Bambini e giovani dovrebbero imparare dalla Bibbia come Dio ha onorato il lavoro. Nelle scuole dei profeti, gli studenti costruirono il locale per riunirsi, e in loro favore Dio fece il miracolo di recuperare un’ascia presa in prestito e caduta in un fiume. Cfr. 2 Re 6:1-7. Gesù stesso era un falegname e Paolo un fabbricante di tende, entrambi unirono al lavoro manuale di artigiani il ministero supremo; l’elemento umano collabora con il divino. Quel bambino che diede i cinque pani d’orzo permise al Salvatore di compiere il grande miracolo della moltiplicazione dei pani per sfamare la moltitudine. Tabita era sarta e fu risuscitata perché potesse continuare a cucire tuniche per i poveri; la donna avveduta descritta nel libro dei Proverbi: “Si procura lana e lino, e lavora gioiosa con le proprie mani... distribuisce il cibo alla famiglia e il compito alle sue serve... Pianta una vigna. Si cinge di forza i fianchi e fa robuste le sue braccia... Tende le palme al misero, e porge le mani al bisognoso... Sorveglia l’andamento della sua casa, e non mangia il pane di pigrizia”. Proverbi 31:13, 15, 16, 17, 20, 27. PEC 123.4
Di una tale persona Dio dice: “Ella sarà lodata. Datele del frutto delle sue mani, e le opere sue la lodino alle porte della città”. Proverbi 31:30, 31. PEC 124.1
Per ogni bambino la sua casa dovrebbe essere la prima scuola di formazione pratica. Inoltre, per quanto possibile, si dovrebbe provvedere perché in ogni scuola vi sia la possibilità di insegnare il lavoro manuale. Tale formazione potrebbe, in gran parte, sostituire l’esercizio ginnico e offrire così il vantaggio di una valida disciplina. PEC 124.2
L’attività manuale merita un’attenzione maggiore di quanta in realtà ne riceva. Si dovrebbero istituire scuole che, oltre a un’alta preparazione intellettuale e morale, offrano buone possibilità per uno sviluppo fisico e per l’apprendimento di attività pratiche. Un’adeguata istruzione dovrebbe essere impartita circa i lavori utili quali l’economia domestica, la cucina, il cucito, l’assistenza agli ammalati e simili. Dovrebbero sorgere giardini, laboratori, centri medici, affidati e diretti rispettivamente da esperti istruttori. PEC 124.3
Il lavoro dovrebbe essere accurato e avere uno scopo ben definito. Sebbene sia necessario che ogni persona abbia qualche conoscenza dei vari lavori, tutti dovrebbero specializzarsi in almeno uno di essi. Ogni giovane, al momento di lasciare la scuola, dovrebbe saper svolgere almeno un’attività e avere un’occupazione grazie alla quale, se fosse necessario, potersi guadagnare da vivere. PEC 124.4
L’obiezione che viene più spesso mossa contro l’attività industriale nelle scuole è per i costi elevati che questa comporta. Però lo scopo che si vuole raggiungere è degno del costo. Nessun altro lavoro affidatoci è così importante come l’educazione dei nostri giovani e, quindi, ogni spesa fatta per la sua migliore realizzazione è denaro ben impiegato. PEC 124.5
Anche dal punto di vista dei risultati finanziari che se ne otterrebbero, la spesa richiesta per la formazione manuale rappresenterebbe un autentico risparmio. Il costo sostenuto per i giardini, i laboratori e le attrezzature per l’idroterapia sarebbe largamente coperto dal risparmio che ne deriverebbe dal minor ricorso a ospedali e riformatori. Gli stessi giovani, poi, formati e abituati a un’attività pratica, abili nell’ambito di un lavoro utile e produttivo, acquisterebbero un valore inestimabile per la società e per la nazione. PEC 124.6
Come ricreazione dallo studio, le attività eseguite all’aria aperta e l’esercizio che ne deriva risultano di grande beneficio per l’organismo. Nessun tipo di formazione manuale può essere di maggiore importanza dell’attività agricola. La Bibbia dice molto circa l’agricoltura: il piano di Dio per gli esseri umani era che lavorassero la terra. Al primo uomo, sovrano di tutto il mondo, fu dato un giardino da coltivare, e molti dei più grandi uomini della terra, la parte più nobile di essa, sono stati agricoltori. È così che si esprime la Bibbia circa chi coltiva il suolo: “Il suo Dio gli insegna la regola da seguire e lo istruisce” (Isaia 28:26); e ancora: “Chi ha cura del fico ne mangerà il frutto”. Proverbi 27:18. PEC 125.1
Nello studio dell’agricoltura, fate in modo che agli allievi sia insegnata non solo la teoria, ma anche la pratica. Così, mentre imparano ciò che la scienza può insegnare sulla natura e sulla preparazione del suolo, sul valore delle varie colture e sui migliori metodi di produzione, fate in modo che essi imparino a mettere in pratica le loro cognizioni. Gli insegnanti dovrebbero condividere il lavoro con gli studenti mostrando quali risultati si possono ottenere con uno sforzo abile e qualificato e sarà l’occasione per destare in loro un interesse sincero e l’ambizione per farlo nel modo migliore. Tale ambizione, unita all’effetto tonificante dell’esercizio, del sole e dell’aria pura, creerà l’amore per questo genere di attività e determinerà per molti giovani la scelta della loro futura occupazione. PEC 125.2