Capitolo 46: Benedizioni e maledizioni
Dopo l’esecuzione di Acan, Giosuè ricevette l’ordine di schierare tutti i soldati per marciare nuovamente contro Ai. La potenza di Dio accompagnava gli israeliti, che ben presto si impadronirono della città.PP 420.1
Le operazioni militari furono sospese per permettere a tutti di partecipare a solenni cerimonie religiose. Gli israeliti erano ansiosi di stabilirsi in Canaan, perché non avevano terreni e case per le proprie famiglie. Per ottenerle avrebbero dovuto cacciare i cananei. Tuttavia rimandarono questa impresa perché li attendeva un dovere più importante: rinnovare il loro patto di alleanza con Dio.PP 420.2
Prima di morire, per ben due volte Mosè aveva raccomandato che Israele si riunisse sui monti Ebal e Garizim, a Sichem, per la solenne accettazione della legge di Dio. Ubbidendo a queste indicazioni, tutto il popolo, compresi “donne, bambini e stranieri che camminavano in mezzo a loro” (Giosuè 8:35) lasciò il campo di Ghilgal e, attraversando il territorio nemico, raggiunse Sichem, verso il centro del paese. Sebbene gli israeliti fossero circondati dai nemici, finché rimasero fedeli a Dio ebbero la sua protezione. Come ai tempi di Giacobbe, anche ora “un terrore mandato da Dio invase le città che erano intorno a loro” (Genesi 35:5) e il popolo d’Israele non fu disturbato.PP 420.3
Il luogo stabilito per questa celebrazione era già stato consacrato dalla storia dei padri. Qui Abramo eresse il primo altare all’Eterno nella terra di Canaan. Qui, Abramo e Giacobbe piantarono le loro tende. Qui Giacobbe aveva acquistato il campo in cui, secondo le usanze dei patriarchi, sarebbe poi stato sepolto anche il corpo di Giuseppe, che il popolo aveva portato dall’Egitto. Sempre in questo luogo vi era il pozzo scavato da Giacobbe e la quercia sotto la quale aveva sepolto gli idoli della sua famiglia.PP 420.4
Si trattava di uno dei luoghi più belli di tutta la Palestina, degno di essere teatro della grandiosa manifestazione che vi si doveva svolgere. Una dolce vallata, con verdi campi disseminati di ulivi, irrigata da ruscelli e ravvivata da fiori selvatici, si estendeva invitante tra le aride colline. I monti Ebal e Garizim, situati ai lati della valle, offrivano con le loro pendici un pulpito naturale, dal quale era possibile udire distintamente ogni parola, nella platea sottostante. Seguendo le direttive impartite da Mosè, sul monte Ebal fu eretto un monumento di grosse pietre, in cima alle quali, su una apposita superficie di gesso, fu scritta la legge, che comprendeva non solo i dieci comandamenti dati al Sinai e incisi su tavole di pietra, ma anche le leggi rivelate a Mosè, contenute in un libro. Accanto a questo monumento era stato eretto un altare di pietre, sul quale venivano offerti sacrifici all’Eterno. La collocazione dell’altare, sul monte Ebal, il monte della maledizione, indicava che se non fosse stato per l’espiazione del Cristo, gli israeliti sarebbero stati colpiti dalla collera divina per aver trasgredito la legge di Dio.PP 420.5
Sei tribù, discendenti da Lea e Rachele, si fermarono sul monte Garizim, mentre quelle che discendevano dalle serve, insieme con quelle di Ruben e Zabulon, occuparono il monte Ebal; infine i sacerdoti con l’arca si disposero nella valle, in mezzo alle tribù. Lo squillo di una tromba invitò al silenzio: Giosuè, in questo periodo di calma profonda, davanti a quell’enorme assemblea e all’arca, lesse le benedizioni che il popolo avrebbe ricevuto ubbidendo alla legge di Dio. Sul Garizim tutte le tribù risposero con un “amen”. E dopo aver letto le maledizioni, le tribù situate sull’Ebal diedero il loro assenso nello stesso modo: migliaia di voci risposero all’unisono. Seguì la lettura della legge di Dio, degli statuti e delle prescrizioni che erano stati loro rivelati da Mosè.PP 421.1
Al Sinai, Israele aveva ascoltato la legge direttamente dalla voce di Dio; i sacri precetti scritti dalla sua mano erano ancora conservati nell’arca. Ma ora, affinché tutti potessero verificare le condizioni del patto per entrare in possesso di Canaan, questi precetti erano stati scritti in modo che ognuno li potesse vedere. Tutti dovevano dichiarare di accettare i termini del patto e le benedizioni e le maledizioni che sarebbero derivate dal rispettarlo o dal trasgredirlo. La legge, oltre a essere scritta sulle pietre, fu proclamata di fronte a Israele da Giosuè. Non erano passate molte settimane da quando Mosè aveva spiegato al popolo il libro del Deuteronomio: in quell’occasione, Giosuè lesse ancora una volta la legge. Erano presenti tutti gli uomini d’Israele, ma anche tutte le donne e i bambini: era importante che anch’essi conoscessero i loro doveri. Dio, riferendosi ai suoi statuti, aveva dato a Israele quest’ordine: “Vi metterete dunque nel cuore e nell’anima queste mie parole; ve le legherete alla mano come un segnale e vi saranno come frontali fra gli occhi: le insegnerete ai vostri figliuoli... affinché i vostri giorni e i giorni dei vostri figliuoli, nel paese che l’Eterno giurò ai vostri padri di dar loro, siano numerosi come i giorni de, cieli al di sopra della terra”. Deuteronomio 11:18-21.PP 421.2
Secondo quest’ordine, ogni sette anni tutto Israele avrebbe dovuto assistere alla lettura dell’intera legge. “Alla fine d’ogni settennio, al tempo dell’anno di remissione, alla festa delle Capanne, quando tutto Israele verrà a presentarsi davanti all’Eterno, al tuo Dio, nel luogo ch’Egli avrà scelto, leggerai questa legge dinanzi a tutto Israele, in guisa ch’Egli l’oda. Radunerai il popolo, uomini, donne, bambini, con lo straniero che sarà entro le tue porte, affinché odano, imparino a temere l’Eterno, il vostro Dio, e abbiano cura di mettere in pratica tutte le parole di questa legge. E i loro figliuoli, che non ne avranno ancora avuto conoscenza, l’udranno e impareranno a temere l’Eterno, il vostro Dio, tutto il tempo che vivrete nel paese del quale voi andate a prender possesso, passando il Giordano”. Deuteronomio 31:10-13. Satana è sempre all’opera, cerca di distorcere le parole di Dio, rendendone difficile la comprensione, oscurando le facoltà intellettuali degli uomini e inducendoli a peccare. È per questo motivo che il Signore ha presentato le sue leggi in maniera così esplicita e lineare, senza lasciare spazio a possibili errori. Egli cerca costantemente di proteggere gli uomini attirandoli a sé, affinché non siano vittime degli inganni e della crudeltà di Satana. Dio ha accettato di rivolgersi all’uomo con la propria voce, di scrivere i suoi oracoli di proprio pugno. Tutte queste parole benedette, piene di vita e di verità, sono una guida infallibile per l’uomo. Occorre un grande impegno per ricordare e amare le promesse e la volontà del Signore, perché Satana è sempre pronto a farle dimenticare.PP 421.3
Coloro che si propongono di trasmettere la fede devono impegnarsi per far conoscere gli episodi e gli insegnamenti tratti dalla storia della Bibbia, insieme agli avvertimenti e alla volontà del Signore; devono presentarli con un linguaggio semplice, comprensibile anche per i bambini. Uno dei compiti dei pastori e dei genitori dovrebbe essere quello di educare i giovani attraverso le Scritture. I genitori, oltre a interessare i loro figli agli insegnamenti delle pagine sacre, devono coltivare un interesse personale per la Parola di Dio, e conoscerne bene il contenuto. Come Dio aveva ordinato a Israele, devono parlarne in casa, in viaggio, la sera prima di andare a letto, la mattina al risveglio. Deuteronomio 11:19. Quanti desiderano che i propri figli amino e rispettino Dio devono parlare loro della sua bontà, della sua maestà e della sua potenza, rivelate nella Bibbia e nel creato. Ogni capitolo, ogni versetto delle Sacre Scritture mette in contatto l’uomo con Dio. Dovremmo tener sempre presenti davanti ai nostri occhi i precetti che esse contengono. Se la Parola di Dio fosse studiata e seguita, guiderebbe i credenti, come gli israeliti, con una nuvola di giorno e una colonna di fuoco di notte.PP 422.1