Patriarchi e profeti ebbe una lunga gestazione durata dal 1858 al 1890, anno della sua redazione definitiva e autonoma. Da allora ha visto numerose edizioni ed è stato tradotto in moltissime lingue. Si tratta quindi di un classico con tutti gli onori che gli competono ma che presenta anche alcune difficoltà di cui bisogna tenere conto. Il tempo trascorso dalla sua prima pubblicazione e i particolari obiettivi che l’opera si prefigge, rendono necessarie alcune spiegazioni per farne comprendere e apprezzare il valore. PP 6.2
Nel 1858, quando Ellen G. White cominciò a scrivere questo libro, la Chiesa Avventista non era stata ancora organizzata ufficialmente. Questo sarebbe avvenuto solo 5 anni dopo, nel 1863. Quelli furono anni di fermento in cui grandi speranze ardevano nel cuore di questa donna e grandi fatiche e sacrifici ne segnavano la vita. Nel 1852 fu comprata una macchina da stampa a mano. I coniugi White vivevano e lavoravano con i loro bambini e alcuni collaboratori in una casa in affitto accontentandosi del minimo necessario. PP 6.3
Nel 1855 la famiglia White, accettando l’invito di alcuni confratelli, si trasferì a Battle Creek, nel Michigan, una cittadina che sarebbe diventata ben presto il primo centro consistente dell’Avventismo. Tuttavia la loro vita era impegnata in continui viaggi per sostenere la piccola comunità nascente. Fu durante uno di questi viaggi, il 14 marzo 1858, che Ellen G. White ebbe una visione in cui scorse quel senso particolare della storia come lotta fra il bene e il male che è caratteristico della sua opera. PP 6.4
La stesura finale di questo libro, come abbiamo già visto, si conclude nel 1890. Appena due anni prima, nel 1888, la Chiesa Avventista aveva vissuto la determinante esperienza della Conferenza Generale di Minneapolis. In questo incontro si erano gettate le fondamenta — e lei aveva dato un importante contributo — per una forte riaffermazione della centralità della dottrina evangelica della giustificazione per fede: solo in Cristo possiamo avere il perdono dei nostri peccati e la salvezza al di là di qualsiasi merito umano. L’anno successivo preparò invece il manoscritto di un piccolo ma prezioso libro, Steps to Christ, tradotto in italiano come La via migliore. La stesura finale di Patriarchi e profeti vede quindi la luce nel bel mezzo di un’importante riflessione sul Cristo. Il fatto è probabilemnte casuale, ma non casuale è il desiderio di Ellen G. White di porre il Cristo al centro di tutta la sua opera, fatto che si vede abbondantemente anche nel nostro libro anche se, trattando della storia dell’Antico Testamento, non tutti se lo aspetterebbero. PP 6.5