“Quando vi sarà in mezzo a te qualcuno dei tuoi fratelli che sia bisognoso in una delle città nel paese che l’Eterno, l’Iddio tuo, ti dà, non indurirai il cuor tuo, e non chiuderai la mano davanti al tuo fratello bisognoso; anzi gli aprirai largamente la mano e gli presterai quanto gli abbisognerà per la necessità nella quale si trova. Guardati dell’accogliere in cuor tuo un cattivo pensiero che ti faccia dire: “II settimo anno, l’anno della remissione, è vicino!” e ti spinga ad essere spietato verso il tuo fratello bisognoso, sì da non dargli nulla; poiché egli griderebbe contro a te all’Eterno e ci sarebbe del peccato in te. Dagli liberalmente e quando gli darai non te ne dolga il cuore; perché, a motivo di questo, l’Eterno, l’Iddio tuo, ti benedirà in ogni opera tua e in ogni cosa a cui porrai mano. Poiché i bisognosi non mancheranno mai nel paese; perciò io ti do questo comandamento e ti dico: “Apri liberalmente la tua mano al tuo fratello povero e bisognoso nel tuo paese”. Deuteronomio 15:7-11. TT2 335.1
In seguito a particolari circostanze, alcuni, sebbene amino Dio e gli ubbidiscano, impoveriscono. Alcuni non sono abbastanza avveduti e non sanno amministrare; altri, invece, sono poveri a cagione della malattia o di altre contrarietà. Qualunque sia la causa, essi sono nel bisogno e soccorrerli costituisce una parte importante dell’opera missionaria. TT2 335.2
Tutte le nostre chiese dovrebbero avere cura dei loro poveri. Il nostro amore per Dio deve esprimersi col fare del bene ai bisognosi e ai sofferenti, fra i “domestici della fede”, le cui necessità giungono a nostra conoscenza ed esigono la nostra attenzione. Ogni anima è nell’obbligo speciale verso Dio di occuparsi con particolare compassione dei suoi poveri meritevoli. Essi non vanno trascurati per nessun motivo. TT2 335.3
Paolo scrisse alla chiesa di Corinto: “Ora, fratelli, vogliamo farvi sapere la grazia da Dio concessa alle chiese di Macedonia. In mezzo alle molte afflizioni con le quali esse sono provate, l’abbondanza della loro allegrezza e la loro profonda povertà hanno abbondato nelle ricchezze della loro liberalità. Poiché io ne rendo testimonianza, secondo il poter loro, anzi al di là del poter loro, hanno dato volenterosi, chiedendoci con molte istanze la grazia di contribuire a questa sovvenzione destinata ai santi. E l’hanno fatto non solo come l’avevamo sperato; ma prima si sono dati loro stessi al Signore, e poi a noi, per la volontà di Dio. Talché abbiamo esortato Tito che, come l’ha già cominciata, così porti a compimento anche fra voi quest’opera di carità”. 2 Corinzi 8:1-6. TT2 335.4
A Gerusalemme c’era stata una carestia e Paolo sapeva che numerosi cristiani se ne erano andati all’estero e che quanti rimanevano sarebbero stati ugualmente privati della simpatia umana ed esposti all’inimicizia religiosa. Perciò esortò le chiese a inviare un sussidio finanziario ai fratelli di Gerusalemme. La somma raccolta dalle chiese superò le aspettative degli apostoli. Spinti dall’amore di Cristo, i credenti diedero generosamente e furono colmi di gioia perché, così, potevano esprimere la loro gratitudine al Redentore e il loro amore per i fratelli. è questa la vera base della carità secondo la Parola di Dio. TT2 335.5
Viene continuamente sottolineato il dovere di aver cura dei fratelli e delle sorelle in età avanzata, i quali non hanno una casa. Che cosa si può fare per loro? Mi è stata ripetuta la luce datami dal Signore: la migliore soluzione non consiste nello stabilire delle istituzioni dove i vecchi vengano curati e convivano insieme. Essi non dovrebbero neppure essere allontanati da casa per ricevere altrove la necessaria assistenza. I membri di ogni famiglia provvedano ai propri parenti. Quando ciò non è possibile, allora sarà compito della chiesa intervenire. In tal caso, la cosa dovrebbe essere considerata come un dovere e un privilegio. Tutti coloro che posseggono lo spirito di Cristo avranno per i deboli e i vecchi rispetto e tenerezza. TT2 335.6
Dio permette che in ogni chiesa vi siano dei poveri. Ce ne saranno sempre in mezzo a noi e il Signore fa riposare sui membri di ogni comunità la responsabilità personale della loro assistenza. Non bisogna scaricare tale responsabilità sugli altri, ma dobbiamo manifestare per quanti si trovano nella nostra cerchia il medesimo affetto e la stessa simpatia che mostrerebbe Cristo qualora Egli fosse al nostro posto. Dobbiamo disciplinarci ed essere, così, pronti a operare nelle schiere di Gesù. TT2 336.1
Il ministro deve istruire le varie famiglie e fortificare la chiesa perché si abbia cura degli ammalati e dei poveri. Deve mettere in azione le facoltà che Dio dà agli uomini; e se una chiesa, in questo campo, finisce col trovarsi eccessivamente “tassata”, altre chiese dovrebbero intervenire per aiutarla. I membri di chiesa diano prova di tatto e di delicatezza nel provvedere per queste persone che fanno parte del popolo di Dio. Rinunziando alle cose lussuose e agli ornamenti inutili, provvedano al sostentamento dei bisognosi. Cosi facendo metteranno in pratica le istruzioni contenute in Isaia 58 e godranno delle benedizioni che Dio in esso promette. TT2 336.2