Fratello mio, pensi che per anni ha vissuto un amore illegale con la moglie di un altro uomo. Lei ha una figlia che sarebbe felice di darle attenzione, di dimostrarle simpatia e provvederle una casa, ma è così infatuato che qualunque cosa sensata e appropriata in questa vita, è diventata insignificante e banale. Non mi sembra che l’incantesimo sia rotto, che lei si senta libero. Non si è ancora liberato da questa trappola. Il Signore non ha la supremazia nella sua vita. TCS 118.2
Ora, fratello mio, sarebbe una follia per lei pensare di avere la saggezza per discernere le cose spirituali, mentre per anni è diventato sempre più debole, la sua forza morale si è affievolita e si è separato dalla saggezza di Dio. Le lettere che scrive a sua moglie sono dure e insensibili. Non è saggio da parte sua negarle il suo sostegno. Non aveva ragione di essere gelosa quando era a Oakland? Essa non ha visto in lei l’interesse, la simpatia e l’amore che dimostrava nei confronti della sorella S? TCS 118.3
Ora, per amore di Cristo, eviti le dure condanne che dirige agli altri, perché questo dimostra che non appartiene a Cristo, che ha un altro spirito. Le scrivo questo con franchezza perché sento profondamente che ha bisogno di realizzare uno sforzo più determinato di quelli che ha fatto finora, prima che possa considerarsi libero agli occhi di Dio. Tutta la sua asprezza e alterigia provengono da lei stesso, da una disposizione malata. Si umili sotto la mano potente di Dio. Si assicuri il Suo favore e si separi dal peccato. Solo in pochi sanno fino a che punto si è estesa questa intimità. Che Dio impedisca che sia conosciuta, affinché non perda la sua influenza per la causa di Dio e anche la sua anima. La prego di non pronunciare giudizi su nessuno ma solo su sé stesso. Lt 10, 1885. TCS 118.4