Quando prestiamo ascolto a una parola di biasimo contro il nostro fratello, praticamente la raccogliamo. Alla domanda: “O Eterno, chi dimorerà nella tua tenda? Chi abiterà nel monte della tua santità?”, il Salmista risponde: “Colui che cammina in integrità, opera giustizia e dice il vero come l’ha nel cuore, che non calunnia con la sua lingua, né fa male alcuno al suo compagno, né getta vituperio contro il suo prossimo”. Salmi 15:1-3. TT2 12.5
Quanta maldicenza sarebbe evitata se ognuno tenesse presente che chi gli riferisce i falli altrui non mancherà, presentandosi l’occasione, di divulgare anche quelli suoi. Noi dovremmo sforzarci di pensare bene di tutti gli uomini e specialmente dei nostri fratelli, fino a che non siamo costretti a cambiare opinione. Non dovremmo dare frettolosamente credito a dei cattivi rapporti che spesso sono il risultato dell’invidia o dell’equivoco, oppure possono procedere da un’esagerazione o da una parziale visione dei fatti. Una volta permessa l’entrata alla gelosia e al sospetto, questi si diffonderanno come la lanugine del cardo. Se un fratello si svia, quello è il momento di mostrargli un sincero interessamento. Andate da lui, con bontà, pregate con lui e per lui, ricordandogli il prezzo infinito pagato da Cristo per il suo riscatto. In tal modo, voi potete salvare un’anima dalla morte e coprire moltitudine di peccati. TT2 13.1
Uno sguardo, una parola, perfino un certo tono nella voce possono assecondare la falsità a tal segno che essa, penetrando nel cuore come un dardo munito di punte ricurve, provocherà una ferita inguaribile. Così un dubbio, un rimprovero possono pregiudicare l’influsso o distruggere l’utilità di una persona mediante la quale Dio si prefiggeva di compiere un’opera buona. Fra certe specie di animali, se uno del gruppo è ferito e cade, viene subito assalito e sbranato dai compagni. Il medesimo spirito di crudeltà è accarezzato da uomini e donne che portano il nome di cristiani. Essi manifestano uno zelo farisaico nello scagliare pietre contro persone che sono meno colpevoli di loro. Alcuni additano le colpe e i difetti degli altri per distogliere l’attenzione dai loro, oppure per acquistarsi fama di grande zelo per Dio e per la chiesa. TT2 13.2