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Capitolo 27: Comportamento PEC 138

Il valore della cortesia è troppo poco apprezzato. Molti, pur essendo gentili di cuore, sono privi di maniere cortesi. Tanti, che suscitano rispetto per la loro sincerità e integrità, difettano però di cordialità. Questa mancanza offusca la loro felicità e sminuisce il servizio che possono rendere agli altri. PEC 138.1

La gioia e la cortesia dovrebbero essere coltivate soprattutto dai genitori e dagli insegnanti. Tutti possono mostrare un’espressione lieta, una voce dal tono gentile, un modo di fare cortese, e questi sono fattori che favoriscono l’autorità. E poiché i bambini sono attratti da un’attitudine gioiosa, manifestate bontà e gentilezza, ed essi manifesteranno lo stesso spirito verso di voi e tra di loro. PEC 138.2

La vera cortesia non si impara con la semplice pratica di regole convenzionali. Le norme di buona condotta devono essere sempre rispettate, e ogni volta che non è messo in discussione un principio, la considerazione verso gli altri dovrà indurci ad adeguarci alle abitudini generalmente stabilite. La vera cortesia, però, non esige per nulla che si sacrifichino i princìpi alle convenzioni sociali; essa ignora le caste e insegna il rispetto di sé, della dignità dell’individuo e la giusta considerazione per ogni membro della grande famiglia umana. PEC 138.3

È pericoloso attribuire eccessivo valore alla forma e allo stile, dedicando troppo tempo all’educazione esteriore. La vita d’intenso impegno richiesta a ogni giovane, il compito duro, spesso fastidioso che occorre per svolgere i più comuni doveri della vita, e ancora di più per alleggerire il peso di ignoranza e di miseria che grava sul mondo, lasciano poco spazio alle convenzioni sociali. PEC 138.4

Molti danno una grande importanza all’etichetta a scapito di tutto ciò che, seppure eccellente, non corrisponde al loro ideale artificioso. Questa è una forma di educazione errata. Alimenta un orgoglio presuntuoso e un gretto esclusivismo. PEC 138.5

L’essenza della vera cortesia è la considerazione per gli altri. L’educazione indispensabile e duratura è quella che estende le simpatie e incoraggia la gentilezza universale. Quella cosiddetta cultura che non rende i giovani rispettosi verso i genitori, pieni di apprezzamento per le loro qualità, indulgenti verso i loro difetti, pronti a sopperire alle necessità di questi; che non li rende riconoscenti, buoni, generosi e disposti ad aiutare i giovani, i vecchi, i meno fortunati, e non li fa cortesi con tutti, è un vero fallimento. PEC 138.6