro.PP 279.3

    Sono vanità, lavoro d’inganno; nel giorno del castigo, periranno. A loro non somiglia Colui ch’è la parte di Giacobbe; perché Egli è quel che ha formato tutte le cose...”. Geremia 10:10-12, 14-16. Il sabato rappresenta per l’uomo un costante richiamo al potere di Dio, quale Creatore del cielo e della terra. La sua osservanza afferma l’esistenza del Signore, e ne testimonia la saggezza, l’amore e l’infinita potenza. Se il sabato fosse stato sempre compreso e osservato per il suo reale valore, non ci sarebbe stato nessun ateo e nessun idolatra.PP 280.1

    L’istituzione del sabato ha la sua origine nell’Eden, ed è antica come il mondo stesso. Tutti i patriarchi lo rispettarono. Gli israeliti durante la schiavitù in Egitto furono costretti dai loro sorveglianti a violare questo insegnamento divino. Come conseguenza, ne dimenticarono il significato e la sacralità. Quando al Sinai Dio annunciò la sua legge, le prime parole del quarto comandamento furono: “Ricordati del giorno di riposo per santificarlo”. Esodo 20:8. L’espressione “ricordati” indicava che il sabato non era stato istituito allora, ma alla creazione. Per cancellare l’idea di Dio dalla mente dell’uomo, Satana cercò di eliminarne il segno stesso dalla memoria: il giorno sacro. Se l’umanità fosse stata indotta a dimenticare il Creatore, non avrebbe più potuto opporsi all’influsso del male: Satana l’avrebbe dominata per sempre.PP 280.2

    Egli manifesta il suo odio per la legge di Dio opponendosi a ogni norma del Decalogo. L’affetto filiale e l’ubbidienza sono strettamente legati, così come lo sono l’amore per il Signore, Padre di ogni uomo, e la lealtà nei suoi confronti. Il disprezzo per l’autorità paterna prelude al rifiuto dell’autorità divina: per questo motivo, Satana si impegna per minimizzare gli obblighi imposti dal quinto comandamento. Tra i popoli pagani il principio contenuto in questo precetto era tenuto in scarsa considerazione. In molti paesi i genitori venivano abbandonati o perfino condannati a morire perché non più autosufficienti. Nelle famiglie la madre era trattata con poco rispetto e, dopo la morte del marito, le veniva richiesto di sottomettersi all’autorità del figlio maggiore. Mosè impose il valore del rispetto filiale, ma quando gli israeliti si allontanarono dal Signore, trasgredirono questo comandamento, insieme ad altri.PP 280.3

    Satana “è stato omicida sin dal principio”. Cfr. Giovanni 8:44. Appena fu in grado di influenzare l’umanità, non si limitò a spingere gli uomini a odiarsi e uccidersi. Per negare l’autorità divina, osò fare della violazione del sesto comandamento una prassi delle religioni pagane.PP 280.4

    Presso alcuni popoli il concetto di divinità era ormai così deformato che i sacrifici umani erano considerati necessari per assicurarsi il favore degli dèi; vari culti pagani richiedevano infatti rituali efferati e orribili. Tra questi vi era anche l’uso di far attraversare il fuoco ai propri figli, davanti agli idoli. Quando uno di loro superava indenne questa prova del fuoco, la gente credeva che l’idolo avesse accettato l’offerta. Colui che aveva superato la prova era considerato particolarmente favorito dagli dèi: otteneva privilegi ed era sempre tenuto in alta considerazione; se commetteva un delitto, anche grave, non veniva punito. Se invece, passando attraverso il fuoco, lo sventurato si bruciava, il suo destino era segnato. Si riteneva infatti che gli dèi, adirati, reclamassero la vita della vittima, e così si eseguiva il sacrificio. Nei periodi di maggiore decadenza morale queste pratiche crudeli prevalsero in una certa misura anche fra gli israeliti.PP 280.5

    Nell’antichità, anche la violazione del settimo comandamento faceva parte dei rituali delle religioni pagane. I riti più immorali e ripugnanti erano inseriti nella liturgia sacra. Gli dèi furono rappresentati come esseri dissoluti: i loro culti scatenavano gli istinti peggiori. Si diffusero largamente le pratiche sessuali contro natura: le feste religiose erano caratterizzate dalla più sfacciata depravazione.PP 281.1

    La poligamia era una consuetudine molto antica: fu uno dei peccati che scatenarono la collera di Dio sul mondo, prima del diluvio. Anche in seguito, tuttavia, questo costume rimase molto diffuso. Satana cercava di pervertire l’istituzione del matrimonio, indebolendone gli obblighi e la sacralità. Non esiste metodo più efficace per cancellare nell’uomo l’immagine di Dio che farlo cadere nella miseria morale e nel vizio.PP 281.2

    Nella sua guerra contro Dio, Satana si propose fin dall’inizio di deformarne l’immagine: il suo intento era indurre gli uomini a ribellarsi alla legge divina. La sua opera sembrò ottenere un apparente successo. La gente era vittima dell’inganno di Satana e si opponeva a Dio.PP 281.3

    Nonostante il dilagare del male, il Signore continua a realizzare il suo progetto: Egli vuole dimostrare a tutte le creature intelligenti la sua giustizia e la sua bontà. Se a causa delle insidie di Satana tutta l’umanità ha trasgredito la legge di Dio, con il sacrificio di Gesù Dio ha aperto una via per ricondurre l’uomo a sé. È la grazia del Cristo che assicura la capacità di ubbidire alla legge del Padre. Per questo, anche nelle epoche di maggiore decadenza religiosa e morale, Dio ha riunito un popolo fedele, un popolo che aveva la sua legge nel cuore. Cfr. Isaia 51:7.PP 281.4

    Satana plagiò gli angeli; in tutte le epoche l’inganno è stata la sua arma contro gli uomini, e continuerà a servirsene fino alla fine. Infatti, se affermasse chiaramente di agire contro Dio e la sua legge, gli uomini starebbero attenti: invece egli si maschera e le falsità più pericolose sono quelle in cui la verità è mescolata con l’errore. Attraverso questo espediente, si possono accettare errori che si insinueranno, nell’individuo, e lo distruggeranno. Ma anche se in questo modo Satana trascina dietro di sé tutto il mondo, verrà un giorno in cui il suo influsso cesserà.PP 281.5

    L’atteggiamento di Dio verso la ribellione rivelerà, alla fine, la vera natura delle subdole azioni di Satana. I risultati del suo dominio, in cui le leggi divine sono state respinte, saranno evidenti a tutte le creature intelligenti. Allora la validità della legge divina sarà pienamente rivendicata. Dio dimostrerà di avere sempre agito per il bene del suo popolo e di tutti i mondi che ha creato. Satana stesso confesserà la legittimità dell’autorità divina e della sua legge di fronte a tutto l’universo.PP 282.1

    Il tempo in cui Dio rivendicherà la sua autorità offesa non è molto lontano. “...L’Eterno esce dalla sua dimora per punire l’iniquità degli abitanti della terra...”. Isaia 26:21. “Chi potrà sostenere il giorno della sua venuta? Chi potrà rimanere in piè quando Egli apparirà?...” Malachia 3:2. A causa della sua colpa, il popolo d’Israele non poté avvicinarsi al monte su cui Dio sarebbe sceso per annunciare la sua legge. Se lo avesse fatto, sarebbe stato consumato dalla sua presenza gloriosa. Se nel comunicare la legge Dio si servì di una così terribile manifestazione di potenza, quale sarà lo scenario in cui si svolgerà il giudizio finale? Coloro che hanno disprezzato la sua autorità, come resisteranno davanti alla sua gloria? La spaventosa dimostrazione del Sinai diede al popolo un’idea di quella scena futura. Come il suono di una tromba invitò Israele a incontrarsi con Dio, così la voce dell’arcangelo e la tromba di Dio radunerà i morti e i viventi da tutta la terra alla presenza del giudice. Sul monte Sinai erano presenti il Padre e il Figlio, insieme a una folla di angeli. Nel gran giorno del giudizio il Cristo verrà “nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli”. Matteo 16:27. Allora Egli siederà sul suo trono glorioso, e davanti a lui saranno riuniti tutti i popoli.PP 282.2

    Quando la presenza divina si manifestò sul Sinai, la gloria del Signore apparve agli israeliti come un fuoco divorante: quando il Cristo verrà con i suoi santi angeli, tutta la terra sarà illuminata dal terribile fuoco della sua presenza. “L’Iddio nostro viene e non se ne starà cheto: lo precede un fuoco divorante, lo circonda una fiera tempesta. Egli chiama i cieli di sopra e la terra per assistere al giudicio del suo popolo”. Salmi 50:3, 4. Un torrente infuocato sgorgherà da lui e farà fondere gli elementi e la terra: il calore sarà così intenso che tutto ciò che l’uomo ha fatto sarà consumato. “Il Signor Gesù apparirà dal cielo con gli angeli della sua potenza, in un fuoco fiammeggiante, per far vendetta di coloro che non conoscono Iddio, e di coloro che non ubbidiscono al vangelo...”. 2 Tessalonicesi 1:7, 8.PP 282.3

    Dalla creazione dell’uomo non vi fu mai una dimostrazione di potenza divina simile a quella che si ebbe quando la legge fu annunciata al Sinai. “La terra tremò; anche i cieli si strussero in pioggia per la presenza di Dio; lo stesso Sinai tremò alla presenza di Dio, dell’Iddio d’Israele”. Salmi 68:8. Nel parossismo di quello sconvolgimento si udì la voce di Dio, simile al suono di una tromba. La montagna tremò tutta, dalla base alla cima; gli israeliti, pallidi e tremanti per la paura, si gettarono con la faccia a terra. Colui che con la sua voce scuote la terra dichiarò: “Ancora una volta farò tremare non solo la terra, ma anche il cielo”. Ebrei 12:26. Le Scritture dicono: “L’Eterno rugge dall’alto, e fa risonare la sua voce dalla sua santa dimora” (Geremia 25:30); “...e i cieli e la terra saranno scossi...”. Gioele 3:16. In quel gran giorno il cielo stesso sarà sconvolto “come una pergamena che si arrotola”. Apocalisse 6:14. Tutte le montagne e le isole saranno rimosse dal loro posto. “La terra barcollerà come un ebbro, vacillerà come una capanna. Il suo peccato grava su lei; essa cade e non si rialzerà mai più”. Isaia 24:20.PP 283.1

    “Perciò, tutte le mani diventan fiacche, ed ogni cuor d’uomo vien meno. Son colti da spavento, son presi da spasimi e da doglie... Io punirò il mondo per la sua malvagità” dice il Signore “farò cessare l’alterigia de’ superbi e abbatterò l’arroganza dei tiranni”. Isaia 13:7, 8, 11. “Tutte le facce son diventate pallide...”. Cfr. Geremia 30:6.PP 283.2

    Quando Mosè scese dal monte sul quale aveva ricevuto le tavole della legge gli israeliti, colpevoli di aver tradito la promessa, non poterono resistere alla luce gloriosa che illuminava il suo volto. A maggior ragione, le persone colpevoli non potranno vedere il Figlio di Dio quando apparirà nella gloria del Padre, circondato dagli angeli, per eseguire il giudizio su chi avrà trasgredito la legge, rifiutando il valore del suo sacrificio. Coloro che avevano disprezzato la legge di Dio e calpestato il sacrificio del Cristo, “i re della terra e i grandi e i capitani e i ricchi e i potenti... si nascosero nelle spelonche e nelle rocce dei monti” dicendo “ai monti e alle rocce: Cadeteci addosso e nascondeteci dal cospetto di Colui che siede sul trono e dall’ira dell’Agnello; perché è venuto il gran giorno della sua ira, e chi può reggere in piè?” Apocalisse 6:15-17. “In quel giorno gli uomini getteranno ai topi e ai pipistrelli gl’idoli d’argento e gl’idoli d’oro, che s’eran fatti per adorarli; ed entreranno nelle fessure delle rocce e nei crepacci delle rupi per sottrarsi al terrore dell’Eterno e allo splendore della sua maestà, quand’ei si leverà per far tremare la terra”. Isaia 2:20, 21.PP 283.3

    Allora sarà chiaro che la ribellione di Satana contro Dio è stata la sua rovina e quella di coloro che hanno scelto di assoggettarsi a lui. Egli ha sempre sostenuto che la trasgressione produce vantaggi: quel giorno sarà evidente che “il salario del peccato è la morte”.PP 284.1

    “Poiché, ecco, il giorno viene, ardente come una fornace; e tutti i superbi e chiunque opera empiamente saranno come stoppia; e il giorno che viene li divamperà, dice l’Eterno degli eserciti, e non lascerà loro né radice né ramo”. Malachia 4:1. Satana, la fonte di ogni peccato, sarà eliminato insieme a ogni essere malvagio, cioè a ogni suo ramo. Il male scomparirà con tutte le sofferenze e le devastazioni che ha provocato. Il salmista dice: “Tu hai sgridate le nazioni, hai distrutto l’empio, hai cancellato il loro nome in sempiterno. È finita per il nemico! Son rovine perpetue!” Salmi 9:5, 6.PP 284.2

    Nella violenza del giudizio, i figli di Dio non dovranno avere paura. “...L’Eterno sarà un rifugio per il suo popolo, una fortezza per i figliuoli d’Israele”. Gioele 3:16. Il giorno che vedrà il terrore e la distruzione dei trasgressori della legge di Dio, darà a chi ha ubbidito “una gioia ineffabile e gloriosa”. L’Eterno allora dirà: “Adunatemi i miei fedeli che han fatto meco un patto mediante sacrifizio. E i cieli proclameranno la sua giustizia; perché Dio stesso sta per giudicare”. Salmi 50:5, 6.PP 284.3

    “E voi vedrete di nuovo la differenza che v’è tra il giusto e l’empio, fra colui che serve Dio e colui che non lo serve”. Malachia 3:18. “Ascoltatemi o voi che conoscete la giustizia, o popolo che hai nel cuore la mia legge!”; “...Ecco, io ti tolgo di mano la coppa del mio furore tu non la berrai più!”; “Io, io son colui che vi consola...”. Isaia 51:7, 22, 12. “Quand’anche i monti si allontanassero e i colli fossero rimossi, l’amor mio non s’allontanerà da te, né il mio patto di pace sarà rimosso, dice l’Eterno, che ha pietà di te”. Isaia 54:10.PP 284.4

    Il piano della salvezza ha lo scopo di riportare il mondo in armonia con Dio. Tutto ciò che è stato distrutto a causa del peccato verrà restaurato. Anche la terra sarà restituita alla sua bellezza originaria, per essere la dimora eterna delle persone fedeli al Signore. Satana ha combattuto seimila anni per conservare il dominio della terra. In quel giorno l’intenzione originale di Dio si realizzerà. “I santi dell’Altissimo riceveranno il regno e lo possederanno per sempre, d’eternità in eternità”. Daniele 7:18.PP 284.5

    “Dal sol levante sino al ponente sia lodato il nome dell’Eterno!” Salmi 113:3. “L’Eterno sarà re di tutta la terra; in quel giorno l’Eterno sarà unico, e unico sarà il suo nome”. Zaccaria 14:9.PP 284.6

    La Bibbia dice: “In perpetuo, o Eterno, la tua parola è stabile nei cieli”. “Tutti i suoi precetti sono stabili e fermi, stabiliti in sempiterno”. Salmi 119:89; Salmi 111:7, 8. Satana ha sempre odiato e cercato di distruggere la legge divina: allora essa sarà rispettata in tutto l’universo, ormai liberato dal male. “Come la terra dà fuori la sua vegetazione e come un giardino fa germogliare le sue semenze, così il Signore, l’Eterno, farà germogliare la giustizia e la lode nel cospetto di tutte le nazioni”. Isaia 61:11.PP 285.1

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