“Or Enoc camminò con Dio, poi non fu più trovato, perché Dio lo prese”. Genesi 5:24 VG 222.1
Dio aveva una chiesa quando Adamo, Eva e Abele ricevettero con gioia la buona notizia che Gesù era il loro Redentore. Allora compresero pienamente come noi ora, la promessa della presenza del Signore in mezzo a loro. Quando Enoc s’incontrava con uno o due che fossero desiderosi d’udire il messaggio che aveva per loro, Gesù si univa nella Sua adorazione. Ai giorni di Enoc, tra gli iniqui abitanti della terra, ve n’erano alcuni che credevano. Sicuramente, il Signore non lasciò mai senza la sua presenza quei pochi fedeli, e neppure il mondo senza un testimone. Enoc fu un insegnante pubblico della verità nell’epoca in cui visse. Insegnò la verità, visse la verità, e il carattere dell’istruttore che camminò con Dio era in ogni senso in armonia con la grandezza e la santità della sua missione. Enoc fu un profeta che parlò spinto dallo Spirito Santo. Fu una luce in mezzo alle tenebre morali, un uomo esemplare, un essere umano che camminò con Dio, che fu obbediente alla sua legge, quella legge che Satana rifiutò d’obbedire, che Adamo trasgredì, che Abele obbedì e a causa della sua obbedienza fu assassinato. E Dio dimostrò all’universo la falsità delle accuse del nemico, cioè che l’uomo non poteva osservare la legge divina. Benché l’uomo avesse peccato, avrebbe potuto dimostrare che poteva relazionarsi con Dio, in modo da possedere la mente e lo Spirito del Signore, e sarebbe stato un simbolo rappresentativo di Cristo. Quest’uomo santo fu l’eletto di Dio per denunciare l’iniquità del mondo e per dare la testimonianza che per l’uomo è possibile osservare tutta la legge di Dio. Dovunque c’è un’autentica pietà, la moralità è pura. Si dice così poco di Enoc, l’uomo che camminò con Dio, un essere al quale il Signore non permise che cadesse sotto il potere della morte! Quanto è breve la sua biografia… “Enoc camminò con Dio, scomparve, perché Dio lo prese con sé”. Quante cose esprimono queste poche parole…. VG 222.2
Enoc, non solo ha meditato, pregato e si è messo l’armatura della vigilanza ma si mise a implorare e supplicare Dio per i suoi simili. Non mascherò la verità per guadagnare la stima degli increduli, trascurando così le loro anime. Questa stretta relazione con Dio gli diede il coraggio di realizzare le opere del Signore. Camminò con Lui, e “ebbe la certezza d’essere gradito a Dio”. Questo è il privilegio di ogni credente oggi. L’uomo vive con Dio, e Dio stabilisce la sua dimora con l’uomo. “Io in loro, e tu in me”, disse Gesù. Camminare con Dio e avere le prove che le nostre vite sono gradite al Signore non è un’esperienza limitata a Enoc, Elia, i patriarchi, i profeti, gli apostoli e i martiri. Non è solo un privilegio ma anche il dovere di ogni seguace di Cristo, guardare a Lui, portarlo nel cuore e nella sua vita. E certamente essi saranno alberi che daranno abbondanti frutti. VG 222.3
(Manoscritto 43, del 2 Agosto 1900, “Il profeta Enoc”) VG 222.4