Camminate nell'amore, come anche Cristo ci ha amati e ha dato se stesso per noi, in offerta e sacrificio a Dio come un profumo di odore soave. Efesini 5:2 CIF 41.1
Il Figlio di Dio ha offerto il suo amore al mondo che Satana rivendica come suo dominio e che governa da tiranno crudele, un mondo che ha riconciliato con l’Altissimo. Quando il Redentore trionfò, i cherubini, i serafini e gli abitanti dei mondi che non hanno peccato, intonarono un canto di lode a Dio e all’Agnello. Essi erano felici che la via della salvezza era stata aperta all’umanità perduta e la terra stava per essere riscattata dal peccato. Quanto dovrebbero rallegrarsi coloro che beneficiano direttamente di un amore così immenso, come possiamo considerarci orfani o cadere nel dubbio e nell’incertezza? Per aiutare chi ha trasgredito la sua legge Gesù ha rivestito la natura umana, si è fatto simile a noi perché acquisissimo pace e fiducia eterne. Noi abbiamo un avvocato in cielo: se l’accettiamo come Salvatore personale non ci sentiremo orfani e neanche obbligati a portare il peso dei nostri peccati. “Il primo passo per avvicinarsi a Dio è rendersi conto e credere che egli ci ama (cfr. 1 Giovanni 4:16) perché è proprio il suo amore che ci avvicina a lui. CIF 41.2
Sperimentando questo amore riusciamo a rinunciare a noi stessi. Quando rivolgendoci a Dio lo chiamiamo Padre, riconosciamo che tutti i suoi figli sono nostri fratelli. Facciamo parte dell’umanità perché discendiamo dalla stessa famiglia. Pregando dobbiamo ricordarci del nostro prossimo. Nella preghiera non dobbiamo ricercare le benedizioni divine solo per noi. Gesù ci rivela che il Dio infinito ci offre il privilegio di rivolgersi a lui chiamandolo Padre nostro. Cerchiamo di comprenderne tutto il significato. Nessun genitore ha mai supplicato con tanta insistenza un figlio sbandato come ha fatto il Creatore con i peccatori. Nessun uomo è mai stato oggetto di un amore che sia stato espresso in così tanti inviti. Dio è presente in ogni famiglia, egli ode tutto quello che si dice, partecipa ai dolori, alle delusioni, osserva come vengono trattati il padre, la madre, la sorella, l’amico, il vicino e conosce le nostre necessità. Il suo amore, la sua misericordia e la sua grazia sono a nostra disposizione per soddisfare le nostre esigenze. Se chiamiamo Dio, Padre nostro, riconosciamo di essere suo figli, di avere bisogno di lasciarci guidare dalla sua saggezza, ubbidendogli sempre nella consapevolezza che il suo amore è eterno. Accetteremo il piano che ha fatto per la nostra vita. In quanto figli di Dio considereremo la sua gloria, il suo carattere, la sua famiglia, la sua opera come l’oggetto principale dei nostri interessi. Sarà nostro privilegio godere dei legami con il Padre e con ogni membro della sua famiglia, compiendo con gioia ogni azione, per umile che sia, che ci permetterà di onorare il suo nome o contribuire al benessere dei nostri fratelli. GMB 104-106 CIF 41.3