Ovunque occorrono missionari e quindi i colportori dovrebbero essere scelti non tra coloro che si lasciano trasportare dalle onde del dubbio e non sanno bene cosa fare, neppure tra quegli uomini e donne che non hanno realizzato mai nulla nella vita, ma tra coloro che hanno tatto, abilità e una chiara visione delle cose. È di questi uomini che l’opera ha bisogno. Questo lavoro deve essere intrapreso da uomini adatti, ma alcuni pastori poco saggiamente li lusingano dicendo che i loro talenti dovrebbero essere impegnati nell’attività pastorale piuttosto che semplicemente nel lavoro del colportaggio. E così questo lavoro viene sminuito. Essi sono influenzati a prendere il diploma di predicatore e coloro che avrebbero potuto essere preparati per diventare veri missionari, per andare a visitare le famiglie nelle loro case, per parlare e per pregare con esse, rimangono intrappolati in una attività di predicatore di poco successo, e il campo dove potrebbe essere fatto un gran bene e dove c’è ancora tanto da fare è trascurato. Il colportore efficiente e fedele dovrebbe avere, come il pastore, un’adeguata rimunerazione per il lavoro che svolge. Ca 29.1