Nella costruzione dei nostri edifici e nel loro arredamento, come pure in ogni aspetto della loro amministrazione, si deve praticare una stretta economia. Le nostre scuole non devono essere dirette secondo criteri gretti ed egoistici. Esse devono somigliare quanto più possibile al focolare domestico e impartire, in ogni campo, opportune lezioni di semplicità, di utilità, di risparmio e di economia. TT2 307.2
Gli studenti si trovano nelle nostre scuole per uno speciale addestramento inteso a renderli familiari con tutti i rami dell’opera affinché, se dovessero partire come missionari, possano fare assegnamento su se stessi perché capaci, con l’abilità acquisita, di procurarsi le necessarie comodità e attrezzature. Uomini e donne che siano, debbono imparare a rammendare, a lavare, a tenere in ordine i propri indumenti. Devono essere capaci di preparare i propri pasti e avere dimestichezza con l’agricoltura e con la meccanica. In tal modo potranno alleggerire le proprie spese e, con l’esempio personale, inculcare i princìpi della economia e del risparmio. Queste lezioni possono essere più efficacemente insegnate là dove viene praticata in modo coscienzioso l’economia in ogni cosa. TT2 307.3
Bisogna studiare con cura l’economia e praticarla coscienziosamente e con diligenza non soltanto in vista della prosperità finanziaria della scuola, ma anche come un insegnamento per gli allievi. E’ necessario che gli amministratori veglino oculatamente su ogni cosa, perché non vi siano spese inutili, evitando così che la scuola si trovi nei debiti. Ogni studente che ami Dio profondamente, aiuterà a portare la responsabilità in questo campo. Quelli che sono stati educati in tal senso dimostreranno, con la parola e con l’esempio a coloro con i quali entrano in contatto, i princìpi insegnati dal nostro altruistico Redentore. L’indulgenza verso se stessi è un gran male e deve essere vinta. TT2 307.4
Alcuni si sono dimostrati piuttosto riluttanti a far conoscere agli studenti le difficoltà economiche nelle quali le scuole si dibattevano; ma sarebbe molto meglio che gli allievi sapessero e capissero la nostra carenza di mezzi, perché in tal modo sarebbero messi in condizione di collaborare nel praticare l’economia. Molti di coloro che vengono nelle nostre scuole escono da focolari disadorni, dove sono abituati a consumare un cibo semplice, con poche varianti. Quale influsso avrà su di essi il nostro esempio? Insegniamo loro che mentre noi abbiamo tanti modi di usare le nostre risorse, mentre migliaia di persone soffrono la fame, muoiono di pestilenza, di carestia, o sono arse dal fuoco o uccise, noi dobbiamo riflettere seriamente per evitare di procurarci le cose superflue semplicemente per il gusto di appagare un capriccio o di far bella mostra di sé. TT2 307.5
Se le nostre scuole saranno bene amministrate, i debiti non si accumuleranno, gli studenti si sentiranno a loro agio e la mensa fornirà cibo buono e sostanzioso in abbondanza. L’economia non deve essere di natura tale da indurre a preparare pasti insufficienti. No: gli studenti debbono ricevere un’alimentazione sana e adeguata. Gli addetti alla cucina, però, avranno cura di evitare che nulla vada perduto. TT2 308.1
Si deve insegnare agli studenti la cura di quello che hanno e di quello che appartiene alla scuola. Essi debbono capire il dovere di evitare ogni spesa inutile sia a scuola che nel tragitto dalla scuola a casa e viceversa. E’ essenziale la rinuncia personale. Bisogna prestare ascolto all’istruzione che viene impartita perché ci stiamo avvicinando alla fine dei tempi. Non dobbiamo agire come se avessimo un conto in banca dal quale poter attingere in caso di necessità; perciò non dobbiamo metterci in situazioni precarie. Come individui e come amministratori delle istituzioni del Signore, dobbiamo eliminare tutto quello che sa di ostentazione e contenere le nostre spese negli stretti limiti delle nostre entrate. TT2 308.2