L’Eterno, il tuo DIO, susciterà per te un profeta come me, in mezzo a te, fra i tuoi fratelli; a lui darete ascolto. Deuteronomio 18:15 CIF 25.1
La speranza d’Israele si era concretizzata nella promessa fatta in occasione della chiamata di Abramo e quindi ripetutamente rinnovata alla sua progenie: “...Per mezzo tuo io benedirò tutti i popoli della terra”. Genesi 12:3. Quando il piano di Dio, relativo alla redenzione dell’uomo, fu rivelato ad Abramo, il Sole di giustizia brillò nel suo cuore. Quando, infine, il Salvatore stesso venne e parlò ai figli degli uomini, diede agli ebrei la testimonianza della meravigliosa speranza di liberazione ottenuta tramite la venuta del Redentore: “Abramo, vostro padre, si rallegrò nella speranza di vedere il mio giorno” dichiarò Cristo. Giovanni 8:56. Questa stessa beata speranza fu enunciata nella benedizione pronunciata dal patriarca Giacobbe in punto di morte su suo figlio Giuda. Il piano di Dio di inviare suo Figlio come Redentore dell’umanità decaduta fu riproposto a Israele tramite Mosè. In una certa occasione, poco prima della sua morte, Mosè dichiarò: “Il Signore, vostro Dio, farà sorgere un profeta come me, e sarà uno del vostro popolo. A lui dovrete dare ascolto”. Egli aveva ricevuto delle precise istruzioni per il popolo d’Israele a proposito dell’opera che avrebbe dovuto compiere il Messia promesso. PK pp. 683,684 CIF 25.2
Una quarantina di giorni dopo la nascita di Gesù, Giuseppe e Maria salirono a Gerusalemme per consacrare al Signore il loro figlio e offrire un sacrificio CIF 25.3
Il sacerdote, terminati i riti, prese il bambino e lo sollevò davanti all’altare. Poi, dopo averlo restituito alla madre, scrisse il suo nome nel rotolo dei primogeniti: Gesù, il sacerdote era ben lontano dal pensare di aver tenuto fra le braccia la Maestà del cielo, il Re di gloria, colui di cui Mosè aveva detto: “Il Signore Iddio vi susciterà di fra i vostri fratelli un profeta come me; ascoltatelo in tutte le cose che vi dirà”. Atti 3:22. CIF 25.4
Egli non pensava, certamente, di aver tenuto in braccio uno più grande di Mosè, la cui gloria Mosè stesso aveva desiderato contemplare. E quando registrò il nome del bambino, non fece altro che registrare il nome di colui che era il fondamento dell’economia ebraica. DA pp. 50-52 CIF 25.5