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I SACERDOTI E IL LORO ABBIGLIAMENTO GSS 37

Dio scelse la tribù di Levi per svolgere i servizi del santuario. In precedenza ogni uomo era stato sacerdote della propria famiglia. Ai tempi di Abramo, infatti, il sacerdozio era considerato un diritto del figlio maggiore. Il Signore dispose che da quel momento la tribù di Levi sostituisse i primogeniti nell’esercizio delle funzioni sacre. La nomina era il riconoscimento della fedeltà che questa tribù aveva dimostrato nell’aderire al servizio sacro e nell’eseguire il giudizio di Dio in occasione dell’apostasia d’Israele, con il vitello d’oro. La responsabilità del sacerdozio venne riservata alla famiglia di Aronne. Solo a lui e a suo figlio sarebbe stato consentito compiere i riti alla presenza del Signore; tutto il resto della tribù si sarebbe occupata del tabernacolo e dei suoi accessori. Era prerogativa esclusiva dei sacerdoti, infatti, immolare le vittime dei sacrifici, bruciare l’incenso e vedere gli arredi sacri privi della loro copertura. Per questo ruolo particolare, i sacerdoti indossavano un abito che li distingueva. E farai ad Aronne, tuo fratello, dei paramenti sacri, come insegne della loro dignità e come ornamento,. (Esodo 28:2) ordinò il Signore a Mosè. L’abbigliamento di un comune sacerdote era di lino bianco, tessuto in un unico pezzo, e arrivava fin quasi ai piedi; era fermato in vita da una cintura di lino bianco ricamata in blu, porpora e rosso. Lo completava un turbante di lino, detto mitra. Davanti al pruno ardente Mosè si era tolto i sandali, per ordine divino, perché il suolo su cui camminava era sacro. Nello stesso modo, i sacerdoti non dovevano entrare nel santuario con le scarpe, perché la polvere avrebbe profanato quel luogo sacro. Dunque, avrebbero lasciato le scarpe all’ingresso del santuario, nel cortile; il rituale prevedeva inoltre che si lavassero le mani e i piedi, prima di servire nel tabernacolo e presso l’altare degli olocausti. Questi gesti rappresentavano un costante insegnamento: chi si avvicina al Signore deve allontanare da sé ogni tipo di contaminazione. GSS 37.1

L’abito del sommo sacerdote, prezioso e magnificamente lavorato, era adatto alla sua elevata posizione. Infatti, sopra la tunica di lino comune a tutto il clero egli indossava un abito blu tessuto in un unico pezzo, i cui bordi erano ornati con campanelle d’oro e melograni di colore blu, porpora e scarlatto. Sul petto portava l’efod, un abito corto e senza maniche, di vari colori — oro, blu, porpora, scarlatto e bianco — che terminava con una cintura di tessuto simile, con preziosi ricami. In corrispondenza delle spalle l’efod era intessuto d’oro e aveva due pietre di onice con incisi i nomi delle dodici tribù d’Israele. Sopra l’efod c’era il pettorale, il paramento sacerdotale più sacro, realizzato con lo stesso materiale dell’efod; aveva la forma di un quadrato lungo circa venticinque centimetri, sospeso sulle spalle con una corda azzurra fermata da anelli d’oro. Il bordo era formato da varie pietre preziose, le stesse delle dodici fondamenta della città di dio. Sul pettorale si trovavano dodici pietre incastonate nell’oro, sistemate in file di quattro; su di esse, come sulle catenelle che fissavano le spalle, erano incisi i nomi della tribù. Il Signore aveva detto, infatti: Così Aronne porterà i nomi de’ figlioli d’Israele incisi nel pettorale del giudizio, sul suo cuore, quando entrerà nel santuario per conservare del continuo la ricordanza dinanzi all’Eterno. (Salmo 40:17) GSS 38.1