Ai suoi fedeli servitori di oggi, come già ai suoi primi discepoli, si applicano le parole di Cristo: “Chi riceve voi, riceve me; e chi riceve me, riceve colui che mi ha mandato”. Versetto 40. Nessun atto di bontà compiuto nel suo nome resterà senza riconoscimento e ricompensa. In questo riconoscimento Gesù include anche i più deboli e i più umili della famiglia di Dio.” E chi avrà dato da bere soltanto un bicchier d’acqua fresca ad uno di questi piccoli” (coloro cioè che sono come fanciulli nella loro fede e nella loro conoscenza di Cristo) “perché è un mio discepolo, io vi dico in verità che non perderà punto il suo premio”. Versetto 42. TT2 379.3
La povertà non ci dispensa dall’offrire ospitalità. Dobbiamo dare quello che abbiamo. Vi sono persone che lottano per il pane quotidiano e che hanno grande difficoltà a far fronte alle proprie necessità col loro guadagno, ma amano Gesù nella persona dei suoi santi, e sono pronte ad accogliere credenti e non credenti e a trarre profitto da queste visite. Alla mensa domestica, come anche all’altare di famiglia, gli ospiti sono i benvenuti. L’ora della preghiera produce la sua impressione sugli ospiti, e spesso è sufficiente anche una sola visita per determinare la salvezza di un’anima dalla morte. Il Signore tiene conto di quest’opera e dice: “Ti ricompenserò”. TT2 379.4
Fratelli e sorelle, invitate a casa vostra chi ha bisogno di ospitalità e di affettuose premure. Non fate sfoggio di sorta, ma nel notare le loro necessità, accoglieteli e offrite loro una vera ospitalità cristiana. Nei rapporti sociali vi sono preziosi privilegi. “L’uomo non vive di solo pane”; pertanto, nel dividere con gli altri il nostro cibo quotidiano, bisogna infondere in loro la speranza, il coraggio, e un amore simile a quello di Cristo. “Mediante la consolazione onde noi stessi siamo da Dio consolati”, “noi dobbiamo consolare quelli che si trovano in qualunque afflizione”. 2 Corinzi 1:4. Ed ecco l’assicurazione per noi: “Dio è capace di fare abbondare verso di voi ogni grazia, affinché voi, avendo sempre ogni sufficienza, in tutte le cose, possiate abbondare in ogni opera buona”. TT2 380.1
Viviamo in un mondo di peccato e di tentazioni; intorno a noi vi sono anime che periscono lontano da Cristo, e Dio vuole che noi ci adoperiamo per loro in ogni maniera possibile. Se avete una casa accogliente, invitate i giovani che non hanno casa, quanti hanno bisogno di assistenza, di comprensione, di parole amabili, di rispetto e di bontà. Se volete condurli a Cristo dovete mostrare nei loro confronti, nella loro qualità di riscattati dal suo sangue, rispetto e affetto. TT2 380.2
Per la provvidenza di Dio, noi entriamo in contatto con persone che non hanno esperienza con tanti che hanno bisogno di pietà e di compassione. Occorre loro il soccorso, perché sono deboli. I giovani hanno bisogno di aiuto. Con la forza di Colui la cui bontà agisce in favore dei derelitti, degli ignoranti e di quanti sono considerati i minimi fra i suoi piccoli, noi dobbiamo adoperarci alla loro prosperità futura, alla formazione di un carattere cristiano. Proprio coloro che hanno maggiore bisogno di aiuto talvolta metteranno a dura prova la nostra pazienza. Cristo raccomanda: “Guardatevi dal disprezzare alcuno di questi piccoli; perché io vi dico che gli angeli loro, ne’ cieli, vedono del continuo la faccia del Padre mio che è ne’ cieli”. Matteo 18:10. A coloro che assistono queste anime, il Salvatore dice: “In verità vi dico che in quanto l’avete fatto ad uno di questi miei minimi fratelli, l’avete fatto a me”. Matteo 25:40. TT2 380.3
Chi svolge quest’opera cingerà la corona del sacrificio, ma riceverà il premio dovuto. In cielo contempleremo i giovani che abbiamo aiutato, quelli che furono da noi invitati a casa nostra e che sottraemmo alla tentazione. Vedremo i loro volti riflettere lo splendore della gloria di Dio. “Essi vedranno la sua faccia e avranno in fronte il suo nome”. Apocalisse 22:4. TT2 380.4