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Capitolo 33: Partecipazione PEC 165

Nella formazione del carattere non c’è influsso pari a quello esercitato dalla famiglia. L’opera dell’insegnante dovrebbe essere complementare a quella dei genitori e non prenderne il posto. Per tutto ciò che riguarda il bene del bambino, deve esserci collaborazione fra genitori e insegnanti. PEC 165.1

La cooperazione dovrebbe cominciare fra padre e madre nella vita domestica. Dato che hanno una comune responsabilità nell’educazione dei figli, dovrebbero sforzarsi costantemente di procedere di comune accordo, sottomettendosi a Dio e cercando da lui l’aiuto per sostenersi a vicenda. Insieme dovrebbero insegnare ai figli a essere fedeli al Signore e ai princìpi, e di conseguenza a se stessi e a coloro con i quali entrano in contatto. Con una tale istruzione, i bambini a scuola non saranno motivo di disturbo o di ansietà, ma saranno di aiuto agli insegnanti, oltre che un esempio e un incoraggiamento per i compagni. PEC 165.2

I genitori che tengono a questa formazione, si asterranno dal criticare l’insegnante, perché sanno che l’interesse dei figli e il rispetto per la scuola esigono che, per quanto possibile, colui che condivide le loro responsabilità sia sostenuto e onorato. PEC 165.3

Molti genitori sbagliano proprio in questo. Con le loro critiche precipitose e infondate distruggono quasi completamente l’influsso dell’insegnante fedele e dedito. Non pochi genitori, i cui figli sono stati viziati dall’indulgenza, lasciano al corpo insegnante il poco piacevole compito di riparare alla loro negligenza e così, con il loro comportamento, rendono tale compito quasi impossibile. Le loro critiche e censure sulla gestione della scuola incoraggiano nei bambini l’insubordinazione e li confermano nelle loro pessime abitudini. PEC 165.4

Se si rende necessario muovere delle critiche o dare suggerimenti sull’operato dell’insegnante, si faccia in privato. Se questo risulta inefficace, allora la cosa può essere presentata a chi ha la responsabilità della scuola. Non si dovrebbe dire o fare nulla che indebolisca il rispetto dei bambini verso colui dal quale dipende, in larga misura, il loro benessere. PEC 165.5

La profonda conoscenza che i genitori hanno del carattere dei figli, delle loro caratteristiche fisiche o delle loro debolezze, se condivisa con l’insegnante, gli può essere di aiuto. È un peccato che tanti non lo facciano. Molti genitori si dimostrano poco disposti a interessarsi della preparazione dell’insegnante o a collaborare con lui, o con lei, nel suo compito. PEC 165.6

Dato che i genitori raramente fanno conoscenza con l’insegnante, è importante che questi cerchi di conoscere i genitori. Egli dovrebbe visitare le case dei propri studenti e rendersi conto degli influssi e dell’ambiente in cui vivono; venendo personalmente in contatto con le loro famiglie e con le loro vite, può rafforzare i legami che lo uniscono agli studenti e può apprendere quale sia il modo più adatto per gestire con maggior efficacia le diverse attitudini e i vari temperamenti. PEC 166.1

Nell’interessarsi direttamente dell’educazione impartita in famiglia, l’insegnante consegue un duplice beneficio. Molti genitori, presi dal lavoro e dagli impegni, perdono di vista le opportunità loro offerte di esercitare un influsso benefico sulla vita dei figli; allora l’insegnante può fare molto per richiamarli alle loro responsabilità e ai loro privilegi. Ne troverà altri, invece, che si sentono gravati dal peso della responsabilità che avvertono verso i figli per aiutarli a diventare donne e uomini buoni e utili. In questo caso l’insegnante può aiutare questi genitori a portare insieme il peso e, mediante consigli reciproci, riceveranno coraggio e forza. PEC 166.2