La dramma perduta rappresenta l’uomo che si è allontanato da Dio. L’interesse della donna nella ricerca della moneta insegna ai discepoli del Cristo una lezione relativa alla loro responsabilità nei confronti di coloro che si allontanano dalla giustizia. La donna accese la sua lampada per avere più luce, poi spazzò la casa e cercò con molta cura fino a quando non riuscì a trovarla. TT1 210.3
In questo modo viene chiaramente sottolineato il dovere dei cristiani nei confronti di coloro che hanno bisogno di aiuto perché si sono allontanati da Dio. Essi non devono essere abbandonati nelle tenebre dell’errore, ma devono utilizzare tutti i metodi possibili per ricondurli alla luce. Così, come la donna, per vedere meglio, accese la sua lampada, è necessario pregare con fervore per ottenere lo Spirito di Dio che dissiperà le tenebre e l’incredulità. È necessario ricercare nella Parola di Dio le verità straordinarie che incoraggeranno i cristiani fornendo loro le argomentazioni utili per raggiungere coloro che si sono sviati. Il Signore disapprova l’indifferenza e la negligenza. TT1 210.4
Quando la donna trovò la moneta invitò amici e vicini e disse: “...Rallegratevi meco, perché ho ritrovato la dramma che avevo perduta. Così, vi dico, v’è allegrezza dinanzi agli angeli di Dio per un solo peccatore che si ravvede”. Luca 15:9, 10. Se gli angeli di Dio si rallegrano per i peccatori che riconoscono i propri errori e desiderano riallacciare i loro legami con i fratelli, quanto più i discepoli del Cristo, che sono anche loro peccatori e hanno bisogno ogni giorno del perdono di Dio e della comunità, saranno lieti per il ritorno di un fratello o di una sorella che, ingannati da Satana, hanno sbagliato e si sono pentiti! TT1 210.5
Invece di allontanarsi da coloro che hanno commesso un errore i fratelli devono ricercare la loro compagnia. Invece di criticarli perché sono nelle tenebre, dovrebbero ravvivare la loro lampada tramite la grazia divina e una migliore conoscenza della Scrittura. Essi possono dissipare le tenebre che circondano coloro che sono ancora nell’errore grazie alla loro luce. Quando saranno riusciti a far comprendere l’importanza di pentirsi e accettare la verità, li accoglieranno con gioia, senza esprimere rimproveri per rinfacciare la gravità del peccato commesso anche se ha procurato ansie e difficoltà e richiesto l’impegno degli altri membri della comunità. Se gli angeli di Dio sono felici quando un peccatore si pente, quanto più dovrebbero esserlo i fratelli, che hanno avuto anch’essi bisogno di simpatia, di amore, di aiuto quando hanno sbagliato e, nell’oscurità in cui erano piombati, non hanno saputo risollevarsi da soli. TT1 211.1