“Il tuo lavoro—mi disse il Signore—è di testimoniare la mia Parola. Accadranno molte cose strane. Io ti ho consacrata nella tua giovinezza per portare il messaggio agli erranti, e portare la Parola ai miscredenti, e per mezzo della penna e con la voce rimproveri al mondo le sue azioni sbagliate. Esorta usando la Parola. Io farò che la mia Parola ti sia manifesta. Essa non dovrà essere come una lingua incomprensibile. Nella vera eloquenza c’è semplicità, con la voce e la penna, i messaggi che ti do devono essere sentiti anche da coloro che non hanno mai frequentato le scuole. Il mio Spirito e la mia potenza saranno con te. Non avere paura degli uomini, perché il mio scudo ti protegge. Non sarai tu a parlare, è il Signore che ti trasmetterà i messaggi d’avvertimento e di rimprovero. Non ti allontanare mai dalla verità in qualsiasi circostanza ti troverai. Dà la luce che ti darò. I messaggi per questi ultimi giorni devono essere scritti nei libri e saranno immortalati per testimoniare contro quelli che una volta hanno gioito della luce, ma che sono stati indotti a rinunciarvi, a causa delle influenze seduttrici del male” MS1 20.3
Perché dunque non mi sono mai proclamata un profeta? Perché in questi tempi, molti sostengono con coraggio di essere profeti rinnegando la causa di Cristo, e perché la mia opera include molto più del significato della parola “profeta”. MS1 21.1
Quando quest’opera mi fu data per la prima volta, ho pregato il Signore di liberarmi da simile onere e darlo a qualcun altro. L’opera era così grande, ampia e profonda che temevo di non poterla fare. Ma grazie allo Spirito Santo, il Signore mi ha resa idonea e capace di svolgerla. MS1 21.2