“Dio ha tanto amato il mondo che ha dato il suo unigenito Figliuolo”. “Dio non ha mandato il suo Figliuolo nel mondo per giudicarlo, anzi affinché il mondo sia salvato per mezzo di lui”. Giovanni 3:16, 17. L’amore di Dio abbraccia l’intero genere umano. Cristo, nell’affidare il mandato ai discepoli disse: “Andate per tutto il mondo e predicate l’Evangelo a ogni creatura”. Marco 16:15. TT2 337.1
Cristo intendeva che in favore degli uomini venisse svolta un’opera maggiore di quella già compiuta. Non era sua intenzione che un così gran numero di anime rimanessero sotto lo stendardo di Satana e fossero, come lui, ribelli al governo di Dio. Il Redentore del mondo non intendeva che quanti erano stati da lui riscattati vivessero e morissero nei loro peccati. Perché, allora, sono tanto pochi quelli che vengono raggiunti e salvati? Perché tanti, fra coloro che si dicono cristiani, operano allo stesso modo del grande apostata. Fra quanti non conoscono Dio, migliaia di anime oggi potrebbero rallegrarsi nel suo amore, se coloro che sostengono di servirlo agissero come agì Cristo. TT2 337.2
Le benedizioni della salvezza, sia quelle temporali che quelle spirituali, sono per l’intera umanità. Molti accusano Dio perché la terra è piena di miseria e di dolore; ma non è mai stata intenzione di Dio che tanta miseria dovesse esistere. Non è mai stato nel disegno divino che un uomo debba vivere nell’abbondanza, mentre altri piangono perché non hanno un pezzo di pane. Il Signore è un Dio di bontà e ha abbondantemente provveduto per i bisogni di tutti. Tramite i suoi rappresentanti, ai quali ha affidato i suoi beni, Egli desidera che sia provveduto alle necessità di tutte le sue creature. TT2 337.3
Quelli che credono alla Parola del Signore, leggano le istruzioni contenute in Levitico e in Deuteronomio. Vi apprenderanno quale tipo di insegnamento veniva impartito alle famiglie d’Israele. Il popolo eletto di Dio doveva conservarsi distinto e santo, separato dalle nazioni che non conoscevano l’Eterno; però era anche tenuto a trattare con benevolenza il forestiero. Questo non doveva essere guardato dall’alto in basso perché non apparteneva a Israele; anzi doveva essere amato perché Cristo sarebbe morto per salvare sia lui, sia Israele. Nelle loro feste di ringraziamento, quando rievocavano le opere misericordiose di Dio, gli Israeliti dovevano fare buona accoglienza ai forestieri. Durante il raccolto, poi, dovevano lasciare nel campo qualcosa da spigolare per i poveri e i forestieri. Questi ultimi, inoltre, erano invitati a partecipare anche alle benedizioni spirituali. Il Signore Iddio d’Israele infatti ordinò che essi fossero accettati, se sceglievano la compagnia di quanti conoscevano l’Eterno e lo onoravano. In tal modo avrebbero imparato la legge di Jèhovah e lo avrebbero glorificato con la loro ubbidienza. TT2 337.4
Anche oggi Dio desidera che i suoi figli comunichino alla gente le benedizioni sia per quel che riguarda le cose spirituali, sia per quanto riguarda quelle temporali. Per ogni discepolo di Cristo, di qualsiasi epoca, il Salvatore ha pronunciato le sublimi parole: “Da lui sgorgheranno fiumi di acqua viva”. TT2 338.1
Invece di distribuire i doni di Dio, molti fra quanti si dicono cristiani se ne rimangono avviluppati nei loro gretti interessi e trattengono per sè, egoisticamente, le benedizioni divine, negandole perciò ai propri simili. TT2 338.2
Mentre Dio, nella sua provvidenza, ha riempito la terra dei doni della sua munificenza e l’ha colmata di ogni comodità per la vita, ovunque regnano il bisogno e la povertà. Una provvidenza generosa ha messo nelle mani dei suoi rappresentanti umani l’abbondanza perché si potesse provvedere alle necessità di tutti; ma gli amministratori di Dio sono infedeli. Nel mondo cosiddetto cristiano, quanto viene speso per uno stravagante esibizionismo sarebbe sufficiente per sopperire alla necessità di chi ha fame, per vestire chi è nudo. Molti di quanti hanno preso il nome di Cristo spendono il loro denaro per egoistici piaceri, per soddisfare la propria avidità, per bevande alcoliche, per il lusso, per case, mobili e abiti sontuosi, mentre agli esseri umani sofferenti e bisognosi a mala pena rivolgono uno sguardo di pietà e di simpatia. TT2 338.3