Mentre il mondo ha bisogno di simpatia, mentre ha bisogno delle preghiere e dell’aiuto del popolo di Dio, mentre ha bisogno di vedere Cristo nella vita dei suoi seguaci, il popolo di Dio, a sua volta, ha bisogno di occasioni che sollecitino la sua simpatia, che rendano efficaci le sue preghiere e che sviluppino in esso un carattere simile a quello del divino modello. TT2 329.1
Per procurarci queste occasioni, Dio ha messo in mezzo a noi i poveri, gli sventurati, gli ammalati e i sofferenti. Essi rappresentano l’ambasciatore di Cristo alla sua chiesa, che deve aver cura di loro come farebbe Gesù. In tal modo Dio elimina le scorie e purifica l’oro, conferendoci quella cultura del cuore e del carattere di cui abbiamo bisogno. TT2 329.2
Il Signore potrebbe portare avanti la sua opera senza la nostra collaborazione. Egli, infatti, non dipende dal nostro denaro, dal nostro tempo e dalla nostra attività. La chiesa, però, è di gran valore agli occhi suoi: essa è lo scrigno che racchiude i suoi gioielli, è l’ovile che accoglie il suo gregge, ed Egli brama vederla senza macchia, senza difetto o cosa alcuna tale. Egli nutre per essa un amore inesprimibile. Ecco perché ci ha dato l’opportunità di lavorare per lui; ecco perché Egli accetta il nostro impegno come segno del nostro amore e della nostra fedeltà. TT2 329.3
Mettendo in mezzo a noi i poveri e i sofferenti, il Signore ci prova per farci vedere quello che c’è nei nostri cuori. Noi non possiamo scostarci, senza pericolo, dai suoi princìpi; non possiamo violare la giustizia, trascurare la sua misericordia. Quando vediamo un fratello venir meno, non dobbiamo passare oltre, ma dobbiamo piuttosto cercare di mettere subito in pratica la Parola di Dio, soccorrendolo. Noi non possiamo agire contro le particolari direttive divine senza che le conseguenze del nostro operato si riflettano su di noi. Sia saldamente stabilito, radicato e fondato nella coscienza che tutto ciò che disonora Dio nel corso delle nostre azioni non ci può fare del bene. TT2 329.4
Dovrebbe essere scolpito sulla coscienza, come con una punta di acciaio sulla roccia, che chi disprezza la misericordia, la compassione e la giustizia, chi trascura il povero, chi ignora i bisogni dell’umanità sofferente e manca di bontà e di cortesia, si comporta in modo tale che Dio non può collaborare con lui nello sviluppo del suo carattere. La cultura della mente e del cuore è resa più facile quando noi proviamo per i nostri simili una simpatia che ci spinga a offrire i nostri vantaggi e i nostri privilegi per sopperire alle loro necessità. Procurarci e tenere poi per noi stessi tutto quello che è possibile, impoverisce l’anima. Ma tutti gli attributi di Cristo sono a disposizione di coloro che compiono l’opera che il Signore ha loro affidato, lavorando secondo le direttive di Gesù. TT2 329.5
Il nostro Redentore manda i suoi messaggi per portare la sua testimonianza al suo popolo e dice: “Ecco, io sto alla porta e picchio: se uno ode la mia voce ed apre la porta, io entrerò da lui e cenerò con lui ed egli meco”. Apocalisse 3:20. Molti, però, rifiutano di accettarlo. Lo Spirito Santo attende per intenerire e sottomettere il cuore; essi, però, non sono disposti ad aprire la porta e a lasciare entrare il Salvatore per tema che Egli esiga qualcosa da loro. Così Gesù passa oltre. Egli brama riversare su di loro le ricchezze della sua grazia, ma essi rifiutano di accettarle. Che cosa terribile è escludere Cristo dal suo tempio! Quale perdita per la sua chiesa! TT2 330.1