Quando siamo circondati dalle prove e dalle difficoltà, dovremmo rifugiarci in Dio, e aspettare con fiducia l’aiuto di Colui chi è potente per salvare e forte per liberare. Dobbiamo chiedere la benedizione del Signore se vogliamo riceverla. La preghiera è un dovere e una necessità, ma non trascuriamo la lode? Non dovremo ringraziare più spesso il Datore di tutte le benedizioni? Abbiamo bisogno di coltivare la gratitudine. Dobbiamo contemplare e raccontare più spesso la grazia di Dio, lodare e glorificare il Suo santo nome, anche quando stiamo sperimentando il dolore e l’afflizione… MS2 163.3
La misericordiosa bontà con cui ci tratta il Signore è grande. Egli non ci abbandonerà mai, né dimenticherà coloro chi ha fiducia in Lui. Se penseremo e parleremo meno delle nostre prove e di più della misericordia e della bontà di Dio, supereremo buona parte della nostra tristezza e perplessità. Fratelli miei, che pensate di trovarvi su un sentiero tenebroso, e come i deportati in Babilonia dovettero appendere le loro arpe sui salici, trasformate la prova in un canto di gioia; ma voi potreste dire “Come potremmo cantare con una prospettiva così oscura, con questo peso e dolore nella nostra anima?” Ma il dolore terreno ci ha privato dell’Amico Onnipotente che abbiamo in Gesù? Il meraviglioso amore di Dio manifestato nel dono del suo amato Figlio, non dovrebbe essere un tema di continua gioia? MS2 163.4
Quando noi portiamo le nostre richieste davanti al trono della grazia, non dimentichiamo di offrire anche inni di ringraziamento. MS2 164.1
“Colui che sacrifica lode mi onorerà”. Salmo 50:23 MS2 164.2
La vita eterna che il Salvatore ci dona è motivo di perenne gratitudine al Signore.
The Review and Herald, 1 novembre 1881 MS2 164.3