Una delle prime mète da conseguire dovrebbe essere una corretta posizione sia nello stare seduti, sia in piedi. Dio ha fatto gli esseri umani eretti e vuole che posseggano non solo vantaggi fisici, ma anche mentali e morali: la grazia, la dignità, l’autocontrollo e il coraggio che un portamento eretto contribuisce a promuovere. Su questo punto l’insegnante dia delle direttive con l’esempio e con le regole: mostri che cosa significa tenere una posizione corretta, e insista perché essa sia sempre mantenuta. PEC 111.5
Dopo questo, molto importanti sono la respirazione e l’educazione della voce. Chi adotta una postura eretta quando siede o sta in piedi, probabilmente respirerà meglio di altri. L’insegnante dovrebbe spiegare ai suoi alunni il valore di una corretta respirazione: la funzione ottimale degli organi respiratori, presenziando alla circolazione del sangue, fortifica l’intero organismo, stimola l’appetito, facilita la digestione, e determina un sonno sano e dolce. Ciò ristora il corpo e calma la mente, dandole tranquillità. Si facciano perciò esercizi di respirazione profonda, e si vegli perché questa diventi una buona abitudine. PEC 111.6
L’impostazione della voce ha un posto importante nello sviluppo fisico, in quanto contribuisce a espandere e a rinforzare i polmoni, e a prevenire così la malattia. Per avere una dizione corretta nel leggere e nel parlare bisogna fare in modo che i muscoli addominali possano espandersi liberamente nell’atto della respirazione e che gli organi respiratori non siano minimamente compressi. Lo sforzo deve procedere dai muscoli dell’addome e non da quelli della gola. Si eviteranno così l’affaticamento e serie malattie della gola e dei polmoni. Ponendo la giusta attenzione, si otterrà una dizione ben articolata, fluida e dai toni modulati, evitando anche di parlare troppo in fretta. Ciò, oltre a favorire la salute, aggiunge grazia ed efficacia al lavoro dello studente. PEC 112.1
Bisogna far capire ai giovani il danno costituito da vestiti che pesano o comprimono un qualsiasi organo del corpo. Gli abiti dovrebbero essere fatti in modo che la respirazione risulti libera e le braccia possano essere alzate sopra la testa senza difficoltà. PEC 112.2
Nello studio dell’igiene l’insegnante coscienzioso sfrutterà ogni opportunità per indicare la necessità di una perfetta pulizia personale e dell’ambiente. Dovrebbe essere sottolineato il valore del bagno quotidiano per promuovere la salute e stimolare l’azione mentale. Si dovrebbe anche porre attenzione all’illuminazione solare, alla ventilazione, all’igiene della stanza da letto e della cucina. Insegnate agli studenti che una sana stanza da letto, una cucina perfettamente pulita, una tavola preparata con gusto e ricca di cibi salutari, contribuiscono alla felicità della famiglia, più di quanto non faccia una quantità di mobili costosi. Il fatto che “la vita è più del nutrimento e il corpo più del vestito” (cfr. Luca 12:23), è una lezione non meno necessaria oggi rispetto a quando il nostro divino Maestro era sulla terra. PEC 112.3
Lo studente della fisiologia dovrebbe imparare che lo scopo del suo studio non è semplicemente quello di acquisire una conoscenza di fatti e leggi, perché ciò sarebbe di scarso vantaggio. Può imparare a capire l’importanza di una ventilazione adeguata, aerare quindi la camera da letto, ma se non si eserciterà a riempire i polmoni mediante una corretta respirazione ne porterà le conseguenze. Il grande requisito nell’insegnare queste semplici regole consiste nell’imprimerne l’importanza affinché gli alunni possano consapevolmente metterle in pratica. PEC 112.4
Che gli studenti comprendano il concetto secondo cui il corpo è un tempio nel quale Dio desidera abitare e che esso va conservato puro, perché sede permanente di alti e nobili pensieri. Studiando la fisiologia essi si accorgeranno di essere stati fatti “in modo stupendo” (Salmi 139:14) e sentiranno così un profondo rispetto. Anziché guastare il capolavoro di Dio, essi avranno l’ambizione di fare tutto il possibile per realizzare il glorioso piano del Creatore. In tal modo giungeranno a considerare l’ubbidienza alle leggi della salute non come un atto di sacrificio o di rinuncia, ma come in realtà esso è: un inestimabile privilegio, una benedizione. PEC 113.1