Il tino l'ho pigiato da solo e dei popoli nessuno è stato con me. Li ho pigiati nella mia ira e li ho calpestati nel mio furore. Il loro sangue è spruzzato sulle mie vesti e ho macchiato tutti i miei abiti. Isaia 63:3 FFD 146.1
Sarebbe stata una grande consolazione per il Cristo se i suoi parenti terreni avessero creduto in lui come inviato dal cielo e avessero collaborato con lui nel compiere l’opera di Dio. La loro incredulità gettò un’ombra sulla vita terrena di Gesù. Con i loro criteri miopi non potevano valutare correttamente la missione che il Cristo era venuto a compiere e perciò non potevano simpatizzare con lui nelle prove. Le loro parole sprezzanti e grossolane mostravano che non avevano un’esatta comprensione del suo carattere e non distinguevano la sua natura divina che si manifestativa in quella umana. Spesso lo videro addolorato, ma invece di confortarlo lo ferirono con le loro parole e con il loro atteggiamento. Il suo animo era tormentato perché le sue motivazioni e la sua opera non erano compresi. Tutte queste cose resero molto duro il lavoro di Gesù. L’incomprensione dei suoi familiari era un motivo di grande dolore che trovava sollievo nel recarsi altrove. Spesso trovava conforto soltanto nella solitudine e nella comunione con il Padre.... Coloro che sono chiamati a soffrire per amore del Cristo, che devono sopportare incomprensioni e prove, perfino nella propria famiglia, possono consolarsi al pensiero che anche Gesù ha sopportato le stesse difficoltà. Egli ha compassione di loro. Offre loro la sua amicizia e li invita a consolarsi là dove Egli stesso ha trovato consolazione: nella comunione con il Padre. Coloro che accettano il Cristo come Salvatore non rimangono orfani e non devono sopportare da soli le prove della vita. Egli li accoglie come membri della famiglia divina e dice loro di considerare suo Padre come loro Padre. Sono il suo “piccolo gregge”, caro al cuore di Dio, unito a lui con il legame più tenero e duraturo. L’amore che Egli nutre per loro è tanto più grande di quello dei genitori terreni, quanto il divino è superiore all’umano. DA 326,327 FFD 146.2