Quando lo Spirito di Dio agisce sulla mente degli afflitti, aiutandoli a cercare la verità, il medico deve adoperarsi in favore di queste preziose anime allo stesso modo come agirebbe Gesù, il Salvatore che perdona il peccato. Gli angeli di Dio agiranno sulle menti. Alcuni, è vero, ricuseranno dal lasciarsi illuminare dalla luce che Dio desidera fare risplendere nella mente e nel tempio dell’anima; però molti altri riceveranno questa luce e i loro pensieri saranno liberati dall’inganno e dall’errore nelle sue varie forme. TT2 321.5
Bisogna approfittare diligentemente di ogni opportunità di lavorare come Cristo. Il medico parli delle guarigioni operate da Gesù, della sua tenerezza e del suo amore. Egli deve credere che Gesù è il suo collega e che gli sta al fianco. “Noi siamo i collaboratori di Dio”. 1 Corinzi 3:9. Il medico non trascuri mai di dirigere il pensiero dei suoi pazienti a Cristo, il Medico per eccellenza. Se il Salvatore dimora nel suo cuore, i suoi pensieri saranno sempre orientati verso il Guaritore dell’anima e del corpo e saprà guidare la mente di chi soffre a Colui che sa restaurare, e che quando era sulla terra sanò gli infermi e guarì l’anima e il corpo dicendo: “Figliuolo, i tuoi peccati ti sono rimessi”. Marco 2:5. TT2 321.6
L’essere continuamente in contatto con la sofferenza non deve mai rendere il medico insensibile e privo di simpatia. Nei casi di malattia grave, il paziente sa di trovarsi alla mercè del dottore che considera come la sua unica speranza terrena. Il medico deve sempre additare all’anima tremante Colui che è più grande di lui: il Figliuolo di Dio, che ha dato la sua vita per salvarlo dalla morte; che ha pietà di chi soffre e che con la sua divina potenza darà sapienza e capacità a tutti coloro che lo desiderano. TT2 322.1
Quando l’ammalato ignora quale possa essere l’esito del suo caso, quello è il momento per il medico di agire sulla sua mente. Non deve farlo mosso dall’ambizione di distinguersi, bensì per orientare l’anima verso Cristo quale Salvatore personale. Se la vita verrà risparmiata, il medico avrà un’anima sulla quale vegliare. Il paziente si rende conto che il medico è la vita della sua vita. A che scopo dovrà essere usata tale fiducia? Sempre e solo nell’intento di condurre un’anima a Cristo e di esaltare la potenza di Dio. TT2 322.2
Una volta superata la crisi, quando appare evidente l’esito favorevole, che il paziente sia un credente o no, è bene trascorrere alcuni momenti in preghiera con lui esprimendo la gratitudine per la vita che è stata risparmiata. Il medico che si attiene a questo modo di procedere condurrà il paziente a Colui dal quale egli dipende per la vita. Parole di ringraziamento potranno sgorgare dalle labbra dell’ammalato per il medico che, grazie all’aiuto di Dio, ha legato quella vita alla sua; però la lode e il ringraziamento debbono essere tributati a Dio, a Colui che anche se invisibile è presente. TT2 322.3
Sul letto di malattia accade talvolta che Cristo viene accettato e confessato, e questo accadrà più spesso in avvenire perché il Signore compirà nel mondo un’opera rapida. Sulla bocca del medico dovranno trovarsi parole di saggezza. Cristo, allora, annaffierà il seme gettato e lo farà fruttare a vita eterna. TT2 322.4