Gesù venne in Galilea predicando l’Evangelo sul Regno di Dio dicendo: MS1 304.1
“Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; ravvedetevi e credete all',evangelo”.
Marco 1:15 MS1 304.2
Il pentimento è associato alla fede, e nel Vangelo ci è presentato come condizione essenziale alla salvezza. Paolo predicando il pentimento disse: MS1 304.3
“…come io non mi son tratto indietro dall',annunziarvi e dall',insegnarvi in pubblico e per le case, cosa alcuna di quelle che vi fossero utili, scongiurando Giudei e Greci a ravvedersi dinanzi a Dio e a credere nel Signor nostro Gesù Cristo”.
Atti 20:20,21 MS1 304.4
Non c’è salvezza senza pentimento. Nessun peccatore impenitente può credere con la giustizia del proprio cuore. Paolo descrive il pentimento come un pietoso dolore per il peccato,… “poiché, la tristezza secondo Dio produce un ravvedimento che mena alla salvezza, e del quale non c',è mai da pentirsi; ma la tristezza del mondo produce la morte”.
2 Corinzi 7:10 MS1 304.5
Questo pentimento non ha in sé alcun merito, ma prepara il cuore per l’accettazione di Cristo come unico Salvatore e unica speranza per il peccatore perduto. Se il peccatore guarda alla legge, la sua colpa, dentro di lui viene chiarita, egli subisce pressione sulla sua coscienza e sulla condanna. Il suo unico conforto e speranza è nella croce del Calvario. Se egli accetta le promesse di Dio, nella sua anima scenderà la pace. Egli griderà al Signore: “Padre, tu hai promesso di salvare tutti quelli che vengono a Te nel nome di Tuo Figlio. Io mi sento perduto, impotente e senza speranza. Signore, salvami perché sto per perire”. MS1 304.6
Tale fede è consolidata in Cristo, ed è giustificata davanti a Dio. Mentre Dio può essere giusto e tuttavia giustificare attraverso i meriti di Cristo; nessun uomo è in grado di coprire la sua anima col manto della giustizia di Cristo mentre continua a persistere nei propri peccati o negligere ai propri doveri. Dio richiede la resa completa del cuore prima che possa effettuare la giustificazione. Affinché l’uomo ritenga la giustificazione, ci deve essere una continua obbedienza mediante una fede vivente e attiva che opera per amore e purifichi l’anima. MS1 305.1
Ecco cosa scrive Giacomo riguardo ad Abramo: MS1 305.2
“Abramo, nostro padre, non fu egli giustificato per le opere quando offrì il suo figliuolo Isacco sull',altare? Tu vedi che la fede operava insieme con le opere di lui, e che per le opere la sua fede fu resa compiuta; e così fu adempiuta la Scrittura che dice: E Abramo credette a Dio, e ciò gli fu messo in conto di giustizia; e fu chiamato amico di Dio. Voi vedete che l',uomo è giustificato per opere, e non per fede soltanto”.
Giacomo 2:21-24 MS1 305.3
Affinché l',uomo sia giustificato per fede, questa deve raggiungere un punto in cui gli affetti e gli impulsi del cuore sono controllati. E infine, attraverso l’obbedienza la fede stessa è resa perfetta. MS1 305.4