Tramite Mosè Dio aveva detto: “Non odierai il tuo fratello nel tuo cuore... Non ti vendicherai e non serberai rancore contro i figli del tuo popolo, ma amerai il prossimo tuo come te stesso”. Levitico 19:17, 18. GMB 70.2
Le verità presentate dal Cristo era le stesse che avevano insegnato i profeti, ma erano state offuscate dalla durezza dei cuori e dall’amore per il peccato. GMB 70.3
Le parole del Salvatore rivelavano ai suoi ascoltatori che, mentre condannavano gli altri come trasgressori, essi stessi erano ugualmente colpevoli in quanto coltivavano malignità e odio. GMB 70.4
Sulla riva opposta del lago si trovava la regione di Basan, una zona disabitata in cui gole profonde e fitte boscaglie avevano spesso offerto rifugio a criminali di ogni genere. Racconti di furti e omicidi, commessi in quella zona, erano ben noti e molti si affrettavano a denunciare questi criminali. Ma loro stessi erano litigiosi e dominati dalle loro passioni. Coltivavano un odio feroce nei confronti degli oppressori romani e si sentivano liberi di detestare e disprezzare tutti gli altri popoli e anche i compatrioti che non si conformavano fedelmente alle loro idee. In questo modo essi stavano violando il comandamento: “Non uccidere”. GMB 70.5
L’odio e la vendetta hanno avuto origine con Satana e lo hanno spinto a mettere a morte il Figlio di Dio. Chiunque accarezza malvagità e cattiveria sta coltivando lo stesso spirito, il cui frutto è la morte. L’odio genera la vendetta come il seme genera la pianta. “Chiunque odia il suo fratello è omicida; e voi sapete che nessun omicida possiede in se stesso la vita eterna”. 1 Giovanni 3:15. GMB 71.1
“Chi avrà detto a suo fratello: ‘Raca’ sarà sottoposto al sinedrio”. Cfr. Matteo 5:22. Offrendo suo Figlio per la nostra redenzione Dio ha dimostrato quanto ogni uomo sia importante per lui. Per questo motivo non permette a nessuno di parlare con disprezzo del suo prossimo. Anche se notiamo errori e debolezze in coloro che ci circondano, Dio afferma che ogni essere appartiene a lui, perché egli è il Creatore e l’ha riscattato con il sacrificio di suo Figlio. Tutti siamo stati creati a sua immagine e anche l’uomo più corrotto ha diritto al nostro rispetto e alla nostra attenzione. Dio ci riterrà responsabili di ogni parola pronunciata nei confronti di un essere per cui Gesù ha dato la sua vita. GMB 71.2
“Infatti, chi ti distingue dagli altri? E che cosa possiedi che tu non abbia ricevuto? E se l’hai ricevuto, perché ti vanti come se tu non l’avessi ricevuto?” 1 Corinzi 4:7. “Chi sei tu che giudichi il domestico altrui? Se sta in piedi o se cade è cosa che riguarda il suo padrone; ma egli sarà tenuto in piedi, perché il Signore è potente da farlo stare in piedi”. Romani 14:4. GMB 71.3
“Chi avrà detto al suo fratello: ‘Pazzo’, sarà condannato alla geenna del fuoco”. Cfr. Matteo 5:22. Nell’Antico Testamento la parola pazzo è usata per indicare un apostata o chiunque si abbandoni al male. Gesù afferma che colui che accusa un fratello di apostasia o di disprezzare Dio, dimostra di meritare la stessa condanna. GMB 72.1
Il Cristo stesso, mentre contendeva a Satana il corpo di Mosè, “...non osò pronunziare contro di lui un giudizio ingiurioso” (Giuda 9), se lo avesse fatto si sarebbe posto sul suo stesso piano, perché accusare è uno strumento del male. Satana, nelle Scritture, viene chiamato “l’accusatore dei nostri fratelli”. Cfr. Apocalisse 12:10. Gesù non poteva usare le armi di Satana e quindi lo respinse dicendo: “Ti sgridi il Signore!”. GMB 72.2
Il suo è un esempio anche per noi. Quando ci troviamo ad affrontare i nemici del Cristo non dovremmo pronunciare parole di vendetta o che possono anche solo sembrare un’accusa ingiuriosa. I messaggeri di Dio non devono servirsi di appellativi che il Signore stesso non ha utilizzato nel conflitto con Satana. Dobbiamo lasciare a Dio il compito di giudicare e condannare. GMB 72.3