Sebbene creati innocenti e santi, i nostri progenitori non furono messi nell’impossibilità di sbagliare. Dio avrebbe potuto crearli privi della facoltà di trasgredire le sue richieste, però in tal caso il loro carattere non si sarebbe sviluppato e il servizio non sarebbe stato volontario, ma forzato. Fu per questo motivo che egli dette loro il potere di scegliere, accettando o rifiutando l’ubbidienza. Prima che essi potessero godere appieno delle benedizioni che egli desiderava elargire, era necessario che il loro amore e la loro fedeltà fossero messi alla prova. PEC 15.1
Nel giardino d’Eden c’era “l’albero della conoscenza del bene e del male... Dio, il Signore, ordinò all’uomo: ‘Mangia pure da ogni albero del giardino, ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non ne mangiare... ’”. Genesi 2:9, 16, 17. La volontà di Dio era che Adamo ed Eva non conoscessero il male. La conoscenza del bene era stata data liberamente ma, per amore, voleva che fosse impedita loro la conoscenza del male, del peccato e delle sue conseguenze. PEC 15.2
Mentre Dio cercava il bene dell’uomo, Satana ne cercava la rovina. Quando Eva, disprezzando l’avvertimento del Signore circa l’albero proibito, si arrischiò ad avvicinarsi ad esso, si trovò in contatto con il nemico. Avendo suscitato l’interesse e la curiosità di Eva, Satana smentì le parole di Dio e insinuò la sfiducia nella sua saggezza e bontà. All’affermazione della donna: “...Dio ha detto: ‘Non ne mangiate e non lo toccate, altrimenti morirete’”, il tentatore rispose: “No, non morirete affatto; ma Dio sa che nel giorno che ne mangerete, i vostri occhi si apriranno e sarete come Dio, avendo la conoscenza del bene e del male”. Genesi 3:3-5. PEC 15.3
Satana voleva far credere che la conoscenza del bene e del male fosse un benedizione e che, impedendo ad Adamo ed Eva di prendere il frutto, Dio li volesse privare di un grande vantaggio. Egli insistette dicendo che il frutto era stato proibito perché possedeva la facoltà di donare saggezza e potere, e che Dio in questo modo voleva impedire loro di raggiungere una crescita superiore e una felicità maggiore. Dichiarò di aver mangiato egli stesso del frutto proibito e di aver acquisito, così, il dono della parola; se l’avessero imitato, sarebbero pervenuti a una sfera superiore di esistenza e sarebbero entrati in un più vasto campo di conoscenza. PEC 15.4
Nel pretendere di aver ricevuto un cosìgrande beneficio per aver mangiato il fruto dell’albero proibito, Satana si guardò bene dal lasciar trapelare che, a causa della trasgressione, era stato espulso dal ciclo. La falsità, celata sotto il manto di apparente verità, confuse Eva che infatuata, lusingata e sedotta, non riuscì però a scorgere l’inganno. Essa desiderò intensamente ciò che Dio aveva proibito, non ebbe fiducia nella saggezza dell’Altissimo e respinse la fede, che è la chiave della conoscenza. PEC 15.5