Mi è stato anche mostrato che spesso la moglie ha grossi torti: non si impegna sufficientemente per autocontrollarsi e per far regnare la felicità nella sua famiglia. TT1 80.4
Spesso è di cattivo umore e si lamenta inutilmente. Il marito che ritorna a casa stanco e preoccupato, anziché udire parole liete e incoraggianti scorge un volto accigliato. Progressivamente il suo affetto per la moglie diminuisce e a poco a poco si allontana dalla famiglia. I suoi obiettivi svaniscono e il suo coraggio si affievolisce. Perde il rispetto di sé e quella dignità che Dio desidera egli conservi. Il marito è il capo della famiglia come il Cristo è il capo della chiesa; quindi ogni atteggiamento della moglie che miri a indebolire l’ascendente del coniuge e fargli perdere la sua dignità e la sua posizione di responsabilità rattrista Dio. È un dovere della moglie anteporre i desideri del marito ai propri e subordinare la propria volontà a quella del consorte. Entrambi, è vero, dovrebbero saper cedere, però la Parola di Dio dà la priorità al giudizio del marito. D’altra parte la dignità della moglie non ne risulterà per nulla menomata perché cede a colui che ha scelto come consigliere, come guida e come protettore. TT1 80.5
Il marito eserciterà la sua autorità in famiglia con dolcezza e fermezza. Alcuni hanno domandato: “Devo essere sempre vigilante e sentire continuamente su di me il peso della costrizione?” Mi è stato rivelato che dobbiamo preoccuparci di fare un profondo esame di coscienza e vegliare sulla nostra vita spirituale con estrema attenzione. Dobbiamo individuare il nostro punto debole e non perdere mai il controllo di noi stessi. “Poiché tutti falliamo in molte cose. Se uno non falla nel parlare, esso è un uomo perfetto, capace di tenere a freno anche tutto il corpo”. Giacomo 3:2. TT1 81.1
Il messaggio che ha illuminato la nostra esistenza, la verità che ha guidato le nostre coscienze condanneranno e distruggeranno il nostro spirito oppure lo santificheranno e lo trasformeranno. Noi viviamo in un’epoca vicina alla fine del tempo di grazia e non possiamo accontentarci di un’opera superficiale. La stessa grazia che fino ad ora è stata sufficiente non potrà più sostenerci. La nostra fede deve crescere e dobbiamo diventare più simili al Cristo sia nel comportamento sia nella disposizione d’animo per poter resistere, vittoriosamente, alle tentazioni di Satana. La grazia di Dio è sufficientemente abbondante perché ogni discepolo del Cristo possa goderne. TT1 81.2