Le buone opere ci costano sacrifici, però è proprio per merito loro che si attua la nostra disciplina. L’impegno dimostrato nel compierle ci mette in conflitto coi sentimenti e le tendenze naturali, ma solo così noi conseguiamo vittoria su vittoria sui lati reprensibili del nostro carattere. La lotta continua e noi cresciamo nella grazia. In tal modo noi riflettiamo la somiglianza con Cristo e siamo preparati per un posto fra i beati nel regno di Dio. TT2 330.2
Benedizioni temporali e spirituali accompagneranno quanti distribuiscono ai bisognosi quello che ricevono dal Signore. Gesù fece un miracolo per nutrire i cinquemila: una moltitudine stanca e affamata. Scelse un luogo ameno, perché le persone fossero a loro agio e diede ordine di sedersi. TT2 330.3
Prese allora i cinque pani e i due piccoli pesci. Senza dubbio, non poche obiezioni furono fatte sull’impossibilità di soddisfare cinquemila uomini affamati, oltre alle donne e ai bambini, con quelle scarse provviste. Ma Gesù, dopo aver reso grazie, mise quel cibo nelle mani dei discepoli perché lo distribuissero. Mentre questi lo davano alla moltitudine, esso aumentava nelle loro mani. Quando la folla fu sazia, allora gli stessi discepoli si sedettero e mangiarono con Cristo le provviste distribuite dal cielo. Questo è una preziosa lezione per ogni seguace di Cristo. TT2 330.4
La religione pura e immacolata consiste nel “visitare gli orfani e le vedove nelle loro afflizioni e conservarsi puri dal mando”. Giacomo 1:27. I nostri membri di chiesa hanno molto bisogno di conoscere la devozione pratica e di attuare la rinuncia e il sacrificio personale. Devono dimostrare al mondo la loro somiglianza con Cristo. Perciò il compito che Cristo affida loro non può essere svolto per procura, addossando a qualche comitato o a quale istituzione il peso che loro stessi debbono portare. Essi devono diventare simili a Cristo nel carattere, offrendo parte delle loro risorse e del loro tempo, la loro comprensione e il loro impegno personale nell’intento di aiutare i malati, confortare gli addolorati, recare sollievo ai poveri, rianimare i depressi, illuminare le anime che giacciono nelle tenebre, additare Cristo ai peccatori, far penetrare nei cuori l’obbligo della legge di Dio. TT2 330.5
La gente osserva e valuta coloro che sostengono di credere nella verità particolare per quest’epoca. Essa guarda per rendersi conto in che cosa la loro vita e la loro condotta rappresentino Cristo. Impegnandosi umilmente e con ardore nell’attività che consiste nel compiere il bene in favore di tutti, il popolo di Dio eserciterà un influsso che avrà effetto in ogni città e villaggio dove sia penetrata la verità. Se tutti coloro i quali conoscono la verità accetteranno questo incarico, operando secondo le circostanze che si presentano, compiendo giorno per giorno piccoli atti di amore nei paraggi del luogo dove vivono, Cristo sarà manifestato ai loro vicini. L’Evangelo sarà reso evidente come potenza viva e non come favola artificiosamente composta. Sarà reso evidente come concreta realtà e non come frutto dell’immaginazione o dell’entusiasmo. Cio avrà un effetto maggiore dei sermoni, delle professioni di fede e dei credo. TT2 330.6
Satana cerca di fare di ogni anima la sua preda. Egli sa che la simpatia che si esprime con gli atti rappresenta una prova della purezza e dell’altruismo del cuore; perciò fa tutto ciò che è in suo potere per chiudere i nostri cuori alle necessatà altrui, perché diventino insensibili di fronte a chi soffre. Egli ricorre a tutti gli espedienti per impedire la manifestazione dell’amore e della simpatia. Così riuscì a rovinare Giuda, il quale progettava continuamente a proprio tornaconto. In questo egli rappresenta una vasta categoria di cosiddetti cristiani di oggi. E’ bene, quindi, studiare il suo caso. Noi siamo vicini a Cristo come egli lo era. Se però, come nel caso di Giuda, la compagnia di Cristo non ci rende una stessa cosa con lui, se tale unione non porta a coltivare nel nostro cuore una sincera simpatia nei confronti di coloro per i quali Gesù diede la sua vita, noi corriamo lo stesso pericolo di Giuda: quello di trovarci lontani da Gesù, vittime delle tentazioni di Satana. TT2 331.1
Dobbiamo guardarci dalla prima deviazione dalla rettitudine, perché una sola trasgressione, una sola negligenza nel manifestare lo Spirito di Cristo schiude la via a un’altra, poi a un’altra ancora fino a che la mente finisce con l’essere dominata dai princìpi del nemico. Se coltivato, lo spirito di egoismo diventa una passione che soltanto la potenza di Cristo potrà sopraffare. TT2 331.2